Uno studio condotto dall’Università di Edimburgo dimostra l’esistenza di 278 geni presenti sul cromosoma materno (ma anche sugli autosomi) in grado di predisporre i soggetti di sesso maschile alla calvizie.
La parola Alopecia deriva dal greco alopex che significa “volpe”: indica la tipica perdita del pelo a chiazze nella stagione primaverile. L’uso medico del termine sta ad indicare una diminuzione della qualità (colorazione e spessore) ma anche della quantità (dalla riduzione all’assenza) di peli e capelli. Questa potrà manifestarsi interessando il cuoio capelluto in maniera globale o parziale.
Esistono diverse forme di alopecia; generalmente possono essere classificate in: alopecia cicatriziale e non cicatriziale. La prima si associa a fibrosi, infiammazione e perdita dei follicoli piliferi: il cuoio capelluto appare liscio e con riduzione del numero degli osti follicolari. Nell’alopecia non cicatriziale viene perso il fusto del pelo ma i follicoli restano integri. Ognuna di queste forme potrà essere di natura acquisita oppure ereditaria.
La calvizie, generalmente, si caratterizza per essere ereditaria.Ciò è confermato, dalla presenza della malattia, in gemelli omozigoti.
L’incidenza della patologia raggiunge l’80% negli uomini di età superiore agli 80 anni. Le implicazioni a livello psicosociale (che riguardano anche e soprattutto i più giovani) sono sostanziali: i pazienti hanno una diversa percezione della propria figura, si sentono meno attraenti e socialmente meno accettati. Le conseguenze sono per lo più di natura psicologica, con diminuzione del tono dell’umore e successivamente depressione.
Oltre alle sequele estetiche e psicologiche; studi precedenti hanno evidenziato la correlazione con mutazioni genetiche implicate in patologie ben più gravi, come,neoplasie prostatiche (e non solo) e rischio di ischemia miocardica.
Lo studio, condotto dal gruppo dell’università di Edimburgo, ha coinvolto circa 50 000 pazienti di origine anglosassone di età compresa fra i 40 a 70 anni, precedentemente reclutati nella coorte della UK Biobank (2006-2010). I pazienti, alla valutazione di base, hanno compilato questionari riguardati il loro stile di vita e la loro salute e consegnato i campioni biologici necessari per la ricerca.
E’ stato possibile decodificare l’ intero genoma dei pazienti sottoposti allo studio e correlare la manifestazione della calvizie a un numero di mutazioni genetiche superiore a 250. Tra questi circa 117 erano localizzate su loci del cromosoma X.
I pazienti avevano una età media di 57.8 anni. Di questi il 27% circa aveva una perdita moderata di capelli e il 19% una perdita severa: coloro i quali presentavano le mutazioni ritenute responsabili della perdita del capello (ma anche delle modificazioni qualitative ad esso associate), andavano più facilmente incontro alla calvizie.
Tra i geni più frequentemente mutati nei pazienti valutati vi è il gene AR responsabile della produzione del recettore per gli androgeni e situato sull’esone 1 del cromosoma X. Il recettore si lega in particolar modo al diidrotestosterone (forma attiva del più noto testosterone) regolando la crescita del capello in senso depressivo: una particolare forma di questo recettore, più sensibile all’azione del diidrotestosterone, è associata a un maggiore sviluppo di calvizie in età giovanile (circa 40 anni).
Lo studio si è rivelato molto utile in quanto i futuri approcci per la cura della patologia potrebbero proprio mirare alla manipolazione e correzione dei geni responsabili della sua manifestazione. Non solo: potrebbe divenire recente la possibilità di predire precocemente il rischio di sviluppo della malattia attraverso l’indagine genetica su siero.
Questo rivoluzionerebbe lo status del paziente affetto da alopecia che ne trarrebbe vantaggio non solo da un punto di vista estetico ma anche psicologico.
Le ricerche sono ancora in una fase precoce ma potrebbero ben presto darci risposte con un risvolto più pratico. Per il momento ciò che ci è dato sapere è che l’unica cosa che ferma la caduta dei capelli è il pavimento (-cit.)
FONTI: L’impatto psicologico della perdita di capelli | Alopecia e cancro alla prostata |Alopecia e rischio cardiovascolare | Genetic prediction of male pattern baldness | IMAGE