Caso
Paziente di 56 anni si reca al pronto soccorso per la comparsa di prurito ed importante edema agli arti inferiori. Riferisce di aver iniziato una terapia a base di diclofenac sodico a causa di forti dolori all’articolazione del ginocchio destro alla quale aveva subito un intervento di protesi circa 10 anni a prima.
Riferisce di essere stato sempre in buona salute (dice di avere da molti anni una lieve ipertensione per il quale assume ramipril 5mg ogni giorno) e di non aver mai effettuato indagini laboratoristiche o strumentali di controllo dopo l’intervento. Obeso, fumatore di 20 sigarette al giorno fino allo scorso gennaio.
All’ E.O. sono presenti sulla cute lesioni da eritrodermiche pruriginose, le mucose sono pallide e gli arti inferiori improntabili. Il paziente è dispnoico. P.A. 170/85 mmHg.
Si eseguono esami di routine e di funzionalità cardiaca, epatica e renale.
ECG nella norma.
Le indagini di laboratorio mostrano: marcata anemia, ipereosinofilia, ipercolesterolemia e aumento della creatinina sierica.
Cosa sospettate? Qual è l’indagine di conferma?
Diagnosi: MALATTIA RENALE CRONICA
La MRC comprende una serie di processi fisiopatologici associati a funzione renale alterata e progressivo declino della velocità di filtrazione glomerulare (GFR, parametro importante della classificazione secondo il sistema KDOQI).
In altre parole, il termine insufficienza renale cronica fa riferimento a una circostanza in cui i reni hanno perso le proprie capacità funzionali in maniera progressiva e per effetto di un meccanismo a lenta evoluzione.
Purtroppo, l’insufficienza renale cronica ha effetti irreversibili: le cure disponibili sono solamente in grado di rallentare il declino funzionale dei reni.
Le cause della malattia sono molteplici. La più frequente è il diabete, a seguire vi sono: glomerulonefriti, nefropatia ipertensiva, malattia del rene policistico, altre forme di nefropatia in generale.
A causa dell’ampio spettro di cause, spesso la malattia può passare inosservata fino a quando il quadro clinico del paziente non peggiora a tal punto da necessitare della visita di un medico.
I parametri più utilizzati per monitorare la funzionalità renale sono la creatinina e l’urea: alti valori di queste sostanze nel sangue indicato una alterazione nella escrezione renale.
I soggetti più a rischio di insufficienza renale cronica sono: i diabetici, le persone affette da ipertensione, i malati di cuore, i fumatori, gli individui con alti livelli di colesterolo nel sangue, gli obesi, gli anziani, le persone con una storia familiare di malattie renali, gli individui di razza Afro-americana, i nativi Americani e gli Asio-americani.
I sintomi e i segni dell’insufficienza renale cronica compaiono gradualmente.
Come conseguenza dell’iperazotemia compaiono: nausea, diarrea/vomito, alterazioni della quanti-qualitative delle urine, alito uremico.
L’iperfosforemia porta a prurito, predisposizione alle fratture ossee e crampi/spasmi muscolari.
L’iperkalemia predispone ad aritmie e paralisi muscolari.
L’accumulo dei liquidi nei tessuti porta ad edema degli arti sopratutto inferiori e dispnea (per versamento pleurico).
La mancata produzione di eritropoietina predispone all’anemia e quindi a marcata astenia, sonnolenza, problemi di memoria e concentrazione.
Infine possono presentarsi: urine schiumose, ipertensione, perdita di appetito, disturbi del sonno notturno, inscurimento della pelle, singhiozzo persistente e tendenza alle emorragie.
L’insufficienza renale cronica è già di per sé una complicanza di altre condizioni o malattie, perciò, un suo ulteriore peggioramento può coincidere con un aggravamento di tutti i sintomi precedentemente elencati.
Per una diagnosi corretta di insufficienza renale cronica e l’individuazione della corretta causa sono necessari: l’esame obiettivo, l’anamnesi, le analisi del sangue (azotemia, creatininemia ma anche altri parametri), le analisi delle urine (forniscono informazioni sulle cause e le caratteristiche dell’insufficienza renale presente in un individuo) e alcuni esami di diagnostica per immagini.
In alcuni frangenti, potrebbe risultare indispensabile anche il ricorso a una biopsia renale, in quanto utile per chiarire le cause che hanno condotto all’insufficienza renale cronica.
Lo scopo della terapia è quello di eliminare la causa scatenante la patologia e rallentare quanto più possibile la sua progressione. Il primo passo è quello di adottare uno stile di vita consono alla malattia, inoltre sono disponibili: una terapia causale atta ad eliminare la causa se possibile e una terapia sintomatologica (farmaci antipertensivi, diuretici, vit. D e calcio, eritropoietina e ferro, statine). Nei casi più avanzati di malattia è necessario ricorrere alla dialisi. Il trapianto non sempre è risolutivo e porta il paziente a remissione completa.