Cara redazione,
mi chiamo Andrea, sono gay e sono preoccupato.
Sono stato da poco all’estero e mentre giravo per le strade di questa ‘big city’ ho aperto Grindr (un’app che permette di incontrare ragazzi nelle vicinanze) al fine di conoscere qualcuno del posto e, perchè no, passare una serata diversa dal solito.
Sapete perchè sono preoccupato? Perchè una buona parte dei gay del posto praticava il BareBack (cioè sesso anale non protetto) e si definiva HIV negativo sotto PrEP.
Il primo profilo che contatto lo blocco e via, così anche il secondo, ma quando sono arrivato al terzo che mi proponeva la stessa pratica, mi sono dovuto fermare e ho iniziato a cercare su internet per informarmi.
Cos’è la PrEP?
La PrEP, Pre Exposure Prophylaxis, è l’utilizzo di un farmaco anti retrovirale (uno di quelli comunemente utilizzati per il trattamento per l’HIV), ma usato come profilassi preventiva, quindi prima dell’eventuale contagio. Dopo aver effettuato un test per l’HIV ed esserne risultato negativo, se assunta secondo le indicazioni fornite dalle linee guida permette una copertura da infezione da HIV di circa il 90% dei rapporti sessuali a rischio. In parole povere se hai un rapporto non protetto con una persona con HIV (con carica virale rilevabile, quindi magari qualcuno che non sa di essere sieropositivo e non sta assumendo alcun farmaco che vada ad abbassare e bloccare la replicazione virale all’interno dell’organismo) hai circa una probabilità su 10 di contrarre il virus. Si può pensare che non sia un rischio così alto, ma rimane comunque elevato se si considera che la copertura offerta dai preservativi è circa del 99%.
Sono preoccupato perchè il TRUVADA (nome del farmaco usato per la PrEP) non copre ovviamente da tutte le altre infezioni sessualmente trasmissibili (come gonorrea, clamidia ecc). E così la sifilide, ad esempio, è tornata in auge, come anche le epatiti virali, al punto che sono le stesse app per dating a richiamare all’ordine e invitare gli user a vaccinarsi. L’epidemia di Epatite A sta davvero preoccupando alcune ASL (per esempio quelle di Roma) tanto da far diventare gratuito il vaccino anzichè a pagamento in alcune di esse.
Qual è quindi la situazione ad oggi?
Solo negli USA ogni anno ci sono 37.600 nuovi casi di infezione da HIV, nel mondo ogni anno ci sono 1,9 milioni di nuovi infetti con età maggiore di 15 anni (contratto per lo più sessualmente o per uso di droghe iniettabili).
Direi che forse le campagne preventive sul ‘safe sex’ non hanno portato ottimi risultati. Per lo meno all’estero.
E in Italia? Nel 2015 ci son stati 3.444 nuove diagnosi di infezioni. Non proprio poche direi. Non proprio un numero ragguardevole. Stiamo forse fallendo nella ‘cultura del sesso protetto’?
Ecco, quindi, che ci si trova di fronte ad un paradosso: dover decidere tra il diminuire le nuove diagnosi di infezione o continuare a diffondere una cultura di prevenzione fatta tramite metodi contraccettivi come i preservativi.
Perchè un paradosso? Perchè,purtroppo, questa è la sensazione che si avverte, quasi che l’uno escluda l’altro. Mi spiego meglio, la PrEP dovrebbe essere associata comunque all’uso di altre strategie preventive, incluso il Condom, durante i rapporti, ma praticamente questa è diventata la giustificazione per non usarli e sentirsi ‘protetti’ comunque.
Mi appello dunque alle associazioni LGBTQ+, che tanto vogliono che questa profilassi sia disponibile in Italia soprattutto per le categorie che vengono chiamate popolazioni chiave (MSM uomini che hanno rapporti con uomini) come è giusto che sia.
Ma mi domando: una volta raggiunto questo obiettivo e una volta introdotta la PrEP, si continuerà a promuovere un’educazione sessuale consapevole sia tra i gay e sia tra gli etero, visto che non esistono popolazioni a rischio, ma comportamenti a rischio? Questa profilassi deve essere un’aggiunta alla tutela della nostra salute e non un sostituto diversamente efficace del nostro amato preservativo.
In un celebre film con tema HIV “The Normal Heart”, c’è una scena in cui la dottoressa che si sta occupando dei primi casi di infezione parla con la comunità gay dell’epidemia in atto e loro increduli si oppongono all’idea di prevenire l’epidemia con l’astinenza. In questo dibattito animato, c’è una frase che mi ha sempre molto colpito e che non vorrei mai ritrovarmi a ripetere:
“Cominceremo ad avere paura del sesso. Perderemo il rispetto di noi stessi per cui abbiamo tanto lottato!”
Non dimentichiamoci il valore della salute, il valore della libertà che con gli anni si è conquistata. Non dimentichiamo quanto sia importante il rispetto per se stessi e per gli altri.
Fallo protetto sempre e fallo responsabilmente.
FONTI | Articolo 1; https://start.truvada.com/; Articolo 2 ; Articolo 3; Articolo 4 ; Articolo 5 ; Articolo 6 ; Articolo 7; Articolo 8; Immagine in evidenza