Un recente studio, pubblicato sulla rivista Nature, mostra un’interessante correlazione tra Helicobacter e Opistorchis Viverrini nella patogenesi del colangiocarcinoma.
Il noto verme Opstorchis, si localizza nelle vie biliari intraepatiche ed extraepatiche; l’infezione, spesso contratta con assunzione di pesce crudo o malcotto, è endemica nel Sud-Est asiatico.
L’infiammazione cronica, in risposta ai metaboliti e fattori di crescita rilasciati da questo parassita, sono implicati nell’insorgenza di patologie epatiche come: colangite cronica, colelitiasi, fibrosi periduttale o colangiocarcinoma (CCA).
Lo Studio
La provincia di Khon Kaen, nel nord-est della Thailandia, ha riportato la più alta incidenza di CCA, con più di 100 casi ogni 100.000 abitanti.
Analisi recenti suggeriscono che il trematode O. viverrini funge da serbatoio per l’Helicobacter, questo batterio svolge un ruolo importante nella patogenesi del colangiocarcinoma (CCA) associato a Opistorchiasi .
Lo studio, condotto dall’Università di Khon Kaen (Thailandia) in collaborazione con la George Washington University, ha analizzato le associazioni tra infezione da O. Viverrini, Helicobacter e fibrosi epatobiliare.
Sono stati considerati 553 soggetti residenti in quattro province della Thailandia nord-orientale, 293 positivi e 260 negativi per O. Viverrini.
La prevalenza dell’infezione da H. pylori è stata maggiore nei soggetti infettati da O. Viverrini rispetto ai partecipanti non infetti.
La carica batterica dell’H. pylori è correlata positivamente all’intensità di infezione da O. viverrini.
I fattori di virulenza dell’ H. pylori, compresi la citotossina associata al gene A (CAG A), partecipano alla patogenesi di diverse condizioni ed i partecipanti con Opistorchiasi presentavano maggiore frequenza di virulenza dello stesso H. pylori rispetto a quelli privi di infezioni.
Inoltre, la presenza di H. pylori è stata associata ad una peggiore prognosi soprattutto per la fibrosi periduttale dell’albero biliare.
Questi risultati supportano l’ipotesi che H. pylori contribuisca alla patogenesi della Opistorchiasi cronica e soprattutto del CCA associato a Opistorchiasi.
L’ H. pylori è stato il primo batterio patogeno confermato per la malattia gastrica compresi: l’ulcera peptica, linfoma gastrico e adenocarcinoma gastrico.
D’altro canto l’infezione da altre specie di Helicobacter, tra cui l’H. hepaticus e H. bilis, è implicata nell’insorgenza di patologie delle vie biliari.
In questo studio, condotto dal prof. Paul J. Brindley, 267 partecipanti erano positivi per H. pylori , 99 per H. bilis e 18 per H. hepaticus .
Recentemente uno studio ha segnalato, nei criceti con infezione da Opisthorchis viverrini, una maggiore prevalenza e l’intensità di coinfezione da H. pylori e H. bilis rispetto ai criceti non infetti, suggerendo che questa infezione serva da serbatoio per l’H. pylori.
Un’infezione mista di H. pylori e H. bilis può essere associata a malattie epatobiliari più gravi e nel dettaglio di questo studio la prevalenza di H. pylori e H.bilis è stata elevata nei partecipanti che gravemente infettati da O. viverrini.
Gli studiosi hanno riscontrato che l’Opistorchiasi può migliorare la colonizzazione da parte di Helicobacter dell’albero biliare, così come può contribuire ad altre variazioni del microbioma biliare.
I risultati suggeriscono che H. pylori raggiunge le vie biliari, e induce l’infiammazione epatica che esacerba la fibrosi periduttale.
L’Helicobacter probabilmente passa dallo stomaco al duodeno ed entra nell’albero biliare. I ricercatori suppongono che il batterio possa essersi evoluto in commensalismo con l’O. viverrini, muovendosi verso il tratto biliare durante la migrazione del parassita.
Sebbene la prova diretta di una relazione causale non sia stata ancora ottenuta, la prevalenza elevata di CCA nelle regioni in cui prevale l’infezione da O.viverrini, e la crescente evidenza nel collegamento tra Helicobacter e Opistorchiasi, suggeriscono il ruolo importante dei due agenti nell’insorgenza del CCA invitando a nuovi e successivi studi.
Opistorchiasi:
L’infezione nell’uomo si mainfesta attraverso l’ingestione di pesce crudo o malcotto.
Il verme adulto, che vive nelle vie biliari, libera entro le vie stesse le uova, le quali vengono poi eliminate con le feci.
Le uova embrionate compiono il loro sviluppo entro gasteropodi del genere Bulimus o Bullinus. Dopodichè invadono diversi tipi di pesce d’acqua dolce, ove divengono metacercarie e si incistano. Nel duodeno umano le metacercarie escono dalle cisti e migrano entro le vie biliari.
- Sintomi: sono costituiti da aumento di volume e dolenzia del fegato, perdita dell’appetito, diarrea, febbre, possibile ittero.
Nelle forme croniche, si possono avere gravi complicanze quali ittero ostruttivo, colangite suppurativa, pancreatite, cirrosi, neoplasie delle vie biliari.
- Diagnosi: si fonda sul reperto di uova del parassita nelle feci, o nella bile.
- Terapia: si giova dell’impiego di farmaci antiparassitari. Molto importanti sono le misure preventive.
FONTI: |Abstract, immagine in evidenza.