Clean air for healthy brain
È dedicata alle ripercussioni dell’inquinamento atmosferico sulla salute la World Brain Day 2018, ed è facile comprenderne le ragioni.
Se nel 2015 si sono registrate 6.3 milioni di morti e 118.6 milioni di DALY (Disability-adjusted life years) a causa di un ictus cerebrale, circa 1 ictus su 4 è riconducibile agli effetti dannosi che l’inquinamento atmosferico ha sulla nostra salute.
Cos’è un inquinante atmosferico?
Il termine “inquinante atmosferico” identifica tutto ciò che modifica la normale composizione chimica dell’aria con risvolti negativi riguardo all’ambiente e alla salute dell’uomo.
In base al loro stato fisico gli inquinanti atmosferici possono essere distinti in:
- Gas, ulteriormente classificati in base alla composizione chimica. Ne sono un esempio gli idrocarburi policiclici aromatici (combustione di gasolio o nafta) e il monossido di carbonio (fumi di scarico delle macchine)
- Particolato, ulteriormente classificato in base al diametro delle particelle in fine o grossolano se rispettivamente inferiore o maggiore ai 2.5 µm (PM 2.5)
L’inquinamento atmosferico come fattore di rischio cardiovascolare
È ormai diffusa la concezione che fattori quali il fumo di sigaretta, l’obesità, l’ipertensione e l’iperlipidemia rappresentano fattori di rischio che aumentano la probabilità di andare incontro a eventi cardiovascolari, in primis all’infarto del miocardio.
Meno evidente è invece l’impatto che l’inquinamento atmosferico ha sul rischio cardio- e cerebrovascolare.
Ragionando infatti sulla singola persona, l’aumento del rischio è minimo, portando erroneamente a considerare l’inquinamento atmosferico un fattore di rischio secondario. Eppure nei calcoli bisogna considerare un elemento tutt’altro che secondario: la natura ubiquitaria dell’esposizione agli inquinanti atmosferici.
Spostando dunque l’attenzione dal singolo alla popolazione e considerando la ridotta modificabilità dell’inquinamento atmosferico, si può apprezzare il reale peso che questo fattore ha sulla bilancia della salute. Peso che risulta evidente soprattutto nei paesi in via di sviluppo, nei quali si prospetta in futuro un aggravamento dei dati a causa della rapida industrializzazione.
Effetti a breve e lungo termine
Diversi studi epidemiologici hanno indagato su ampie coorti le conseguenze dell’inquinamento atmosferico sulla salute cerebrovascolare.
Nel breve termine è stata osservata una correlazione temporale tra i livelli degli inquinanti atmosferici e i ricoveri per ictus. Gli inquinanti gassosi NO2 e CO hanno mostrato l’associazione maggiore, mentre nella classifica dei particolati hanno prevalso i PM 2.5.
Nel lungo termine l’aumento dell’inquinamento si accompagna inoltre a un incremento dell’incidenza di ictus fino al 35%, con una mortalità per evento ischemico aumentata fino all’83%. Uno dei principali responsabili di questi numeri è la stretta associazione tra inquinamento atmosferico e placche aterosclerotiche carotidee, il cui sviluppo è stato associato alle concentrazioni di PM 2.5 in maniera indipendente dagli altri fattori di rischio cardiovascolari.
Gli effetti a breve e lungo termine sarebbero mediati da una moltitudine di meccanismi patogenetici tra cui la disfunzione endoteliale, l’aterosclerosi, l’attivazione piastrinica e l’percoagulabilità; meccanismi interdipendenti che agiscono in maniera sinergica nell’aumentare il rischio di eventi cardiovascolari.
Non solo ictus
Gli effetti nocivi dell’inquinamento atmosferico sul cervello non si limitano però solo all’ictus, bensì sempre più interesse sta suscitando il legame tra inquinamento e patologie neurodegenerative.
Negli ultimi anni si sono accumulate evidenze che mostrano come malattie quali il Parkinson, l’Alzheimer e la sclerosi multipla riconoscano nell’inquinamento atmosferico un possibile promotore.
Dal confronto tra aree urbane ed extra-urbane è emerso che maggiori concentrazioni di PM 10, PM 2.5 e alcuni inquinanti gassosi sono infatti associate a una maggiore incidenza di malattia di Parkinson e di Alzheimer, nonché a un maggior rischio di ricadute per i pazienti affetti da sclerosi multipla.
Conclusioni
Se la riduzione dell’inquinamento atmosferico è un complicato tema che coinvolge la società nel suo complesso, la prevenzione dei suoi effetti sulla salute può passare tramite semplici strategie che ciascuno di noi può applicare nella vita di tutti i giorni.
Tra queste vi sono mettere a norma i sistemi di ventilazione domestici, ridurre il tempo trascorso all’esterno in giornate con alti livelli di inquinanti atmosferici ed evitare le strade più trafficate in caso di esercizio fisico all’aperto.
Fonti | Pagina World Brain Day; Studio ictus; Capitolo patologie neurodegenerative