OSAS, questo è l’acronimo della Sindrome da Apnee Notturne Ostruttive. Di fatto è una sindrome caratterizzata da russamento ed episodi apnoici (ovvero interruzioni del respiro per un tempo superiore ai 10 secondi e con una diminuzione della saturazione di ossigeno).
Il russamento può esserne il primo campanello di allarme. Infatti, esso rappresenta una vibrazione causata dal passaggio dell’aria attraverso le prime vie aeree, dove i tessuti più molli e lassi subiscono un effetto banderuola, proprio come una bandiera che viene agitata dal vento. Questa vibrazione non è l’optimum anatomico, ma suggerisce che vi sia un problema: tessuti che con l’invecchiamento diventano più molli, un’ipertrofia della base della lingua, un velo pendulo (ovvero il palato molle) eccedente e così via.
Questo disturbo merita di essere approfondito poiché in primis responsabile di una stanchezza diurna piuttosto importante, responsabile di assopimento, scarso rendimento lavorativo e spesso anche di incidenti automobilistici. Ma ancora, numerosi studi scientifici stanno dimostrando come le OSAS siano responsabili anche di un aumento nell’incidenza di malattie cardiovascolari, diabete, depressione e disturbi respiratori.
Per avere una visione chirurgica del problema, abbiamo interpellato uno dei maggiori esperti di fama mondiale in materia di OSAS, nonché uno dei precursori della chirurgia robotica applicata al distretto testa collo (denominata TORS). Il professor Claudio Vicini, classe 1953, primario Otorinolaringoiatra a Forlì, Faenza e Ravenna, riveste attualmente la carica di direttore del dipartimento di chirurgia della testa e del collo, AUSL Romagna, nonché dallo scorso Ottobre, il ruolo di professore associato dell’università degli studi di Ferrara.
- Allora, Professore, innanzi tutto le chiederei di che numeri stiamo parlando. In quanti soffrono di questa patologia e in quanti richiedono poi un trattamento?
Purtroppo stiamo parlando di una condizione i cui numeri sono davvero preoccupanti, infatti, il numero dei soggetti affetti da russamento supera il 50% della popolazione adulta mentre le apnee significative affliggono quasi il 20% dei soggetti, con una costante tendenza in aumento nell’ultimo ventennio.
- Ma quali sono i fattori che predispongono a questa patologia?
In primo luogo fattori di natura strutturale, ovvero sia caratteristiche anatomiche dell’individuo:
- una mandibola piccola, condizione nota come micrognatismo,
- tonsille ingrossate, con riferimento non tanto e soltanto alle tonsille palatine, ma anche alle tonsille linguali, meno conosciute e posizionate alla radice della lingua,
- stenosi respiratoria di origine nasale, ovvero il naso chiuso, che può dipendere da una deviazione del setto oppure da ipertrofia dei turbinati.
- una lingua prominente;
Poi vi sono dei fattori che chiamiamo di natura funzionale: tessuti del palato e della faringe flaccidi, collassabili, una condizione che si viene a creare e peggiora progressivamente con l’età;
Infine vi sono dei fattori generali, che riguardano più globalmente la condizione del soggetto, come obesità, sedentarietà, iperalimentazione ed abuso di alcool.
- Quali sono i campanelli d’allarme che possono suggerire ad un paziente di soffrire di questa patologia?
In effetti, ci sono diversi campanelli d’allarme che sono riscontrabili già all’anamnesi del paziente e che suggeriscono la possibilità che egli soffra di OSAS: il russare costantemente, in presenza di interruzioni del respiro di notte (per l’appunto, le apnee), presenza di sonnolenza durante il giorno e spesso pressione alta. Sono sintomi che peggiorano chiaramente la qualità della vita del paziente, specie la sonnolenza diurna, che ne riduce concentrazione ed attenzione, tramutandosi anche in un potenziale rischio per la propria sicurezza se pensiamo a chi svolge lavori come autista piuttosto che lavori con macchinari industriali.
- Che tipo di accertamenti si rendono necessari per formulare una diagnosi di OSAS?
Questi soggetti dovrebbero effettuare una visita otorino con accurata endoscopia a fibre ottiche ed una registrazione del sonno con opportuni dispositivi elettronici che annotano cosa accade nei nostri organi mentre dormiamo. Grazie a questo tipo di indagine è possibile capire con esattezza la causa dell’apnea e quindi proporre al paziente l’intervento terapeutico più adeguato.
- A quali trattamenti può fare ricorso un paziente che soffre di questa sindrome?
Una vasta gamma: di solito il primo approccio consiste nel dimagramento, per arrivare poi alla mascherina a pressione positiva (ovvero la C-PAP), passando per i cosiddetti bites analoghi agli apparecchi ortodontici dei nostri figli per terminare in un intervento di chirurgia strettamente personalizzata per le esigenze del singolo paziente.
- In fine spendiamo una parola a proposito della chirurgia robotica, ovvero della TORS: l’introduzione del robot chirurgico che vantaggia a portato nella chirurgia di questa patologia?
Grazie alle implementazioni tecnologiche introdotte dal robot chirurgico Da Vinci, siamo oggi in condizione di potere operare in sicurezza e con minore dolore e migliore convalescenza, pazienti che in passato restavano in reparto per 4 settimane con il sondino naso-gastrico. Il Da Vinci infatti, tra le sue svariate innovazioni, consente di effettuare movimenti molto raffinati, esenti da quelle vibrazioni e tremolii insiti nella mano di un operatore umano. Inoltre, grazie ai suoi strumenti robotici miniaturizzati e alle ottiche ad alta definizione, consente di intervenire in maniera molto precisa anche in porzioni anatomiche di non facile accesso, proprio come faringe e laringe.