Una ricerca pubblicata dal “Journal of Physical Therapy Science” ha messo in evidenza come un esercizio fisico mirato, compiuto sfruttando la piattaforma Nintendo Wii Fit, possa migliorare sensibilmente la performance motoria nei bambini con paralisi cerebrale spastica.

Il videogioco è considerato da molti adulti come un passatempo inutile, i ragazzini spesso ne abusano e in alcune zone dell’Estremo Oriente è diventato addirittura una piaga sociale, ma per molte famiglie potrebbe rivelarsi un valido strumento da sfruttare per migliorare la qualità della vita dei figli affetti da disordini neurologici.

In questi ultimi anni la ricerca in ambito riabilitativo ha visto una crescita esponenziale degli studi dedicati ai videogame e alla realtà virtuale, questo perchè i vantaggi di un simile approccio sarebbero molteplici:

  • il basso costo e l’ampia disponibilità delle console videoludiche in commercio (Xbox Kinect, Playstation Move, Nintendo Wii fit…);
  • la possibilità di esercitarsi a casa, sollevando i famigliari da un ulteriore impegno di tempo e denaro per trasportare il figlio al centro di riabilitazione;
  • il divertimento e lo spirito di competizione che genera un videogioco su di un bambino si differenziano molto dalla ripetitività tipica degli esercizi riabilitativi “da palestra”, aumentando di conseguenza la compliance del paziente;
  • l’oggettiva efficienza del trattamento, emersa ormai da numerosi studi, che dimostrano come l’interattività dei videogiochi o della realtà virtuale favorisca la plasticità cerebrale andando a stimolare le aree danneggiate.
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Tra le varie patologie prese in considerazione dai ricercatori, le più trattate sono l’ictus cerebrale, il morbo di Parkinson, la Sclerosi Multipla, la Paralisi cerebrale infantile, i traumi cranici e quelli spinali.

In particolare la paralisi cerebrale è la più comune disabilità fisica dell’età dello sviluppo e rappresenta l’esito di una lesione del sistema nervoso centrale che può aver avuto origine in epoca prenatale, perinatale o postnatale.

Il disturbo che ne scaturisce viene definito persistente, perchè la lesione non guarisce e va incontro a cicatrizzazione, ma fortunatamente non è di tipo degenerativo-progressivo.

Le limitazioni motorie in questi bambini si manifestano inizialmente agli arti inferiori e sono dovute alla spasticità, alla contrattura muscolare, a deformità ossee e ad alterazioni della coordinazione motoria; tutto questo porta a un progressivo peggioramento della disabilità nel tempo, oltre che all’insorgenza di problemi come il dolore, la depressione e l’isolamento sociale.

L’approccio riabilitativo classico si concentra soprattutto nel controllo e nel mantenimento della postura eretta, necessaria nello svolgimento della maggior parte delle attività quotidiane e quindi importante indicatore della qualità della vita.

Lo studio

Effettuato su 40 bambini, tra i 6-10 anni e con diagnosi di paralisi cerebrale spastica, lo studio ha preso in considerazione un allenamento giornaliero di 20 minuti per 12 settimane con Nintendo Wii fit e sono stati misurati vari parametri della funzione motoria tra cui la destrezza manuale, l’equilibrio, il test di cammino per un minuto, la forza muscolare e altri test più specifici.

Al termine del periodo di 12 settimane tra il gruppo sperimentale (esercizi con Wii fit) e gruppo controllo (esercizi classici) sono risultate differenze statisticamente significative, con un aumento delle performance motorie, di equilibrio, di forza muscolare e di efficienza nel cammino.

Da non trascurare poi gli effetti psicologici positivi di questa terapia: affrontare delle sfide, raggiungere obbiettivi e ricevere gratificazioni sono aspetti intrinseci del videogioco e nella delicata condizione di un bambino con disabilità ne aumentano la sicurezza in se stesso, l’autostima e migliorano il tono dell’umore.

Vediamo quindi sempre più studi scientifici che dimostrano come tecnologie concepite principalmente per l’intrattenimento, possono essere convertite ad un più nobile impiego nel campo della riabilitazione sia neurologica che muscolo-scheletrica.

Se questa strada si dimostrerà valida in futuro, anche un piccolo miglioramento della qualità della vita di questi pazienti e delle loro famiglie, unito alla prospettiva di uno strumento a basso costo e fruibile direttamente da casa, sarebbe un gradito passo avanti nell’angusto e lungo percorso riabilitativo.

Giacomo Magro
Studente di medicina e chirurgia

FONTI | www.jstage.jst.go.jpvisionphysiotherapy.comchildrenshealthvi.org