Sono passati ormai quasi 20 anni da quando negli anni ’90 si iniziò a coordinare un immenso studio analitico prospettico che coinvolgesse tutta la popolazione europea con lo scopo di monitorare la coorte gigantesca di persone ( più di 500.000) nel tempo, valutandone l’evoluzione dello stato di salute in rapporto ad un diverso stile alimentare

Lo studio EPIC (european prospective investigation into cancer and nutrition) è senza dubbio uno degli studi prospettici più mastodontici e coraggiosi mai intrapresi nella storia. Non solo è una fonte preziosa di informazioni dal punto di vista scientifico, ma rilancia anche l’ormai molto dibattutto e controverso tema dell’alimentazione che negli ultimi anni è diventato molto eterogeneo spaziando dal dibattito sul veganismo e vegetarianismo al tema caldo dell’alimentazione OGM alla tossicità dei prodotti della filiera.

Lo studio EPIC nasce in primo luogo per verificare la correlazione nella popolazione adulta (35-70 anni) tra cancro ed alimentazione ma i suoi dati sono largamente estrapolabili ed estensibili a molte malattie metaboliche, autoimmuni, neurodegenerative e cardiovascolari che vedono sempre più confermata l’alimentazione come protagonista o come co attore dei processi infiammatori e degenerativi.

Benché lo studio non sia ancora concluso c’è da dire che sono già emerse molte importantissime evidenze alcune delle quali prevedibili altre invece più inaspettate. Il quadro complessivo che ne vien fuori è che la dieta gioca un ruolo FONDAMENTALE nella genesi delle malattie. Nel dettaglio ecco quali sono i punti nevralgici:

  • Una dieta a MINOR carico di Na+ (sodio) e maggior carico di K+ (potassio) come quella di frutta e verdura riduce considerevolmente la pressione arteriosa media.
    Questo è un evento piuttosto atteso dato che sappiamo da sempre che frutta e verdura sono sodio carenti e che un ridotto carico di sodio nella dieta giova molto alla pressione arteriosa (non a caso negli ipertesi si consiglia sempre di associare agli antipertensivi una dieta con restrizione sodica)
  • Una regolare attività fisica aumenta molto la longevità e riduce il rischio di fratture e di osteoporosi, grazie ad un effetto PROTETTIVO sullo scheletro (particolarmente importante nelle donne in prospettiva post-menopausa)
  • Una dieta ricca di fibre protegge dal carcinoma del colon retto.
    Il carcinoma del colon retto sta diventando un vero e proprio ‘big killer’ e utilizzare una dieta che ne riduca il rischio è importante. Questo fenomeno è legato ad un minor tempo di ristagno delle fibre nel colon e una maggiore attività propulsiva per l’espulsione dal momento che le fibre vegetali sono INDIGERIBILI e quindi stimolano la peristalsi intestinale. Una delle cause maggiori di predisposizione al cancro del colon retto è proprio l’infiammazione da ristagno del contenuto intestinale (con aumentato turnover epiteliale, decrementata produzione di mucine solforate etc.) le cui cause sono molteplici e i cui alimenti che comunemente sono responsabili sono quelli con ricco contenuto di conservanti e di additivi chimici o macromolecole organiche raffinate fermentanti (zuccheri strani industriali come lo sciroppo di glucosio)
  • L’ OBESITA’ AUMENTA IL RISCHIO GENERALE DI CANCRO.
     L’obesità infatti promuove un microambiente favorevole alla crescita tumorale fatto di adipochine, citochine proinfiammatorie, fattori di crescita (come l’IGF-1), ipossia tissutale, produzione di radicali liberi. L’effetto finale è un aumento importante del rischio di sviluppare il cancro cosa ben documentata per il carcinoma dell’utero, mammella, ovaio e colon retto
  • L’IPERGLICEMIA A DIGIUNO AUMENTA IL RISCHIO CARDIOVASCOLARE
    E’ una delle evidenze più rilevanti e forse la più importante poiché fortemente correlata al diabete. Le cause di questo evento non sono ascrivibili solo agli effetti a lungo termine del diabete mellito ma piuttosto alle conseguenze molecolari dell’iperglicemia cronica. Infatti una concentrazione glicemica superiore a 10mmol (180mg) genera stress ossidativo per produzione di AGE cioè prodotti terminali della glicosilazione avanzata delle proteine le quali legano speciali recettori sulle cellule dei vasi, del rene, del cuore, del cervello etc. cioè i RAGE i quali attivano un enzima che produce radicali liberi, l’NADPH ossidasi. L’effetto finale è una cascata ossidante che danneggia le cellule ed i tessuti diminuendone lo stato di salute e aumentando i fenomeni necrotici ed ischemici. Inoltre l’iperglicemia provoca tolleranza periferica all’insulina (fosforilazione in serina del suo recettore) con conseguente iperinsulinsmo che porta inevitabilmente ad uno stress delle B-cellule degli isolotti pancreatici con diminuzione progressiva della produzione di insulina stessa ed evoluzione a diabete mellito II scompensato insulino carente
  • Evitare di fumare e bere alcolici, fare attività fisica e mangiare regolarmente frutta e verdura aumenta mediamente l’aspettativa di vita di 14 anni.

Insomma è evidente che c’è ancora molto da scoprire e da intendere ma una cosa è certa: nonostante i 20 anni di osservazione il più grande studio prospettico della storia ha ancora molte sorprese da rivelare

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Redazione | Nato a Torre del greco il 27/03/1992 5°anno facoltà di medicina e chirurgia Federico II Napoli Appassionato di molte discipline diverse la medicina rappresenta sicuramente la più importante. Non disdegno alcun settore ma le branche che più mi interessano sono quelle della diagnostica clinica, della dermatologia, della ricerca oncologica, della farmacologia, della pediatria e della medicina interna. La mia idea di medico è quella di un lavoro di gruppo che possa essere parte di un team multidisciplinare ben strutturato che garantisca ai pazienti un iter di cura completo ed efficace. Spero un giorno di poter fare esperienze anche in zone di guerra specialmente in medio oriente magari con MSF o Emergency