Ogni anno ricercatori e studiosi vengono premiati per le loro ricerche, i loro studi e le loro innovazioni. Quasi sempre, portano a risultati concreti che cambiano il nostro mondo.

Si è conclusa da poco la cerimonia assegnazione dei premi Nobel del 2014. Vediamo quest’anno chi sono stati i vincitori che si sono meritati questo premio con le loro imprese nel campo mondiale, e quali ricerche sono state viste come maggiormente importanti dalla comunità:

  • Nobel per la Fisica, Shuji Nakamura, Isamu Akasaki e Hiroshi Amano, per la loro invenzione dei LED e di diodi blu luminosi ad alta efficienza energetica che utilizziamo ogni giorno durante la nostra vita quotidiana, permettodici un risparmio quantitativo di energia notevole rispetto le tradizionali fonti luminose;

 


  • Nobel per la ChimicaEric Betzig, Stefan W. Hell and William E. Moerner, per il loro sviluppo delle tecnologie per la microscopia ottica a fluorescenza a super risoluzione. Questa scoperta permette alla microscopia di superare un limite fin’ora considerato invalicabile, e permetterebbe di osservare oggetti aventi dimensioni pari a un milionesimo di millimetro;

  • Nobel per la letteratura, Patrick Modiano, per la sua “arte della memoria”, con cui ha mostrato i destini umani più inafferrabili e scoperto il mondo della vita dell’occupazione, tramite  i suoi personaggi fragili ma autonomi ed indipendenti dalla volontà dell’autore e del narratore, presenti all’interno delle sue opere nate dai propri ricordi;

  • Nobel per la pace, all’indiano Kailash Satyarthi, per la sua lotta contro lo sfruttamento del minorile nel suo paese e per permettere a tutti i bambini una vita da tali con giochi e studio, liberando oltre 80 mila minori dalle loro condizioni di schiavitù; e alla pakistana Malala Yousafzai, Premio Nobel per la Pace più giovane della storia, per la sua lotta, nonostante l’attentato alla sua vita, contro l’estremismo islamico che vieta a tutte le donne di poter frequentare la scuola ed istruirsi, vietato dalla Sharia. La motivazione per cui ad entrambi è stato assegnato questo premio è “per i loro sforzi contro la soppressione dei diritti del bambino, dei giovani e per il diritto all’educazione di tutti i bambini” ;

  • Nobel per la medicina, a John O’Keefe e i coniugi May-Britt Moser e Edvard Moser, per aver scoperto la rete neurale che permette al cervello di riconoscere e di orientarsi nello spazio che ci circonda. Detto in altre parole, il GPS del nostro cervello.

O’Keefe ha cominciato a studiare e lavorare in questo campo di ricerca già alla fine degli anni ’60. Nel 1971 notò che nel cervello dei ratti, quando si muovono in uno spazio, si attiva una determinata area, che è l’ippocampo, quella zona deputata alla memoria  lungo termine, ed è stato proprio lui il primo ad ipotizzare che questa zona fosse deputata anche all’analisi spaziale e alla mappatura ambientale. Infatti, mentre le cavie girovagavano in uno spazio, tra le aree cerebrali maggiormente attive vi era proprio l’ippocampo e alcune cellule che ne fanno parte, da lui chiamate “cellule di posizionamento”: se l’animale ritornava in un punto, si attivava sempre quella cellula; mentre, se si spostava, se ne attivava sempre un’altra relativa ad un altro specifico punto.

Nel 2005, i coniugi Moser hanno individuato un’altra categoria di cellule neurali, le “cellule griglia” presenti anch’esse nell’ippocampo, in particolare nella corteccia entorinale. Queste sono deputate alla memorizzazione dei luoghi, dei percorsi, delle coordinate ambientali (suddividendo lo spazio in longitudine e latitudine) e si attivano secondo una griglia esagonale, da cui il nome. Le cellule di posizionamento, assieme alle griglia, ci permettono quindi di riconoscere come familiari gli ambienti in cui passiamo la maggior parte del nostro tempo e di orientarci senza troppe difficoltà in esse.

Questo, assieme ad altri studi, potrebbe spiegare anche il perchè i malati di Alzheimer (malattia neurodegenerativa che colpisce anche l’ippocampo) non riescono più a riconoscere e orientarsi negli ambienti di casa quando la malattia ha ormai cominciato a manifestarsi. Le cellule deputate a questo specifico compito, infatti, vengono danneggiate dalla malattia e muoiono.