Secondo un recente studio pubblicato su “Cell Metabolism”, gli uomini con bassi livelli di testosterone sarebbero a maggior rischio di sviluppare diabete di tipo 2: questi risultati potrebbero aiutare ad identificare nuovi trattamenti anti diabete per uomini con bassi livelli di testosterone (dovuti all’età o ai farmaci per la cura del cancro alla prostata).

Diabete mellito

Il Diabete è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) e dovuta ad un’alterata quantità o funzione dell’insulina. L’insulina è l’ormone, prodotto dal pancreas, che consente al glucosio l’ingresso nelle cellule e il suo conseguente utilizzo come fonte energetica. Se volete sapere di più su patogenesi e diagnosi del Diabete potete cliccare qui.

Lo studio

Alcuni ricercatori della Tulane University di New Orleans hanno utilizzato topi maschi modificati in modo da privare le loro cellule beta pancreatiche del recettore del testosterone. Questi topi sono stati alimentati con una dieta “occidentale” ricca di grassi e zuccheri in modo da testare la loro risposta al glucosio. Con grande sorpresa, i topi senza recettori del testosterone sviluppavano una minor secrezione di insulina rispetto ai topi normali del gruppo di controllo.

Ulteriori esperimenti su cellule umane e murine coltivate in laboratorio, hanno dimostrato che il testosterone amplifica l’effetto del GLP-1, ormone rilasciato dall’intestino dopo i pasti, stimolante la produzione di insulina. Allo stesso tempo, l’effetto del testosterone sulla produzione di insulina potrebbe essere abolito inibendo il GLP-1.

“Se siamo in grado di modulare l’azione del testosterone senza effetti collaterali, potremmo creare una nuova rivoluzionaria terapia per il diabete” – (Dr. Franck Mauvais-Jaris)

L’importanza di queste scoperte, si riflette sulle innumerevoli complicanze del diabete, tra cui:

  • Retinopatia: è un danno a carico dei piccoli vasi sanguigni che irrorano la retina, con perdita delle facoltà visive. Inoltre, si hanno maggiori probabilità di sviluppare malattie oculari come glaucoma e cataratta;
  • Nefropatia: si tratta di una riduzione progressiva della funzione di filtro del rene che, se non trattata, può condurre all’insufficienza renale fino alla necessità di dialisi e/o trapianto del rene
  • Malattie cardiovascolari: il rischio di malattie cardiovascolari è da 2 a 4 volte più alto nelle persone con diabete che nel resto della popolazione causando, nei Paesi industrializzati, oltre il 50% delle morti per diabete;
  • Neuropatia: perdita di sensibilità, dolore di diversa intensità e danni agli arti, con necessità di amputazione nei casi più gravi. Tra le varie conseguenze, è responsabile di disfunzioni cardiache, impotenza, discinesie gastrice.
  • Piede diabetico: ulcerazioni e problemi a livello degli arti inferiori, soprattutto del piede, a causa dei carichi che sopporta. Statisticamente costituisce la prima causa di amputazione degli arti inferiori di origine non traumatica.

Riuscire a trovare una terapia valida per il trattamento del DM è un obbiettivo che interessa tutta la comunità scientifica e non solo, si tratta infatti di una delle patologia a più alto impatto sociale ed economico. Ogni passo fatto in direzione di uno schema terapeutico in grado di ridurre le complicanze, e garantire una qualità di vita soddisfacente al paziente, risulta essere fondamentale. Noi, intanto, proviamo a tenervi aggiornati su tutte le ultime scoperte.

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Redazione | Nata a San Giovanni Rotondo il 31/10/1990 Università del Piemonte Orientale VI anno in corso, Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia Mi piacerebbe un giorno specializzarmi in dermatologia, perchè ritengo che la bellezza di questa disciplina sia immaginare la pelle come una lavagna sulla quale le diverse patologie lasciano segni che sta a noi interpretare.