Un aiuto inaspettato contro l’antibiotico resistenza

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L’antibiotico resistenza è uno dei problemi più seri che la medicina del futuro si troverà ad affrontare.

L’utilizzo sconsiderato di una preziosa risorsa farmaceutica come gli antibiotici ha permesso lo sviluppo di specie batteriche più resistenti e che non rispondono ad alcun trattamento: è quindi necessario sviluppare nuove molecole in grado di contrastarle.

Un rapporto recentemente stilato dalla World Health Organization (WHO) dà una chiara immagine della situazione critica: per alcune specie batteriche (come lo Pseudomonas Aeruginosa, Klebsiella Pneumonia e l’Escherichia Coli) lo sviluppo di nuovi antibiotici deve essere una priorità assoluta.

Un nuovo studio offre una speranza per lo sviluppo di farmaci efficaci.

I ricercatori della School of Systems Biology alla “George Mason University” in Manassas (Virginia, USA) in una ricerca pubblicata su NPJ Biofilms and Microbiomes hanno individuato nel sangue di Drago di Komodo (Varanus Komodoensis) un peptide con capacità microbicide eccellenti.

Il Drago di Komodo è un rettile dalle dimensioni non indifferenti (possono arrivare fino a 3 metri di lunghezza) che vive nelle isole dell’Indonesia.

Drago di Komodo

É noto per essere un rettile che non soffre di malattie o infezioni pur consumando molto spesso carne in avanzato stato di decomposizione (e quindi con una carica batterica altissima) e vivendo in un habitat che favorisce lo sviluppo di diverse specie batteriche.

Secondo i ricercatori, il motivo di questa eccezionale resistenza è da ricercarsi nel suo sangue; nel torrente circolatorio del Drago di Komodo è stato isolato un peptide chiamato VK25.

I ricercatori, partendo da VK25, hanno riarrangiato due aminoacidi con l’esatto scopo di rendere la molecola più efficace: sintetizzando, in questo modo, una molecola del tutto nuova, chiamandola DRGN-1, e testandola in laboratorio.

La DRGN-1 è stata testata su modelli murini: le cavie sono state sottoposte a micro lesioni che sono state infettate con due specie batteriche molto resistenti: lo pseudomonas aeruginosa e lo staphylococcus aureus.

In seguito all’applicazione della molecola sintetica, i ricercatori hanno osservato una completa distruzione del bio-film batterico (una membrana protettiva che le colonie batteriche creano come difesa), seguita dall’eradicazione delle specie batteriche infettanti.

Inoltre, i ricercatori hanno constatato come DRGN-1 attivasse i fattori di proliferazione epidermici, promuovendo la migrazione dei cheratinociti nella zona dove era stata praticata la micro lesione.

I peptidi sintetici contro le infezioni microbiche sono un approccio del tutto nuovo per combattere il problema dell’antibiotico resistenza, si spera promettente.

Nonostante il loro impiego nella ricerca medica sia relativamente recente, la loro evoluzione nel mondo animale ha richiesto milioni di anni, dimostrando come la natura sia ancora una volta maestra nello sviluppo scientifico.

Fonte| Komodo dragon-inspired synthetic peptide DRGN-1 promotes wound-healing of a mixed-biofilm infected wound

Jacopo Castellese
Appassionato di scienza e tecnologia. Quando non sono impegnato in attività di reparto o di studio cerco sempre di tenermi aggiornato in modo da scardinare le false credenze che le pseudoscienze di oggi (o il dr. Google di turno) cercano di affermare.