HPV: verso l’eradicazione totale

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“..andai ad eseguire il Pap-test, come facevo ogni anno da quando avevo diciotto anni. Fino ad allora, avevo sempre avuto risultati normali. Mi dissero che avevano riscontrato una crescita di cellule displastiche a livello della cervice uterina, e che avrei dovuto fare una colposcopia per poter eseguire una biopsia. Sapevo a malapena dove si trovasse il collo dell’utero, e non capivo nulla dei discorsi sulla mutazione cellulare. Mi dissero che la displasia, se non trattata, avrebbe potuto trasformarsi in cancro negli anni a venire. Cancro? A me?”

Dal 21 febbraio scorso Gardasil-9, il vaccino nona valente anti-HPV, è stato riclassificato in classe H (la classe che ospita tutti quei farmaci risultanti a carico del SSN solo il ambito ospedaliero). Un enorme passo avanti, che garantirà ai ragazzi e le ragazze italiane, la copertura da ben 9 ceppi del virus e fa ben sperare in una totale eradicazione nelle generazioni future.

Una subdola infezione

Quella in alto è parte della preziosa testimonianza di Christine, una delle tante donne colpite da tumore della cervice (la testimonianza integrale è visionabile su VaccinarSì), la principale neoplasia HPV correlata. Solo in Italia, in effetti, si stimano ogni anno oltre 3000 nuovi casi di tumore alla cervice.

Va infatti specificato che sebbene la maggior parte delle infezioni da HPV si risolvano spontaneamente, l’eventuale persistenza del virus espone al rischio di insorgenza di lesioni precancerose entro i 5 anni dall’infezione e del carcinoma cervicale addirittura dopo decenni.
Alla luce di questo, oggi godiamo di piani di prevenzione ed informazione eccellenti, che hanno permesso passi da gigante in termini di diagnosi precoce, incidenza e sensibilizzazione sociale.

In effetti, oltre alla consacrata e vantaggiosa metodica del pap-test, disponiamo anche dell’HPV test, in grado di rilevare il dna del virus sulla superficie del collo dell’utero. La nuova tipologia di esame possiede qualche indiscutibile vantaggio rispetto alla precedente metodica:

  • Tempi diagnostici ulteriormente anticipati
  • Possibilità di individuare un numero maggiori di lesioni sospette, ad uno stadio più precoce
  • Necessità di ripetere l’esame ogni 5 anni anziché ogni 3 (come prevede il pap test)

All’indubbia validità dei test di screening, si affiancano i già noti vaccini anti-HPV bi e tetravalenti, rivolti alle giovanissime e da qualche tempo anche ai maschietti (leggi i nostri articoli riportati in calce a riguardo), garantendo dunque un’ulteriore estensione della copertura ad entrambi i sessi.

Gardasil-9: i vantaggi

Di recente l’arsenale per la lotta all’hpv si è arricchito con l’alleato Gardasil-9, il vaccino nonavalente. Questa nuova formulazione, oltre ad assicurare la copertura contro i ceppi 6, 11, 16 e 18 (già garantiti con la formula tetravalente), estende la protezione a 5 ulteriori forme del virus, anch’esse potenzialmente oncogene. Di seguito la formulazione in una singola dose (0,5 mL):

  • Proteina L1 Tipo 6 di HPV 30 microgrammi
  • Proteina L1 Tipo 11 di HPV 40 microgrammi
  • Proteina L1 Tipo 16 di HPV 60 microgrammi
  • Proteina L1 Tipo 18 di HPV 40 microgrammi
  • Proteina L1 Tipo 31 di HPV 20 microgrammi
  • Proteina L1 Tipo 33 di HPV 20 microgrammi
  • Proteina L1 Tipo 45 di HPV 20 microgrammi
  • Proteina L1 Tipo 52 di HPV 20 microgrammi
  • Proteina L1 Tipo 58 di HPV 20 microgrammi
  • Eccipienti: Sodio cloruro, L-istidina, Polisorbato 80, Sodio Borato, Acqua per preparazioni iniettabili.

Il vaccino si costituisce di particelle altamente purificate della proteina capsidica virale L1 ed è rivolto ai ragazzi di età compresa tra i 9 ed i 26 anni. I risultati epidemiologici in merito hanno rilevato un’efficacia di prevenzione fino ad oltre il 90% delle neoplasie HPV-correlate.

Facoltativa? Meglio vaccinarsi!

In merito a queste nuove opportunità, spesso si riscontra la diffusa tendenza a considerare la vaccinazione anti-HPV facoltativa, forti dell’accessibilità agli efficaci test di screening sopracitati. Tuttavia il virus del papilloma umano è responsabile, oltre che del carcinoma al collo dell’utero, anche dello svilupparsi di una moltitudine di lesioni precancerose e di neoplasie (spesso difficili da diagnosticare precocemente). Basti pensare, per citarne alcuni, ai condilomi genitali maschili, ai carcinomi penieni ed anali ed ai tumori della testa e del collo.

Pertanto, notizie come il sopraggiungere di nuovi vaccini, dell’ottimizzazione tecnologica e del perfezionamento delle metodiche di indagine diagnostica, rendono tutti noi privilegiati testimoni del progresso scientifico e conoscitivo. Viene da sé la conseguente responsabilità ad una quanto più corretta informazione ed al migliore utilizzo di ogni nuova opportunità.

Fonti | EMA, Airc, Vaccinarsì
Approfondimenti | Il vaccino che previene il cancro, Papilloma Virus – Tutta colpa dell’uomo, EMA

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Redazione Farmacista, laureata presso l'Università degli studi "Gabriele d'Annunzio" di Chieti. "Nella sua accezione più ampia, considero la Medicina come la più umanistica delle scienze; in futuro mi auguro pertanto di offrire un piccolo e dedito contributo alla comprensione ed al miglioramento della condizione umana".