Il primo pianto di un neonato è sempre emozionante. Una nuova vita annuncia il proprio inizio con tutta la sua voce. Dal pianto dei neonati ora possiamo anche ricavare preziose informazioni. Grazie ad Ubenwa, una compagnia Nigeriana, possiamo analizzarlo e diagnosticare in pochi secondi l’asfissia neonatale.
Ogni anno in tutto il mondo muoiono circa 3 milioni di bambini entro il primo anno di vita, molti di questi per asfissia neonatale. Questa condizione respiratoria si verifica quando il bambino non assume abbastanza ossigeno prima, durante e dopo il parto.
Se non viene subito diagnosticata e gestita correttamente, l’asfissia neonatale può portare anche a danni cerebrali. Paralisi cerebrale infantile, sordità, encefalite sono alcune delle conseguenze che si possono verificare in seguito ad un basso approvvigionamento di ossigeno al cervello.
La conferma di diagnosi di asfissia avviene di solito con un’analisi del sangue arterioso: vengono cercati i gas circolanti nel sangue, il pH, la saturazione dell’ossigeno e alcuni elettroliti. Nei paesi più sviluppati è un esame di routine. Queste informazioni vengono combinate con l’indice APGAR, un punteggio costruito su cinque parametri al fine di valutare l’adattamento del neonato alla vita fuori dall’utero.
In molte parti del mondo, che non dispongono di questi mezzi, la condizione viene diagnosticata quando compaiono i primi sintomi visibili: gli arti diventano pallidi e cominciano ad acquisire un colore bluastro. Quando compaiono questi sintomi, il danno neurologico è già avvenuto.
Per rispondere a questo problema Charles Onu ha fondato in Nigeria una startup che ha creato un sistema di intelligenza artificiale in grado di analizzare il pianto dei bambini. Il nome scelto per la compagnia è Ubenwa, che nel linguaggio Igbo in Nigeria significa “pianto di un bambino”.
Per analizzare il pianto dei neonati in modo automatizzato, i ricercatori nigeriani hanno preso in prestito tecniche utilizzate per il riconoscimento automatico della parola. Grazie ad una rappresentazione dei segnali audio che mima l’orecchio umano, un campione può essere classificato immediatamente in “normale” o “asfissia”.
I primi dati ci rivelano che questo test ha una sensibilità dell’85% e una specificità dell’89%, dove sensibilità indica l’accuratezza con cui vengono trovati i bambini con asfissia e specificità l’accuratezza con cui vengono trovati i bambini normali.
L’algoritmo è stato trasformato in una semplice applicazione per smartphone.
I benefici che ne derivano sono molteplici. Si tratta di un metodo per niente invasivo, low-cost, non richiede particolari capacità e permette di avere una risposta in soli 10 secondi.
Una startup tutta nigeriana che produce tecnologia di altissimo livello per dare soluzioni semplici ed economiche a problemi complessi. L’intelligenza artificiale potrebbe semplificare enormemente il processo diagnostico, aiutando quei neonati che non possono avere la stessa assistenza sanitaria di chi ha la fortuna di nascere in paesi più sviluppati. Vorremmo sentire storie come questa ogni giorno.
FONTI | Articolo originale, Ubenwa