Dal liquido cerebrospinale la diagnosi precoce per l’autismo

45765

Direttamente dalla University of North Carolina Medical School arriva una nuova ricerca che mette in relazione alcune caratteristiche del liquido cerebrospinale all’insorgenza dell’autismo. Se queste ipotesi fossero confermate, ci troveremmo davanti al primo marcatore biologico per la diagnosi dell’autismo.

I “disturbi dello spettro autistico” sono dei disturbi ad origine multifattoriale facenti parte della categoria dei disturbi pervasivi dello sviluppo (DPS). L’autismo è caratterizzato da deficit nella comunicazione e nell’interazione sociale e la diagnosi viene solitamente effettuata a partire dal secondo anno di età, quando è possibile riscontrare i modelli comportamentali propri di questo disturbo.

Il liquido cerebrospinale è un fluido dal colore limpido che si trova nel sistema nervoso centrale. La sua funzione è quella di proteggere il cervello e il midollo spinale dagli urti contro le strutture ossee e, come recenti studi hanno dimostrato, quella di filtrare i prodotti del metabolismo nervoso.

Lo studio

Nello studio, condotto su 343 bambini di cui 221 considerati “ad alto rischio” (per la presenza nella loro famiglia di un fratello con disturbo dello spettro autistico), i ricercatori hanno utilizzato la risonanza magnetica per osservare le strutture encefaliche in tre momenti precisi dello sviluppo post natale: a 6, 12 e 24 mesi.

Al termine dello studio, nel quale a 47 bambini è stato diagnosticato il disturbo, confrontando i dati ottenuti dalla risonanza magnetica è stato possibile osservare un aumento del 18% del volume del liquor negli spazi extra assiali (ossia il liquor presente tra le pareti della scatola cranica e la superficie dell’encefalo). All’aumento di volume del liquor è stata anche correlata una ridotta capacità motoria sia al livello del capo che degli arti.

Secondo i ricercatori, alla base di questa aumentata quantità di volume ci sarebbe un difetto nel meccanismo di filtrazione e drenaggio da parte del liquor, portando ad alterazioni nello sviluppo delle strutture nervose.

Ciò che ha impressionato i ricercatori è stato lo scoprire che già all’età di 6 mesi era possibile osservare questa alterata distribuzione del liquor, portando quindi all’ipotesi  che il liquor e le sue alterazioni possono costituire un importante indicatore precoce dell’insorgenza dei disturbi dello spettro autistico.

Ciò fornirebbe un importante strumento ai pediatri e alle famiglie. L’importanza di un intervento precoce risiede nel fatto che se cominciate in tenera età, le terapie comportamentali potrebbero diminuire i disturbi comportamentali dei piccoli pazienti, migliorando, di fatto, la loro qualità di vita e la loro capacità di relazione con il prossimo.

FONTI | Articolo originale

Jacopo Castellese
Appassionato di scienza e tecnologia. Quando non sono impegnato in attività di reparto o di studio cerco sempre di tenermi aggiornato in modo da scardinare le false credenze che le pseudoscienze di oggi (o il dr. Google di turno) cercano di affermare.