Il decreto legge Lorenzin si lascia alle spalle il Senato, pronto per essere esaminato alla Camera. I tempi sono stretti, deve essere approvato entro il 6 Agosto. Già ora sono molte le modifiche, parecchi i nasi torti e c’è pure qualche presunto voltagabbana. Le prime reazioni arroventano strade cittadine e piazze virtuali. Che succede?
Il Decreto
Soprannominato decreto Lorenzin, viene emanato il 7 Giugno 2017. È un decreto legge, cioè un provvedimento provvisorio emanato direttamente dal Governo in casi di urgente necessità e che vale come una legge. Deve essere approvato in Parlamento entro 60 giorni dalla sua emanazione: se ciò non accade il provvedimento decade, cioè i suoi effetti e intenti risultano annullati.
Il decreto Lorenzin ha sofferto una genesi pasticciata. All’annuncio di Beatrice Lorenzin è seguita prima la tirata di freno a mano della ministra dell’Istruzione Fedeli, poi la smentita di Palazzo Chigi. Mentre si vociferava del disappunto del segretario Matteo Renzi sulle divisioni del Governo a proposito del provvedimento, il premier Gentiloni assicurava “decisioni collegiali” riguardo il decreto. Infine è giunta la conferma della sua presentazione al Consiglio dei Ministri.
Il 20 Luglio, con 171 voti favorevoli sui 253 presenti, il decreto, dopo un mese di discussione, tagli ed emendamenti, passa dal Senato alla Camera. Molte le modifiche, che hanno però garantito il voto favorevole, oltre che dalla maggioranza al Governo, anche di Forza Italia, Scelta Civica-Ala e Mdp -voti comunque non di gruppo, questi ultimi: i senatori sono stati lasciati liberi di “votare in dissenso”.
A fine votazione, sono chiari i pesi in gioco: non solo la maggioranza, dunque, ma ogni gruppo e corrente di pensiero si è ritagliato l’approvazione di un emendamento che ha reso, a parer suo, giustificato e “votabile” il decreto. Ora è sotto la lente della Camera, che voci di corridoio dicono pronta a imporre il voto di fiducia: o passa il decreto, o salta il Governo.
Le novità
Sono parecchie. La perdita della patria potestà? Saltata. Le sanzioni? Abbassate drasticamente. Il numero di vaccini? Pure.
Le vaccinazioni obbligatorie scendono in numero da 12 a 10, con parere favorevole dell’Istituto Superiore di Salute, che si è espresso in un comunicato di commento durante l’iter del provvedimento in Senato.
Saranno obbligatorie anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite e anti-varicella. Sono invece quattro le consigliate: anti-meningococcica B, anti-meningococcica C, anti-pneumococcica e anti-rotavirus.
Attenzione, però, perché quelle anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite e anti-varicella rimangono in obbligo solo per i prossimi 3 anni. Passato questo lasso di tempo l’obbligatorietà potrebbe essere revocata, sulla base dei risultati epidemiologici e delle coperture raggiunte.
E le obbligatorie saranno tali anche per i minori stranieri non accompagnati.
Il decreto emendato prevede l’acquisto di vaccini in formula monocompetente o combinata in cui sia assente l’antigene di malattia per cui il minore ha già sviluppato immunità naturale. Ma, e c’è un bel ma, siccome i vaccini in formula monocompetente risultano più cari, comunque il loro acquisto sarà vincolato alle disponibilità economiche del Servizio Sanitario Nazionale.
A tal proposito, è anche previsto l’obbligo per l’AIFA (l’agenzia italiana che si occupa di comprare per conto del nostro Paese i farmaci) di contrattare il prezzo dei vaccini con i produttori. Mentre, in tema di danaro, diminuiscono di ben 7000 euro le sanzioni da mancata vaccinazione: all’ingresso in Senato il testo prevedeva sanzioni massime di 7500 euro, ora le multe non potranno superare i 500 euro.
Un pensiero anche alle questioni più pragmatiche e pressanti, alla prospettiva territoriale: se salta la possibilità all’inizio ventilata di vaccinarsi in farmacia, è invece approvata la possibilità di prenotare dalla farmacia la vaccinazione tramite CUP.
Implementata pure la farmacovigilanza, con il ricorso a esperti dichiaratamente esenti da conflitti di interessi, e la presentazione di relazioni annuali al Governo sia sul sistema di farmaco vigilanza che sugli eventi avversi confermati associati a vaccino.
Per i genitori
Per poter accedere ai soli servizi educativi per l’infanzia, le scuole dell’infanzia, il decreto rende necessario presentare la documentazione riguardo le avvenute vaccinazioni, esenzioni o differimenti.
Per l’anno scolastico 2017/2018, i documenti andranno presentati entro e non oltre il 10 Settembre 2017. Invece, per gli altro gradi di istruzione, cioè le istituzioni del sistema nazionale di istruzione e i Centri di Formazione Professionale regionali, i documenti vanno presentati entro il 31 Ottobre 2017, ma non costituiscono un requisito d’accesso.
Le reazioni
Come intuibile, le reazioni non si sono fatte attendere. Oltre ai presidi a Roma, alla manifestazione di Pesaro, anche Milano è stata teatro di una marcia contro il decreto e i vaccini in generale. Su Internet piovono poi le polemiche su personaggi come l’On. Malan, coperto di insulti e minacce da quando, dopo essersi presentato più volte come “difensore” dei genitori contrari a decreto e vaccinazioni, si è scoperto (non che fosse segreto, n.d.r.) il suo voto a favore del decreto Lorenzin.
Insomma, il clima è ancora molto teso, soprattutto per coloro che hanno deciso di vedere una minaccia nella vaccinazione senza una reale motivazione scientifica e senza documentarsi adeguatamente in merito. Dal canto suo, il mondo scientifico sembra chiudersi su sé stesso, perdendo fiducia nelle capacità di spiegazione, coinvolgimento e inclusione che dovrebbero caratterizzarlo oggi più che mai.
Sembra troppo spesso che sia più importante trovare il complotto a tutti i costi, combattere contro qualcuno di “potente” invece che, con lucidità e umiltà, studiare, informarsi e aprire gli occhi, finalmente, sul degrado sociale e sanitario in cui stiamo scivolando pericolosamente. Se la storia si ripete ciclicamente, stiamo ritornando al medioevo?
FONTI | decreto legge approfondimento; l’inizio pasticciato; verbale discussione finale del decreto Lorenzin al Senato