Neuroscienze: può lo status socioeconomico influenzare il nostro cervello?

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Un recente studio dimostra che il grado d’istruzione e il livello occupazionale influenzano il modo in cui cambiano l’anatomia del cervello e le interazioni tra le sue aree in tutte le fasi della vita, sorprendentemente anche nell’età adulta!

La plasticità sinaptica

Quando si parla di plasticità riguardo al nostro corpo la prima cosa a cui si pensa è il cervello. Tale associazione è senza dubbio appropriata. La plasticità sinaptica rappresenta infatti una delle più straordinarie dimostrazioni di complessità in ambito fisiologico: essa consiste nella capacità del sistema nervoso di modificare, costruire o eliminare relazioni sinaptiche. Si tratta di un processo diviso in una serie di fasi: arborizzazione neuronale, cioè aumento dei dendriti cellulari in modo da massimizzare le possibilità di instaurare contatti sinaptici; supersensibilità postsinaptica, cioè un affinamento della trasmissione nervosa e della sua selettività; svelamento di sinapsi latenti.

La plasticità sinaptica non entra in gioco solamente nei processi di riparazione di un danno al SNC ma anche in qualsiasi processo di apprendimento e memorizzazione.

Nell’ambito delle Neuroscienze tale argomento suscita da sempre la curiosità degli studiosi, interessati a comprendere fino in fondo (anche se la completa comprensione di tutti i processi neurobiologici è al momento francamente utopistica) come gli stimoli esterni a cui siamo sottoposti influenzino la nostra plasticità sinaptica e come tale influenza si estrinsechi. Ovviamente tale curiosità non ha un mero obiettivo di arricchimento teorico ma mira alla comprensione di meccanismi in grado di aiutare nel recupero e nella prevenzione di patologie arrecanti danno al SNC.

Lo studio

Di recente sul “Proceedings of the National Academy of Sciences” sono stati pubblicati i risultati di un interessantissimo studio basato sull’indagine dell’influenza che il contesto sociale ed economico hanno nei cambiamenti a cui il cervello va incontro nell’arco del suo sviluppo, dall’infanzia alla tarda età, passando per l’età adulta.

Il fatto che la maturazione del cervello fosse influenzata dall’ambiente che circonda l’individuo era cosa già nota e neanche tanto sorprendente. Interessante, e per certi tratti inaspettato, è scoprire invece un considerevole ruolo dello sviluppo organico e funzionale del sistema nervoso centrale in relazione allo status socioeconomico della persona, un parametro necessario a stimare l’accesso alle risorse materiali e il prestigio sociale, definendo inoltre l’accesso all’assistenza sanitaria, all’alimentazione e alla possibilità di guadagno. Quindi, ovviamente, non è il benessere economico in sé ad avere una potenziale e sostanziale influenza sullo sviluppo cerebrale dell’individuo bensì tutto ciò che esso consente (come ad esempio una migliore istruzione)

Studi precedenti avevano già mostrato una forte correlazione tra lo status socioeconomico e benessere, compresa la salute fisica e mentale. Da sempre è anche noto che bambini nati e vissuti in un ambiente familiare povero e disagiato mostreranno uno sviluppo organico e funzionale deficitari in virtù della relativa povertà di stimoli educativi ed intellettuali. Ma ciò che la nuova ricerca ha di innovativo è che essa ha esteso l’analisi a una gamma di età più ampia (20-89 anni), includendo così anche gli individui appartenenti alla fascia di età media, quella meno studiata prima d’ora, venendo così a palesare un’influenza anche sullo sviluppo strutturale e funzionale del cervello di questa categoria di individui.

I risultati

I ricercatori hanno considerato parametri cerebrali di tipo strutturale (ad esempio lo spessore della materia grigia) e di tipo funzionale  (misurando le interazioni tra diverse aree), e li hanno confrontati con lo status socioeconomico dei partecipanti, definito dal livello di istruzione e dall’occupazione professionale.

In tutta l’età di mezzo, tra 35 e 64 anni, lo status più basso è associato a una ridotta efficienza dell’organizzazione della rete funzionale sinaptica: relazione simile, ma meno sostanziosa, esiste tra status socioeconomico e cambiamenti nell’anatomia cerebrale. Lo status economico più basso, infatti è risultato associato a uno spessore ridotto della materia grigia nella mezza età. Le relazioni cerebrali persistono anche con la standardizzazione dei parametri di salute fisica e mentale, abilità cognitive e dati demografici dei partecipanti

Complessivamente, secondo gli autori, i risultati portano a ritenere che esiste una potente correlazione tra gli aspetti socioeconomici dell’ambiente presente e la struttura anatomo-funzionale del cervello degli adulti di mezza età. Uno studio destinato senza dubbio a far parlare di sé poiché lo status socioeconomico, sempre più centrale nella nostra società, sembra a quanto pare avere dei risvolti inaspettati anche sulla salute dell’individuo: tutto questo dovrà ovviamente portare a delle considerazioni, con l’obiettivo di livellare quanto più possibile lo status socioeconomico dei cittadini o quanto meno far sì che tutti ne abbiano uno sufficiente per una degna vita sociale… e cerebrale.

FONTI | Articolo originale

Alessandro Savo Sardaro
Redazione | Università Degli Studi di Roma Tor Vergata VI anno corso di laurea in Medicina e Chirurgia “Choose a job that you love and you will never have to work a day in your life”.