L’effetto “Fast-food” sul sistema immunitario

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Il processo infiammatorio è importante per la difesa immunitaria, ma, se attivato in altre circostanze, accelera lo sviluppo di problematiche vascolari (come l’aterosclerosi) ed il diabete mellito di tipo 2.

Alcuni fattori che possono aumentare considerevolmente lo stato infiammatorio sistemico sono:

  • Alcuni cibi, soprattutto nella categoria del “cibo spazzatura”
  • L’eccesso di tessuto adiposo, che produce uno stato d’infiammazione perenne, grazie alla produzione da parte degli adipociti di molecole pro-infiammatorie

Fattori con effetto antinfiammatorio, invece, sono:

  • Cibi, soprattutto nel contesto di una dieta mediterranea bilanciata
  • L’esercizio fisico

La ricerca

I ricercatori dell’Università di Bonn hanno voluto indagare l’effetto che la dieta occidentale (ricca di carboidrati, grassi saturi e povera di fibre) avrebbe sul sistema immunitario dei topi (molto simile al nostro). I roditori sono stati sottoposti a 4 settimane di Western Diet seguita da 4 settimane di dieta sana.

L’effetto immediato

Il primo effetto della dieta occidentale è stato quello di incrementare il numero di monociti e granulociti nel sangue, si è osservato un aumento di fattori di crescita, citochine e chemochine circolanti (tutte molecole pro-infiammatorie). Altro effetto è stato quello di incrementare l’emopoiesi, con un aumento dei HSPCs (Hematopoietic Stem Cell Progenitors), MPPs (Multipotent Progenitor Cells) ed in particolare i GMPs (Granulocyte-Monocyte Progenitor).

Un aumentato numero di monociti circolanti è fortemente associato all’ipercolesterolemia, all’accelerazione dell’aterosclerosi e quindi all’aumentata incidenza di eventi cardiovascolari.

Il sistema immunitario ha un effetto molto potente contro la Western Diet, recluta un’armata come se si stesse preparando ad affrontare un patogeno vero e proprio.

Effetto a lungo termine di memoria

I processi sopracitati scemano piano piano quando si interrompe la dieta occidentale e si incomincia una dieta sana ed equilibrata.

Sorprendentemente è stato scoperto che un tipo di alimentazione di questo genere lascia una traccia di memoria anche nel sistema immunitario innato. E’ stato recentemente scoperto, infatti, che anche l’immunità innata abbia una forma primitiva di memoria.

Alcuni geni vengono modificati permanentemente anche dopo aver cessato la dieta occidentale ed aver intrapreso per oltre 4 settimane una dieta sana. E’ osservato, in particolare nei GMPs frequenti modificazioni epigenetiche (cioè modificazioni che riguardano proteine interagenti con il DNA).

Più precisamente, nei GMPs, sono stati modificati epigeneticamente geni che riguardano la proliferazione cellulare, la morte cellulare, i processi metabolici e di differenziazione, rendendo queste cellule più inclini alla proliferazione cellulare. Altri geni coinvoilti sono:

  • Quelli che codificano il recettore per l’interferone I aumentando la responsività ad esso.
  • Quelli codificanti per i recettori per le citochine rendendoli più suscettibili anche a stimolazioni minori.

I maggiori responsabili di queste riprogrammazioni epigenetiche sembrerebbero essere IL-1 e l’inflammasoma NLRP3.

Imparare a mangiare per stare meglio

Nei secoli passati abbiamo sempre avuto un trend positivo per quanto riguarda l’aspettativa di vita nei paesi occidentali, per la prima volta in tutti questi secoli questo trend è stato interrotto, infatti gli individui che nasceranno oggi vivranno per meno tempo rispetto ai propri genitori. Questo a causa di una dieta non salutare e di poco esercizio fisico.

Questa ricerca aggiunge un tassello molto importante alle scoperte già avvenute nel campo dell’alimentazione e della medicina, in più ha un impatto sociale molto rilevante. Essendo queste modifiche epigenetiche a lungo termine, l’educazione ad uno stile di vita sano, in particolare a mangiare sano, deve partire sin dai primi anni, cioè nell’infanzia, per due ragioni:

  • Evitare la riprogrammazione del sistema immunitario innato sin dai primi anni della vita.
  • Educare la mente ed il gusto al vero cibo, cercando di evitare il più possibile cibi industriali che compromettono il nostro “palato”.

Prima questa educazione avviene meglio sarà, in particolare nel nostro paese, essendo uno dei paesi con più elevata obesità infantile nei paesi UE e nei paesi OCSE, cosi da combattere le future tragiche conseguenze che una obesità infantile provocherà sulle future generazioni e sui futuri Sistemi Sanitari Nazionali.

FONTI | Articolo; Articolo Scientifico; Studio OCSE obesità

Matteo Ricci
Redazione | Frequento il 4° anno del corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Perugia. Amo la medicina ed è la mia passione, più specificatamente mi interessano molto la pediatria, le malattie infettive e l'immunologia. Nel tempo libero leggo sia libri scientifici che manga.