A volte, affinché abbia inizio una nuova vita, non basta l’amore dei genitori. Per svariate cause il 12-15% delle coppie italiane non riesce ad avere figli: cosa fa la medicina per aiutarli?
Per iniziare quel lungo percorso di 9 mesi che porta all’inizio di una nuova vita, si deve obbligatoriamente passare attraverso tre fasi: gametogenesi (sia maschile che femminile), fecondazione ed impianto dell’embrione nell’utero della madre. Una volta avvenute correttamente queste tre fasi una coppia può vedersi colorare la famosa “seconda striscia” dei comuni test di gravidanza. Eppure milioni di persone al mondo questa gioia non possono viverla senza l’aiuto della medicina: si parla di infertilità come incapacità, di un partner o della coppia, di procreare naturalmente. I dati raccolti dal Registro Nazionale sulla Procreazione Medicalmente Assistita, riguardanti le cause di questo fenomeno, sono i seguenti:
- Infertilità maschile: 35,4%
- Infertilità femminile: 35,5%
- Infertilità maschile e femminile: 15%
- Infertilità idiopatica (ndr di eziologia sconosciuta): 13,2%
- Altro: 1%
Inoltre, la letteratura medica sottolinea sempre di più il ruolo di fattori psico-sociali di infertilità dovuti a fenomeni complessi come lo stile di vita, la ricerca del primo figlio in età tardiva, l’uso di droghe, l’abuso di alcool, il fumo, le condizioni lavorative e l’inquinamento.
Gli esperti di tutto il mondo si sono quindi riuniti per cercare una soluzione in grado di assicurare, al maggior numero di coppie possibili, di poter vivere la più grande gioia: avere un figlio. Questo oggi è possibile grazie alle tecniche di PMA: Procreazione Medicalmente Assistita.
Le tecniche di PMA si suddividono in I e II livello: quelle di I livello sono caratterizzate da una relativa semplicità di esecuzione e comprendono il monitoraggio ecografico dell’ovulazione e l’inseminazione intrauterina (IUI); quelle di II livello sono di complessa esecuzione e richiedono necessariamente la fecondazione extracorporea: comprendono la fecondazione in vitro ed il trasferimento in utero dell’embrione (FIVET); la fecondazione in vitro con iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo ed il successivo trasferimento in utero dell’embrione (ICSI) e, infine, la fecondazione in vitro con prelievo chirurgico degli spermatozoi e trasferimento in utero dell’embrione (MESA/TESA).
Analizziamo queste tecniche di primo livello nel dettaglio:

– Il monitoraggio ecografico dell’ovulazione consente di seguire giorno per giorno la crescita del follicolo o dei follicoli ovarici in cicli spontanei o stimolati farmacologicamente fino a mettere in evidenza il momento in cui avviene l’ovulazione. Questo permette di verificare se la donna sia o meno andata incontro all’ovulazione e di studiare le corrette tempistiche del suo ciclo ovarico in modo da spingere i futuri genitori ad avere rapporti sessuali esattamente durante il periodo ovulatorio della donna. I ricercatori hanno recentemente creato un nuovo farmaco il cui principio attivo è la corifollitropina alfa, ovvero una versione modificata geneticamente, con la tecnica del DNA ricombinante, dell’ormone FSH, presente naturalmente nell’organismo. L’FSH stimola la produzione degli ovuli nelle ovaie. Nella corifollitropina alfa, un peptide si lega all’FSH prolungandone l’attività nell’organismo. Di conseguenza è sufficiente somministrare una sola dose del medicinale per stimolare la produzione di ovuli, rinunciando quindi alla pratica di iniezioni giornaliere richiesta da altri farmaci a base di FSH.
– L’inseminazione artificiale (IUI) è una tecnica che si prefigge di aumentare le probabilità di gravidanza aumentando da un lato il numero di ovociti disponibili ad essere fecondati e dall’altro la concentrazione di spermatozoi che possano raggiungere l’ovocita. Quindi da un lato ci sarà la terapia follicolo-stimolante per la donna, dall’altro ci sarà la deposizione degli spermatozoi direttamente nell’utero al fine di evitare che questi debbano superare il collo dell’utero e possano raggiungere più facilmente le tube. Questa tecnica si avvale del monitoraggio ecografico perché il tutto si svolgerà esattamente in corrispondenza dell’ovulazione della paziente, in maniera tale che le probabilità siano massimizzate. Affinché la IUI sia praticabile è necessario che la causa d’infertilità non sia una grave alterazione degli spermatozoi, come un difetto a carico del flagello che ne impedisca totalmente il movimento, e la pervietà delle tube uterine.

Ora cerchiamo di capire come avviene la fecondazione in vitro prima di analizzare le tecniche di II livello: dopo aver stimolato l’ovaio a produrre più follicoli e quindi aver ottenuto più ovociti si esegue il prelievo degli ovociti (Pick-Up) con un intervento per via transvaginale. Dopodiché viene eseguita una preparazione del liquido seminale e vengono scelti gli ovociti da fecondare. Si procede quindi all’unione e coltura extracorporea dei gameti e dopo la verifica dell’avvenuta fecondazione di ciascun oocita si prosegue con il trasferimento in utero degli embrioni. Grazie alla possibilità di far avvenire la fecondazione al di fuori del corpo della madre è possibile la FIVET, la fecondazione in vitro e il trasferimento in utero dell’embrione. L’ICSI (la fecondazione in vitro con iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo e trasferimento in utero dell’embrione) è una variante della FIVET, però in questo caso si superano gli ostacoli della fecondazione dell’ovocita. Infatti, mentre nella FIVET l’ovocita viene messo a contatto con gli spermatozoi, di cui uno penetra spontaneamente in vitro nell’ovocita, nella ICSI lo spermatozoo è micro-iniettato, sotto guida microscopica, all’interno dell’ovocita, mediante un macchinario chiamato micromanipolatore. Quando invece parliamo di MESA (Aspirazione Microchirurgica di Spermatozoi dall’Epididimo) e TESA (Aspirazione Percutanea di Spermatozoi per via Testicolare), parliamo di tecniche chirurgiche per il prelievo di spermatozoi in casi di azoospermia (ndr condizione di completa assenza di spermatozoi nel liquido seminale).
In merito a queste tecniche si potrebbero aprire mille e più questioni etiche, ma la medicina non è la pura arte di salvare vite, la medicina è l’arte del sostenere la vita, di aiutarla e se necessario di far in modo che questa possa essere nelle condizioni di cominciare. Grazie alle tecniche di PMA milioni di persone in tutto il mondo possono svegliarsi la mattina e guardare gli occhi del proprio amore.
Fonti | www.iss.it, www.fecondazioneassistita.it.