Ingrezza è il suo nome commerciale, è il primo farmaco capace di attenuare gli involontari movimenti, tipici della Discinesia Tardiva.
La notizia
L’annuncio appare l’11 Aprile 2017 e a darlo è l’U.S. Food and Drug Administration. Si tratta dell’approvazione all’immissione in commercio di capsule di Ingrezza (Valbenazine) per il trattamento di adulti affetti da Discinesia Tardiva.
Sarà la Neurocrine Biosciences biotech di San Diego, (California) a commercializzare il prodotto, operazione che potrebbe concretizzarsi fin dalla prossima settimana.
È la prima volta che si procede all’approvazione di un farmaco per questo tipo di problema, una pietra miliare attesa da tempo e forse finalmente concretizzatasi.
Lo studio
L’approvazione è giunta solo a seguito di numerosi studi; il diciottesimo e ultimo studio, chiamato Kinetic 3, si è rivelato determinante: in esso 234 partecipanti si sono sottoposti alla somministrazione chi di 80 mg quotidiani di Ingrezza e chi di placebo.
Dopo sei settimane la sentenza: la gravità degli anomali movimenti involontari è chiaramente migliorata rispetto a quella dei partecipanti sottoposti a placebo.
La malattia
La Discinesia Tardiva è un disturbo tipicamente caratterizzato da movimenti anomali, involontari e ripetuti, riguardanti maggiormente la porzione inferiore del volto, labbra, lingua e mascelle. Talvolta possono evidenziarsi anche difficoltà respiratorie o delle estremità del corpo. Tipici sono smorfie, lo sbattere dei denti e delle labbra, la protrusione della lingua e i movimenti incontrollati delle dita. Solo in America affligge circa 500mila individui.
È un grave effetto collaterale extrapiramidale dato da farmaci che principalmente sono usati nella pratica clinica in contesti psichiatrici. Sono infatti gli antipsicotici più antichi come Flufenazina, Clorpromazina, Aloperidolo, Trifluoperazina ed altri, utilizzati per disturbi come psicosi, schizofrenia, disturbo bipolare e di personalità in genere, ad essere solitamente associati a Discinesia Tardiva. Può inoltre correlarsi all’utilizzo di antipsicotici nel trattamento di depressione e, in sporadici casi, trattamenti per disturbi gastrointestinali.
Può pertanto considerarsi un buon esempio di patologia iatrogena.
Gli effetti collaterali
Il nuovo farmaco presenta come possibili effetti collaterali sonnolenza e un prolungamento del tratto QT nel tracciato ECG: la stessa FDA sconsiglia infatti la prescrizione del farmaco a soggetti con sindrome da QT congenita o con battiti anomali correlati ad un prolungato dell’intervallo QT.
Il meccanismo d’azione
Valbenazine agisce come inibitore del trasporto vescicolare delle monamine 2 (VMAT2), la cui alterazione provoca un innalzamento dei livelli di dopamina nel cervello. La VMAT2 è infatti preposta al controllo cerebrale dei livelli di dopamina, noradrenalina, serotonina e istamina.
Inibendo tale proteina trasportatrice, viene inibita la capacità di trasportare mediante vescicole sinaptiche la dopamina, riducendo così il livello complessivo di dopamina presso la fenditura sinaptica.
Un immoderato livello di dopamina infatti è all’inizio di patologie come la Discinesia Tardiva, la Corea di Huntington, la sindrome di Tourette, distonia, schizofrenia.
Il farmaco agisce in modo estremamente selettivo, non intaccando in modo rilevante le concentrazioni di altre monoamine (serotonina, istamina, norepinefrina), evitando così effetti negativi indesiderati.
Il passato
Nel 1958 fu sintetizzata una molecola, la Tetrabenazina, utilizzata per una finestra temporale breve per il trattamento di Discinesia Tardiva e Corea di Huntington.
Il farmaco è stato poi ritirato per i gravi effetti tossici a lui annessi.
Il meccanismo d’azione era però lo stesso oggi presentato dalla Valbenazine.
Diversi studi stanno indagando anche sul pramipexolo, già utilizzato nella terapia del Parkinson, che sembra mostrare effetti convincenti.
Anche l’uso di benzodiazepine (Clonazepam), capaci di controllare parte dei sintomi, è scoraggiato dalla facile tolleranza che si sviluppa.
Infine anche la Vitamina B6 e una particolare miscela di amminoacidi a corta catena stanno dimostrando una relativa efficacia, ma gli studi sono ancora aperti, o troppo pochi.
Interessante è citare il caso degli anticolinergici, dall’effetto terapeutico solo apparente: favoriscono infatti una sensibilizzazione ulteriore del sistema dopaminergico.
Talvolta è stato utilizzato l’ausilio degli effetti della tossina botulinica, per limitare la gravità dei movimenti.
FONTI| http://www.primehealthchannel.com/tardive-dyskinesia-symptoms-causes-diagnosis-and-treatment.html
(1) https://www.fda.gov/NewsEvents/Newsroom/PressAnnouncements/ucm552418.htm;