Caso Clinico

Tamara ha 50 anni e vive da sola con sua madre. E’ obesa, diabetica, soffre di apnee notturne ed è in menopausa da 2aa. Esegue annualmente esami ematochimici, bioumorali e indagini strumentali come follow up per la sua condizione.

Alle analisi laboratoristiche più recenti compaiono un aumentato valore dell’ematocrito e del numero dei globuli rossi (policitemia) e linfociti (linfocitosi), VES e PCR sono aumentate.

Riferisce al medico di base di aver iniziato una dieta e di aver perso molti più chili del previsto a causa di problemi di digestione recentemente insorti.

Ad una visita ginecologica spiega di aver avuto perdite ematiche, dolori pelvici e distensione addominale a cui non aveva fatto caso perchè spesso aveva sofferto di emorroidi.

Quale potrebbe essere la patologia alla base di questi sintomi e segni? Come procedereste con l’iter diagnostico?

TUMORE DELL’OVAIO

Il tumore dell’ovaio costituisce la più frequente causa di decesso tra i carcinomi dell’apparato genitale. La sua massima incidenza si riscontra tra i 65 e gli 80 anni.

Tra i fattori di rischio maggiori abbiamo:

  • La famigliarità per neoplasie ovariche, mammarie o sindrome di Lynch;
  • La teoria dell’ovulazione incessante (secondo cui ad ogni ovulzione l’epitelio ovarico è potenzialmente esposto a diventare displastico, motivo per le quali le nullipare sono più a rischio);
  • Cancro con associazione dei geni BCRA1 e 2;
  • esposizione ad amianto e polvere di talco.

Tra i fattori protezione, invece, il principale è l’ anovulazione (e quindi gravidanze, assunzione di anticoncezionali orali, sindrome dell’ovaio policistico) seguito da allattamento, isterectomia, sterilizzazione tubarica e ooforectomia.

Esistono tantissimi tipi di tumore dell’ovaio in base al tipo di cellule che ne sono coinvolte: tumori dell’epitelio, dello stroma e delle cellule germinali, dei cordoni sessuali ma anche tumori metastatici (costituiti da cellule differenti rispetto a quelle presenti nella struttura dell’ovaio).

Nella maggior parte dei casi questi tumori sono asintomatici o paucisintomatici, problema questo che rende estremamente difficile e tardiva la diagnosi. Il sintomo comunque più frequente è la distensione addominale seguita da dolore e metrorragia. Questi possono essere accompagnati da sintomatologia costituzionale (anoressia, astenia), digestiva e urinaria. Può presentarsi ascite bilaterale e a rapida crescita.

All’E.O. il tumore è generalmente palpabile come massa solida e fissa. Il dubbio insorge anche nel caso in cui si riescano a palpare le ovaie in donne in post menopausa.

L’ecografia è un’utile indigine di primo livello, TC e RMN hanno maggiore sensibilità nell’individuare metastasi ed adenopatie.

Utili marcatori tumorali sono: CA-125, CEA, Alfa-fetoproteina, CA19.9, HCG, ormoni tiroidei ed estrogeni (ognuno di questi può essere più o meno specifico in base al tipo di tumore ovarico).

Le uniche indagini che forniscono diagnosi di certezza sono la laparotomia esplorativa e la biopsia.

Il primo passo nel trattamento è la chirurgia. Importanti sono anche i trattamenti chemioterapici.

La prognosi varia in base allo stadio clinico, al tipo istologico e dalla presenza di lesioni residue a seguito dell’intervento.

 

Marica Romano
Sono studentessa di Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Bari. Amo la scienza in ogni sua sfaccettatura ma la medicina occupa una parte privilegiata nel mio cuore e nella mia mente.