CASO

Un egittologo americano di 45 anni parte per una spedizione a Luxor per alcuni scavi da effettuarsi nella valle dei Re. Purtroppo a causa di un guasto alla fonte idrica di Stato gli archeologi sono costretti ad utilizzare le latrine comuni nell’accampamento e a lavarsi con le acque del Nilo. Gli scavi durano in tutto due settimane. Al ritorno negli USA l’egittologo inizia ad accusare stranissimi sintomi. Inizialmente compare una forte febbre accompagnata da mialgia ed astenia con linfo-adeno-spleno-epatomegalia. Successivamente fa seguito una fortissima reazione orticarioide sulle braccia ed il tronco cui segue un forte edema sottocutaneo. Lo scratching diventa insostenibile ed il medico che visita il paziente prescrive antistaminico e cortisonico per os. Nulla da fare, i sintomi peggiorano e dopo un po’ il paziente inizia a manifestare disuria, pollachiuria, dolori alla minzione, ematuria, tensione addominale, disturbi gastrointestinali con alvo irregolare, diarrea, sangue nelle feci, lesioni ulcerative a livello rettale. Il medico che lo visita non ha dubbi. Come finirà l’incubo del nostro egittologo?

RISPOSTA: Schistostomiasi o Bilharzia

La schistosomiasi è una grave parassitosi da trematodi (pletelminti) del genere Schistosoma e diffusi nelle aree tropicali sotto forma di varie specie (S. haematobium in Africa e lungo il Nilo; S. mansoni in Africa e nell’America caraibica e del sud; S.Japonicum in Cina e Filippine etc.). Questi parassiti sono ermafroditi il cui ospite intermedio sono i gasteropodi d’acqua dolce i quali sono gli ospiti intermedi. Questi infatti si infettano dei miracidi prodotti dalle larve dei parassiti risedenti in feci o urine ove si completa il loro primo ciclo vitale originando dapprima le sporocisti e da queste poi le cercarie che, rilasciate in acqua, infettano l’uomo. Esse penetrano tramite la pelle e mucose nell’essere umano ove completano il loro ciclo vitale diventando schistosomi. Gli schistosomi a loro volta penetrano nella circolazione sistemica ove vanno a colonizzare vari organi e distretti. A seconda dell’organo e del distretto colonizzato si avrà una schistosomiasi intestinale, epatica, splenica, sistemica, vescicale etc. In linea di massima la schistosomiasi sistemica è rinvenibile in clinica con un picco febbrile detto febbre di Katayama per formazione di immunocomplessi e una reazione orticarioide con rush dermico per marcata risposta eosinofila (gli eosinofili sono le cellule che più di tutte intervengono nelle parassitosi elmintiche poiché rilasciano enzimi capaci di danneggiare le tegumenta molto resistenti del parassita). Successivamente gli adulti penetrano nei distretti venosi mesenterici superiori dove drenano il tenue e crasso (soprattutto) a livello dei quali avviene la loro riproduzione sessuata con formazione di larve da cui nasceranno i miracidi che, reinfettando i gasteropodi, riavvieranno il ciclo. Dal circolo mesenterico quindi gli schistosomi possono agevolmente colonizzare tutto il distretto splacnico specie il fegato ove innescano una reazione fibrotica che porta ad ipertensione, ascite e varici esofagee SENZA cirrosi. A livello intestinale e urinario i parassiti innescano reazioni immunitarie violente responsabili delle ulcerazioni, della diarrea, disuria, feci sanguinolente, ematuria e altro ancora. La schistosomia è stata a lungo una piaga del mondo, essendo la parassitosi più comune dopo la malaria. Curiosamente nelle mummie egizie proprio i plasmodi della malaria e gli schistosomi sono stati i parassiti più rinvenuti. Ancora oggi la schistosomiasi rappresenta un serio pericolo nei paesi dov’è endemica per cui si raccomanda ai turisti di EVITARE LE POZZE D’ACQUA potenzialmente infettate dalle cercarie rilasciate dalle lumache.
La terapia elettiva della schistosomiasi varia a seconda della specie.
Il gold standard per S. Hematobium è il Praziquantel mentre per il S.Mansoni è indicata l’Oxamnichina

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Redazione | Nato a Torre del greco il 27/03/1992 5°anno facoltà di medicina e chirurgia Federico II Napoli Appassionato di molte discipline diverse la medicina rappresenta sicuramente la più importante. Non disdegno alcun settore ma le branche che più mi interessano sono quelle della diagnostica clinica, della dermatologia, della ricerca oncologica, della farmacologia, della pediatria e della medicina interna. La mia idea di medico è quella di un lavoro di gruppo che possa essere parte di un team multidisciplinare ben strutturato che garantisca ai pazienti un iter di cura completo ed efficace. Spero un giorno di poter fare esperienze anche in zone di guerra specialmente in medio oriente magari con MSF o Emergency