Sono Sieropositivo. Ma Decido Io Se Dirtelo.

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Cara redazione,

sono un ragazzo di 28 anni e sono sieropositivo.

Ammettere e scrivere questa parola, per me, è davvero difficile.

Ho scoperto di essere sieropositivo qualche mese fa e non riesco ancora a vivere questa parola con tranquillità, è una parola che mi tormenta, che mi destabilizza, che mi fa paura.

Ci tengo subito a dire che sono etero, non gay. Non è vero che solo i “froci” sono sieropositivi. E comunque, esserlo nel 2016 rimane qualcosa di difficile da far comprendere.

È vero sono infetto. Sebbene prenda tutti i giorni i miei farmaci e la mia conta virale resti bassissima, ho un marchio a vita sulla mia pelle.

what-is-hiv-aids-2Non sono qui a scrivere che in Italia ci sono stati 3695 casi nuovi solo nel 2014. Che la maggior parte dei contagi avviene tra eterosessuali. Che in caso di eventuale rapporto a rischio c’è la possibilità di correre ai ripari effettuando una Profilassi Post Esposizione. Non sono qui a scrivervi casistiche o discorsi sul 1 dicembre – World Aids Day che non mi appartengono e non sono lo scopo di questa lettera. No, non sono qui a scrivervi l’importanza dello screening, di farsi test regolarmente – sì anche se non ti sembrerà possibile che tu, proprio tu possa essere a rischio.

Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) la “salute” è lo stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia.

Io non sono di certo in salute, ma non solo perché ho un virus che circola nel mio corpo, ma perché non sono in uno stato di benessere psichico e sociale.
L’HIV non è una tematica meramente “microbiologica”. L’HIV è una tematica sociale.

Non poter vivere liberamente la propria sessualità, non poter conoscere una ragazza e provarci, perché tanto sai che nel momento in cui nomini le fatidiche parole scappa a gambe levate, è qualcosa che toglie a me e a tutti quelli come me una dignità, mi stigmatizza.

Qui in Italia dichiararsi HIV positivo ad un partner non è obbligatorio per legge (135/90), lo diventa solo se vengono praticati rapporti a rischio di contagio. Praticare un rapporto non protetto e non informare il proprio partner è considerato “dolo eventuale” e se avviene la trasmissione posso essere denunciato per comportamento omissivo colposo. Questi sono gli obblighi della legge italiana e vi dirò che, forse, non sono neanche male. A proposito di leggi, ho letto tempo fa un articolo secondo il quale dare la possibilità ad un soggetto di scegliere tra più opzioni per il suo disclosure permette di vivere con più serenità il proprio status.

Disclosure è come gli inglesi, che amano sempre definire tutto, chiamano l’atto di confessare (ad un partner come anche ad enti o ad esempio datori di lavoro) il proprio stato.

La cosa che mi affascina di questa parola è che, se si cerca sul dizionario etimologico, deriva dal francese antico “desclos”, che tradotto, ha anche la sfumatura di “exposed” – esposto.

I fini e le conseguenze della disclosure devono essere vantaggiosedice l’OMS in un documento a riguardo. Ma come possono essere vantaggiose e come non possono esserci danni se è la stessa società che ci emargina e ci rende diversi?

Ecco come mi sento tutte le volte che mi ritrovo a dover descrivere il mio stato di salute. Esposto. Non più protetto. Perché sicuramente anche tu che stai leggendo qualcosa la stai pensando ed io non so minimamente quanto ferito ne uscirò da questo combattimento.

E tu medico, amico o studente, che ti prenderai cura di me e cercherai di mascherare anche tu la paura stupida, infondata, irrazionale, ma pur sempre esistente, ricordati che io sono un uomo, un essere umano come te. La tua paura la comprendo. Affrontiamola insieme.

È da folli sentire di gente che decide di infettarsi volontariamente, di gente che gioca con la propria salute come con la roulette russa, di gente che infetta volontariamente altre persone in modo subdolo, perfido, vendicativo verso il genere umano.

È una battaglia che non posso combattere da solo. È una battaglia che si fa con l’informazione. L’informazione corretta.

Fallo protetto ed informati, sempre.

 

FONTI e APPROFONDIMENTI | LEGGE135\90 | HIV-LMIUS