A cura del Dr. Nicola Antonio Fortunato

La Sindrome metabolica è una condizione patologica, clinicamente eterogenea, largamente diffusa nei paesi più ricchi ed industrializzati, caratterizzata da alterazioni riguardanti la circonferenza addominale, la pressione arteriosa ed il metabolismo lipidico e glucidico.

I più recenti criteri diagnostici sono quelli forniti nel 2005 dalla IDF (International Diabetes Federation) secondo i quali può esser posta tale diagnosi in presenza di almeno tre elementi tra quelli indicati in tabella.

Sindrome Metabolica Sindrome Metabolica

Tra questi parametri è fondamentale quello della circonferenza addominale aumentata, necessario ma non sufficiente per la diagnosi!

Questa condizione purtroppo è  molto diffusa nei paesi occidentali. Secondo lo studio epidemiologico statunitense NHANES III (National Health and Nutrition Examination Survey) la prevalenza della SM nella popolazione americana è del 24% nel sesso maschile e del 23,4% in quello femminile. In Italia si stima che coinvolga più di 10 milioni di persone e la sua prevalenza aumenta con l’avanzare dell’età.

La sindrome metabolica insorge come conseguenza di una complessa interazione tra molteplici fattori. È stata ampiamente dimostrata l’importanza sia della predisposizione genetica che di fattori ambientali, tra i quali soprattutto sedentarietà e fattori dietetici. Oggi sappiamo che la dieta mediterranea  è quella che maggiormente ci protegge dal rischio di insorgenza di Sindrome Metabolica. Essa è  ricca di alimenti di origine vegetale  come fruttaverduraortaggipane e cereali (soprattutto integrali), patatefagioli, lenticchie e ceci. Inoltre prevede  l’olio di oliva come fonte principale di lipidi, un consumo moderato di latticini, pesce , pollame e vino rosso, e di non consumare più di una porzione a settimana di carne rossa per via del suo alto contenuto in acidi  grassi saturi.

Tra le patologie associate alla Sindrome Metabolica bisogna ricordare:

  • NASH (Steatoepatite non alcolica)
  • Colelitiasi
  • Sindrome dell’ovaio policistico
  • Impotenza
  • Sindrome delle apnee notturne (OSAS)

Non va infine sottovalutato il fatto che i pazienti con Sindrome Metabolica abbiano un rischio cardio-cerebro-vascolare e tumorale maggiore del resto della popolazione. Questo significa che è più probabile che vadano incontro ad un infarto del miocardio o ad un ictus o che sviluppino un cancro (specialmente  carcinomi di colon, prostata, mammella o endometrio).

È dunque facile comprendere quanto sia importante prevenire, diagnosticare precocemente e trattare i pazienti con tale patologia. Gli obiettivi della terapia saranno quindi:

  • calo ponderale (con riduzione della circonferenza addominale);
  • correzione della dislipidemia;
  • controllo di glicemia e pressione arteriosa.

Sindrome Metabolica e consumo di Alcool

Numerosi sono stati gli studi, pubblicati sulle più prestigiose riviste scientifiche internazionali, che hanno indagato la relazione esistente tra la Sindrome Metabolica ed il consumo di alcol e tutti sono sostanzialmente concordi su un dato: un consumo lieve o moderato di alcolici (in particolare vino rosso) risulta protettivo nei confronti di tale condizione patologica mentre l’abuso di alcol è un importante fattore di rischio per la sua insorgenza. In particolare, i più rilevanti studi su tale argomento comprendono:

  • I dati ricavati dalla Third National Health and Nutrition Examination Survey che sottolineano l’effetto protettivo di un consumo lieve o moderato di alcolici. Esaminando 8125 soggetti e valutando in ciascuno di essi se vi fossero una o più componenti della Sindrome Metabolica (usando i criteri del National Cholesterol Education Program) si è visto che il consumo lieve o moderato di alcolici era associato ad una più bassa prevalenza della sindrome, con effetti benefici sui livelli sierici di HDL, trigliceridi, circonferenza addominale e insulinemia a digiuno. Ancora una volta l’associazione era più forte in coloro che bevevano vino o birra.
  • Lo studio condotto in Corea e pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition ha dimostrato, arruolando 3833 uomini e donne di età compresa fra 40 e 69 anni e monitorandoli nei 4 anni successivi, che il consumo quotidiano di alcol in quantità superiori a 30 grammi /die è associato ad un Rischio Relativo di sviluppare SM maggiore rispetto a quello di astemi e bevitori moderati. In particolare fu evidenziata una significativa associazione fra tutte le componenti della Sindrome Metabolica e l’ingente consumo di liquori.
  • Lo studio ATTICA ,condotto in Grecia e pubblicato nel 2014 su Diabetes and Metabolism ha valutato invece l’effetto del consumo di alcolici sull’incidenza del solo diabete nei 10 anni successivi. In questo caso furono arruolati 1514 uomini (in età fra 18 e 89 anni )e 1528 donne (tra i 18 e gli 87 anni) suddivisi in 4 gruppi: astemi e soggetti con consumo lieve, moderato o elevato. Da questo studio è risultato che coloro i quali consumavano  1 bicchiere al giorno di alcolici (in particolare vino o birra) avevano un rischio relativo  più  basso del 53% rispetto agli astemi di sviluppare successivamente il diabete. L’effetto protettivo di un basso consumo di alcolici però era più evidente tra coloro che seguivano fedelmente la dieta mediterranea.
  • Anche la metanalisi condotta da Sun K.et al, pubblicata sul Journal of Clinical Nutrition nel 2014 ha studiato la relazione tra assunzione di alcol e sviluppo della Sindrome Metabolica. In questa meta-analisi sono stati presi in considerazione sei studi prospettici coinvolgenti complessivamente 28862 soggetti con 3305 casi di SM. Anche in questo caso è emerso che il consumo di grandi quantità di alcolici rappresenta un fattore di rischio per l’insorgenza della Sindrome Metabolica mentre un consumo lieve o moderato sembra associato ad una riduzione del rischio.
  • Interessanti riflessioni emergono dai dati estrapolati dal Brazilian Longitudinal Study of Adult Health (ELSA-Brasil) ,che ha valutato l’influenza del timing dell’assunzione degli alcolici oltre che la loro tipologia e quantità. Si è visto che quando assunto insieme ai pasti, in piccole quantità, il consumo di alcolici era associato ad una minor frequenza di SM rispetto a quando fosse invece assunto a distanza da essi ed in maggiori quantità. Anche il tipo di bevanda sembra influenzare il rischio di sviluppare la malattia in quanto piccole dosi di vino, durante i pasti, sono correlate ad una più bassa frequenza di sindrome metabolica mentre la birra, in dosi maggiori e lontano dai pasti, risulta associata ad un maggior frequenza della sindrome e di tutte le sue componenti eccetto i bassi valori di colesterolo. In accordo con molti studi precedenti, anche in questo il maggior consumo di alcolici era associato a maggiori livelli di HDL.
Domenico Posa
Amministratore e Facebook Manager | Frequento Scuola di Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Bari "Aldo Moro." Fondatore ed ideatore del progetto "La medicina in uno scatto" | email - domenico.posa@gmail.com