Probabilmente molti degli appassionati di serie di T.V. ambientate negli ospedali, o semplicemente cultori dell’arte medica, avranno visto un medico ricercare il segno o riflesso di Babinski in pazienti neurologici o con gravi traumi a cranio e spina dorsale. Scopriamo in cosa consiste questo fenomeno, e perchè sia così utile in diagnostica.
Il riflesso plantare di estensione (ovvero il movimento consistente nel portare la punta del piede verso il basso) è infatti noto come riflesso di Babinski, dal nome del neuropsichiatra di origine polacca che lo ha descritto. Consiste, nel neonato, nella normale risposta alla stimolazione della parte laterale della superficie plantare del piede con l’estensione dell’alluce e lo sventagliamento delle altre dita del piede. Nel novanta per cento dei casi per provocare una flessione delle dita è sufficiente il solo sfioramento con l’unghia lungo il margine plantare esterno.
L’estensione dell’alluce su stimolazione nel neonato non è quindi sintomo di patologia, il discorso è invece completamente diverso per quanto riguarda l’adulto.
Nel neonato e nel bambino fino ai 2-3 anni di vita non si ha infatti una completa mielinizzazione del fascio piramidale, ovvero il sistema di vie nervose che provvedono ai movimenti volontari dei muscoli. Le vie piramidali si compongono di 2 motoneuroni, il primo centrale e il secondo periferico. Il Babinski compare per lesione del primo, quindi il motoneurone centrale, per cui il midollo spinale si troverà a lavorare da solo senza inibizione centrale. E’ proprio l’assenza di uno completo sviluppo del tratto corticospinale nei bambini a produrre questo riflesso, in quanto i centri superiori non possono “controllare a pieno” il riflesso spinale (si dice infatti che il neonato è un essere sottocorticale).
Al contrario, nell’adulto, la presenza di questo riflesso, essendo indice di mancato controllo da parte dei centri corticali superiori, si riconduce ad un danno a vari livelli a carico delle vie piramidali, come un’interruzione delle comunicazioni tra centri superiori ed inferiori, verosimilmente dovuta a lesioni nel midollo spinale, oppure traumi cranici, ictus o qualsiasi altra situazione patologica a carico dei centri corticali superiori.
Il tristemente famoso segno di Babinski può essere presente in un gran numero di patologie: epilessia generalizzata tonico-clonica (il riflesso capita poco dopo l’attacco epilettico), sclerosi laterale amiotrofica, tumore al cervello (se si verifica nel tratto cortico-spinale o nel cervelletto), paralisi periodica, atassia di Friedreich, meningite e sclerosi multipla.
Può essere emblematico osservare come diversi pittori ed artisti si siano soffermati su questo riflesso, descrivendolo con enfasi nei neonati. Uno degli esempi più famosi è il dipinto “Madonna della Seggiola” di Raffaello Sanzio, databile tra il 1513 ed 1514.