Abbiamo ascoltato Giulia Corsini, consigliere dell’associazione PRO-TEST ITALIA in un’intervista legata al tema dell’informazione scientifica e dei falsi miti. In queste 10 domande potete capire chi realmente è Giulia e che intenzioni ha nei confronti del suo impegno in questione e verso gli utenti che la seguono, followers o haters che siano.

1 | Cosa ti ha portato ad essere “famosa” nel campo dell’attivismo pro-ricerca?

Si vede che piace il mio modo di esprimere le idee, ma il lavoro grosso l’hanno fatto quelli che mi prendono di mira, partendo da quelli che hanno scritto il mio nome sui muri di Bologna e poi c’è il fattore “ragazza carina”. Ammetto che c’è la volontà nel farsi conoscere in determinati ambienti e spiego il perché: farsi conoscere non è fine a se stesso ma serve a promuovere le proprie idee, a influenzare, a raccogliere volontari, ad agire in maniera coordinata con altri gruppi. Cooperando si riesce a raggiungere più facilmente determinati obbiettivi.

2 | Cosa significa essere un soggetto così esposto e quali sono le noie che ti si presentano più spesso?

Prima di esporti tieni già conto che riceverai insulti, minacce di violenza e di querela o e altri gesti intimidatori. Esponendoci abbiamo scoperto che quel che dice un famoso detto è vero:“can che abbaia non morde”…
In fin dei conti non avrei paura neppure di prendere qualche sberla, poiché mi farebbe sicuramente meno male che tacere.
Mi da fastidio essere chiamata assassina/dottoressa/scienziata, mi da noia chi mi contatta per chiedermi favori, consulti o pareri o chi mi intrattiene a lungo per parlare del più e del meno, ma soprattutto mi disturbano gli spasimanti monotematici, i tifosi ultras di tutte le fazioni e in modo particolare quelli che danno consigli o critiche senza muovere un dito.

3 | Qual è il tema a te più caro?

L’ipocrisia e le contraddizioni, la disinformazione in generale, anche se ho dei temi in cui son più ferrata che tratto ovviamente più spesso.In conferenza con Giulia Corsini

4 | Perche è cosi difficile eradicare concetti e pregiudizi sbagliati, ma soprattutto per quale motivo questi si affermano molto più velocemente e facilmente di dati e verità scientificamente assodati?

Non son onnisciente, posso dare un parere personale che deve essere preso per quello che vale. La scienza è difficile da spiegare, le balle fanno più presa e non ci si deve sforzare troppo renderle “adatte al grande pubblico”. Per quanto riguarda i pregiudizi, beh, quelli purtroppo sono un problema della natura umana.

5 | Pensi di coltivare anche in futuro questa passione trasformandola in un vero e proprio domani?

Non lo so, faccio quello che mi sento.

6 | Sei mai stata pagata per ciò che fai?

Ma magari, se qualcuno volesse pagarmi non mi lamenterei. Sarebbe una buona garanzia per farmi continuare. Qualcuno vuole pagarmi?

7 | Hai mai pensato di smettere a causa delle ripetute intimidazioni?

No, in generale sono indifferente (ormai son assuefatta), qualche volta mi fanno incazzare e la mia rabbia mi carbura, oppure mi diverto. Dipende dal tipo di intimidazioni e da chi le fa.

8 | Cosa ti spinge a continuare?

La passione e il senso di responsabilità.

9 | Cosa pensi sia necessario fare per contrastare la diffusione di falsi miti?

Nel breve periodo spiegare perché son falsi miti (la classica attività di debunking), identificare e segnalare le principali fonti di falsi miti, consapevolizzare la popolazione sulla pericolosità legata alle scelte guidate da informazioni sbagliate.
Nel lungo periodo bisognerebbe riuscire a far partire progetti all’interno dalle scuole elementari che promuovano il pensiero critico, la responsabilità civile e la corretta informazione

Rimandiamo al suo blog per conoscere meglio questa ragazza e le sue idee.