Vaccini: al via il nuovo piano 2017-2019

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Non sono più solo chiacchiere! Dopo il nullaosta delle Regioni, che hanno accettato in toto il progetto dopo un’iniziale perplessità per via della penuria di fondi, il Piano Nazionale Vaccini 2017-2019 sta per diventare finalmente realtà; all’orizzonte si prospettano numerosi cambiamenti per le famiglie e le ASL.

Di cosa si tratta?

Capostipite della genìa fu il Piano di Prevenzione Attiva 2004-2006. Questo piano fu pensato come risposta italiana alle sollecitazioni dell’OMS in tema di salute e vaccini. Partendo dal Piano Globale della Regione Europea ed dal Piano d’Azione Europeo, il nostro governo iniziò a dettare le disposizioni per un’adeguata risposta. La chiave di volta di questo progetto sanitario 2004-2006 fu proprio la prevenzione attiva, anzi, pro-attiva: arrivare a coinvolgere tutti i cittadini, stimolarne l’adesione consapevole a temi e pratiche della prevenzione.
In questo periodo nasceva anche il Centro Nazionale per il Controllo delle Malattie, che veniva identificato come il braccio destro dell’operazione, con il compito di aggiornare e informare gli operatori della sanità e tutti i cittadini.

Fu poi il turno del PNP, il Piano Nazionale di Prevenzione, che nelle sue ultime vesti copre gli anni 2014-2018. L’obiettivo principale, organizzato secondo tre livelli (“centrale”, “regionale” e “locale”), è la promozione della salute, tramite un approccio basato sulle evidenze.
Quattro sono le parole chiave:
1) contestualizzare al caso italiano;
2) coerenza con la direzione del settore prevenzione a livello europeo;
3) efficacia nell’ottenere degli obiettivi valutabili oggettivamente;
4) efficienza
nel rispetto della spesa pubblica.

Proprio da questo progetto 2014-2018 nasce il Piano Nazionale Vaccini 2017-2019, che però punta più alto di tutti: entro il 2018 è di 186 milioni il costo stimato delle nuove vaccinazioni, a fronte di un risparmio (in riferimento alle patologie evitate) a carico del SSN di ben 200 milioni di euro l’anno.

Certo non basta schermarsi dietro a buoni propositi su carta stampata, sventolare i documenti dell’OMS riguardo la Decade dei Vaccini, urlare l’importanza di questo tema per la salute pubblica. Le criticità non restano in sordina: c’è un impegno finanziario notevole. Ci vogliono soldi. Ma soldi per cosa?

La nuova proposta

Nel piano lo si dice senza mezzi termini: bisognerà trovare nuovi accordi, nuove soluzioni finanziarie, nuovi prezzi. Ma si spingerà affinchè tutte le novità risultino coperte dai LEA, ovvero risultino disponibili e richiedibili da ogni cittadino.
Tutti i governatori delle Regioni si sono trovati in accordo, ma restano commenti come di sfida: bisogna definire la tempistica del calendario vaccinale con precisione.

L’immagine a fianco mostra qualche obiettivo: la percentuale di
persone che devono essere “coperte” (per diverse patologie infettive) fino al 2019.

Gli obiettivi principali

  • Mantenere lo stato polio-free;
  • Raggiungere lo stato morbillo-free e rosolia-free;
  • Garantire l’offerta attiva e gratuita delle vaccinazioni nelle fasce d’età e popolazioni a
    rischio indicate, anche attraverso forme di revisione e di miglioramento dell’efficienza
    dell’approvvigionamento e della logistica del sistema vaccinale aventi come obiettivo il
    raggiungimento e il mantenimento delle coperture descritte più oltre;
  • Aumentare l’adesione consapevole alle vaccinazioni nella popolazione generale, anche
    attraverso la conduzione di campagne di vaccinazione per il consolidamento della
    copertura vaccinale;
  • Contrastare le disuguaglianze, promuovendo interventi vaccinali nei gruppi di popolazioni marginalizzati o particolarmente vulnerabili;
  • Completare l’informatizzazione delle anagrafi vaccinali, interoperabili a livello regionale e nazionale, tra di loro e con altre basi di dati (malattie infettive, eventi avversi, residente/assistiti);
  • Migliorare la sorveglianza delle malattie prevenibili con vaccinazione;
  • Promuovere, nella popolazione generale e nei professionisti sanitari, una cultura delle vaccinazioni coerente con i principi guida del presente Piano, descritti come “10 punti per il futuro delle vaccinazioni in Italia”;
  • Sostenere, a tutti i livelli, il senso di responsabilità degli operatori sanitari, dipendenti e convenzionati con il SSN, e la piena adesione alle finalità di tutela della salute collettiva, che si realizzano attraverso i programmi vaccinali, prevedendo adeguati interventi sanzionatori qualora sia identificato un comportamento di inadempienza;
  • Attivare un percorso di revisione e standardizzazione dei criteri per l’individuazione del nesso di causalità ai fini del riconoscimento dell’indennizzo, ai sensi della legge 210/1992, per i danneggiati da vaccinazione, coinvolgendo le altre istituzioni competenti (Ministero della Difesa);
  • Favorire, attraverso una collaborazione tra le Istituzioni Nazionali e le Società
    Scientifiche, la ricerca e l’informazione scientifica indipendente sui vaccini.

