Leggi il Caso Clinico #116
La Soluzione è: PIEDE CADENTE
E’ una patologia caratterizza dalla disfunzione di muscoli e tendini cosicché vi sia incapacità nel tenere sollevato il piede che, quindi, pende dalla caviglia causando problemi nella deambulazione.
Può essere causato da una lesione a qualsiasi livello dell’arco neuromuscolare e per stabilire la diagnosi con certezza è importante una attenta analisi ed eventuali indagini strumentali di supporto sopratutto se in anamnesi non sono presenti eventi traumatici.
E’ una condizione molto comune nella popolazione ma la sua diagnosi è complessa per la molteplicità di cause scatenanti. Tra le cause più frequenti vi sono:
- neuropatia peroneale (può essere idiopatica o causata da compressione esterna del nervo, traumi/fratture, masse nel cavo polpliteo come tumori, lipomi, cisti, ematomi ma anche condizioni meno comuni);
- lesioni del plesso lombo-sacrale;
- ictus cerebrale;
- miopatie;
- trauma cranico;
- sindrome di Charcot Marie Tooth;
- sclerosi multipla;
- paraplegia incompleta.
La paralisi del nervo peroneo comune induce il paziente a inciampi frequenti (proprio a causa della caduta del piede) e poterà lo stesso ad avere una andatura steppante se la lesione è grave. Sarà invece di più difficile diagnosi una lesione lieve in quanto risulterà deficitaria solo la dorsiflessione del piede e il paziente non riuscirà a camminare solo sui talloni.
A seconda della distribuzione del dolore e delle parestesie si può capire quale ramo del nervo peroneo può essere coinvolto: se si percepiscono a livello laterale del polpaccio e sul dorso allora è lesionato il peroneo superficiale.
Le indagini strumentali a supporto della diagnosi sono RX, ecografia e RMN. Molto utili sono indagini come elettromiografia e elettroneurografia: grazie a quest’ultimi si potrà rilevare una ridotta velocità di conduzione lì dove muscolo e nervo sono stati lesionati, individuando così la zona traumatizzata.
Il trattamento è solitamete dipendente dalla patologia di fondo. In caso di traumi è consigliato il riposo e l’utilizzo di tutori. Se presenti compressioni è consigliato un consulto chirurgico.