Amiloidosi comune e da transtiretina: nuove strategie terapeutiche

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Le amiloidosi sistemiche sono un gruppo di malattie rare causate dall’accumulo di materiale proteico, detto amiloide, che si deposita negli organi e li danneggia.

Amiloidosi comune

L’amiloidosi da catene leggere è la forma più comune di amiloidosi: in questo caso a produrre proteine anomale sono le plasmacellule. Sono componenti del sistema immunitario che normalmente sintetizzano anticorpi per la difesa dell’organismo. Quando un gruppo di plasmacellule “impazzisce”, produce catene leggere in eccesso che si depositano soprattutto in cuore, reni e intestino.

  • Studiando le possibili terapie, in passato si è tentato il trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche (cioè di cellule progenitrici degli elementi del sangue, prelevate dal paziente stesso) dopo aver agito sull midollo osseo del malato con farmaci come il melfalan. Ma questo trattamento funzionava soltanto nel 20% dei casi.
  • Nel 2004, è stato avviato l’uso del desametasone (un cortisonico) associato al melfalan (un chemioterapico), quindi una terapia antitumorale, che si è rivelata efficace in almeno il 70% dei pazienti.
  • Attualmente si è scoperto che le nuove terapie anti-mieloma si sono rivelate efficaci anche nell’amiloidosi.

In particolare il bortezomib, un inibitore del proteasoma. Si tratta di una molecola cosiddetta a bersaglio molecolare, che inibisce questo organello, il proteasoma che, nella cellula, ha il compito di eliminare le proteine sbagliate. Inibendo le sue funzioni si fa in modo che le proteine tossiche, prodotte in eccesso, distruggano la cellula che le produce. I pazienti trattati con questo farmaco recuperano a pieno danni caridaci. E molti danno risposte complete che possono evolvere in una guarigione.

Amiloidosi da Transtiretina

Una seconda forma è l’amiloidosi da transtiretina (hATTR), una malattia rara che riguarda circa 50 mila persone nel mondo e con una prognosi infausta.

La patologia è causata da mutazioni nel gene che codifica per la transtiretina, proteina principalmente prodotta dal fegato.

“Questo gene, produce una proteina che serve soprattutto per il trasporto della vitamina A e dell’ormone tiroxina. Tuttavia un suo difetto genetico, determina un deposito dannoso e progressivo di sostanza amiloide in vari organi, soprattutto nei nervi periferici e nel cuore”

spiega Giampaolo Merlini, Direttore del Centro per la cura e lo studio delle amiloidosi sistemiche all’Università di Pavia, Policlinico San Matteo.

Finora le opzioni terapeutiche sono state il trapianto di fegato o una terapia sintomatica con un farmaco stabilizzatore della proteina, che si chiama tafamidis.

Un farmaco innovativo, chiamato Patisiran, agisce proprio sull’Rna messaggero e si è dimostrato efficace nella cura.

A confermare l’efficacia del farmaco sono i risultati dello studio Apollo, i cui dati sono stati presentati a Parigi in occasione del primo meeting europeo su “Amiloidosi hATTR per pazienti e medici”.

Lo studio Apollo ha coinvolto 225 pazienti in 19 Paesi, con età media di 61 anni: alcuni di essi assumevano il farmaco per via endovenosa ogni 3-4 settimane, altri il placebo.

“I risultati hanno visto un miglioramento dei sintomi, per esempio della capacità di movimento, dello stato nutrizionale e della funzione cardiaca, nei pazienti trattati con il farmaco, associati a un rallentamento della progressione della malattia e, in alcuni casi, anche a una sua regressione”

ha spiegato a Parigi David Adams, neurologo al Centre Hospitalier Universitaire di Bicêtre, Université Paris e coordinatore della ricerca.

L’azienda produttrice Alnylam Pharmaceuticals, ha ottenuto due importanti risultati che potrebbero velocizzare il percorso verso la commercializzazione del farmaco patisiran.

Nelle scorse settimane il Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ha concesso alla molecola una valutazione accelerata.

L’EMA assegna questo tipo di revisione ai farmaci ritenuti di grande interesse per la salute pubblica e per far sì che i pazienti ricevano il prima possibile i nuovi trattamenti.

I risultati dello studio di Fase III APOLLO nei pazienti affetti da amiloidosi hATTR forniscono le prove che il patisiran ha il potenziale per migliorare la qualità della vita. Con questa valutazione accelerata speriamo di poter rendere disponibile al più presto questo trattamento per i pazienti in Europa”.

ha dichiarato Eric Green, Vice Presidente e General Manager del programma TTR presso Alnylam.

D’altro canto Alnylam ha iniziato la presentazione di una domanda di registrazione di nuovo farmaco (NDA) per patisiran anche presso l’americana Food and Drug Administration (FDA).

FONTI | Immagine in evidenza; Osservatorio malattie rareAmiloidosi; Patisiran; Bortezomib

Chiara Maria Palmisano
Sono laureata in Medicina e Chirurgia, ho conseguito la laurea presso l'università di Bari.