Il valore sociale

Basta dare un’occhiata ai 10 obiettivi del piano per farsi un’idea dell’importanza dell’aspetto comunitario della vaccinazione. I vaccini, con la loro efficacia e costo-efficacia, la capacità preventiva, sono una pratica nell’interesse collettivo: creano una cintura di sicurezza attorno ai non vaccinati, riducendo il rischio di contagio verso gli altri.
Le più piccole frane nel meccanismo, non esitano a mostrarsi: nel 2014 in Italia, a seguito del calo di vaccinazioni per il morbillo, sono stati contati 1686 casi di bambini affetti da questa malattia (ndr. è il numero tristemente più alto d’Europa). 

Per amor di precisione, ecco altri due dati: si è calcolato che la vaccinazione universale di bambini e adolescenti per l’Epatite B abbia prodotto, nel ventennio 1991-2010, un risparmio di 81 milioni di euro; sono state evitate 127.000 infezioni, 14.600 casi di epatite acuta, 4.100 casi di epatite cronica, 70 cirrosi compensate, 5 cirrosi scompensate, 64 epatocarcinomi primitivi e 17 trapianti di fegato.

Beh, ora forse è più chiaro perchè per ogni euro speso in vaccini ne si risparmiano 24 da utilizzare per l’assistenza agli ammalati.

Nel documento è stato dato ampio spazio anche al tema dei “danni” causati dai vaccini.
In Italia, forse non se ne parla abbastanza, esiste un organo di vigilanza che si occupa delle segnalazioni di questo tipo, siano esse basate solo su un rapporto temporale fra vaccino-danno, o si fondino su argomentazioni più approfondite. Quest’organo, che fa capo all’AIFA, è la Rete Nazionale di Farmacovigilanza, che raccoglie segnalazione da chiunque ed è tenuta ad inviarle tali e quali anche ad un database europeo sovra nazionale, che mensilmente l’OMS svuota dei dati che contiene per farne rapporti e statistiche.

Le vere novità

Va bene, ma di nuovo nuovo che c’è? Ecco qui: al I anno di vita, il vaccino per il Rotavirus e quello per la Meningite tipo B, il primo efficace all’87%, il secondo diminuisce il rischio di infezione di tre quarti. E si risparmierebbero non solo dolori e lamenti, ma anche 70 miliardi, da poter reinvestire (si spera) in salute.

Al secondo anno ed al quinto, novità in tema varicella: vaccino in due dosi appunto, di cui anche solo prima, ammesso arrivasse a coprire il 90% della popolazione, potrebbe diminuire del 50% e passa la mortalità.

Adolescenti adunati per HPV, IPV, Meningo tetravalente (ACWY135), anziani per Pneumococco e Zoster. Previsti anche piani ad hoc per categorie a rischio professionale o comportamentale, individui non facilmente raggiunti dagli operatori sanitari, viaggiatori.

Le parole chiave del Piano

Sicurezza, efficacia, efficienza, organizzazione, etica, formazione, informazione, investimento, valutazione e futuro. Non sono un rosario di parole snocciolate a casaccio: sono i 10 punti che uniti delineano la forma del futuro delle vaccinazioni in Italia- stanno scritte anch’esse nel Piano Nazionale Vaccini 2017-2019. Vale la pena di andarle a leggere e riflettere. Magari sono parole perfette, o magari qualcuna s’aggrappa alle tonsille e non ci va affatto giù.

Ma che ci vadano bene o le si vogliano cambiare, quel futuro a cui si riferiscono, siamo proprio noi tutti. Guardiamole, perché ci riguardano.

FONTI| Piano Nazionale Vaccini 2017-2019

Davide Dionisi
Nato il 5/09/1994, frequento la facoltà di Medicina e Chirurgia all'università Statale di Milano. Sono appassionato tanto di medicina quanto di attualità e tematiche sociali.