L’epilessia è una delle malattie neurologiche più diffuse, tanto da essere riconosciuta come malattia sociale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Nei Paesi industrializzati l’epilessia interessa 1 persona su 100 e in Italia interessa circa 500.000-600.000 persone. Può colpire tutte le età della vita, con picchi di maggiore incidenza nei bambini e negli anziani.
Una crisi epilettica è un evento improvviso indotto da una disfunzione cerebrale transitoria correlata a un’anomala scarica di neuroni della corteccia cerebrale. Le manifestazioni possono essere eterogenee, a seconda della causa, sede della lesione e dell’età del paziente.
Di certo una scarsa conoscenza del fenomeno può mettere in difficoltà chi assiste a una crisi epilettica impedendo manovre utili per lo stesso paziente. A tal motivo la Lega Italiana Contro L’epilessia (LICE) ha redatto una guida aggiornata utile a una corretta e immediata gestione delle crisi epilettiche.
Crisi Parziali
Si tratta di episodi meno agevolmente identificabili.
Le crisi parziali sono dovute a scariche neuronali che esordiscono in aree circoscritte della corteccia cerebrale e possono presentarsi con alterazione della coscienza (complesse) o senza (semplici).
Nelle crisi parziali semplici i sintomi possono essere vari:
- Rotazione degli occhi e del capo da un lato;
- Movimento semplice quale: sollevamento lento, involontario di un arto o scosse muscolari limitate ad una parte del corpo;
- Alterazione del linguaggio;
- Formicolio localizzato;
- Comparsa d’immagini, relativamente semplici;
- Percezione di suoni semplici o complessi;
- Comparsa improvvisa di un odore, in genere sgradevole;
- Nausea, salivazione, rossore al volto, sensazione di vuoto allo stomaco;
- Sensazione d‘estraneità verso l’ambiente, ricordo intenso ed improvviso;
- Forte di paura;
- Illusioni sensoriali, allucinazioni, percezione d’immagini o parole confuse.
Diversamente durante una crisi parziale complessa la persona può apparire confusa e letargica, poco reattiva. Possono essere presenti movimenti automatici o comportamenti inopportuni.
In questi casi è inutile tentare di far tornare in sé il paziente con continue sollecitazioni ed è anche sconsigliabile limitare i suoi movimenti nell’ambiente in cui si trova, salvo che per preservarlo da pericoli.
È opportuno quindi limitarsi a vigilare attentamente, per evitare che durante la crisi la persona si faccia involontariamente del male.
Crisi generalizzata
Al contrario una crisi generalizzata, interessa fin dall’esordio entrambi gli emisferi cerebrali, e può essere convulsiva o non convulsiva.
Tra le crisi non convulsive abbiamo l’Assenza (tradizionalmente nota come Piccolo Male).
Queste sono crisi generalizzate e brevi, che solitamente durano meno di 10 secondi, si manifestano tipicamente in età infantile e scolastica. Possono essere caratterizzate per esempio, da un breve arresto psicomotorio: i soggetti rimangono fermi con una certa fissità di sguardo, per poi riprendere dopo 3-5 secondi l’attività normale. Il paziente perde coscienza solo per pochi secondi, ma non cade a terra e non manifesta fenomeni motori rilevanti.
In queste situazioni occorre
- Ricordare che le assenze compaiono e scompaiono improvvisamente;
- Lasciar evolvere liberamente la crisi;
Tra la crisi convulsive ricordiamo la crisi di tipo tonico-clonico (tradizionalmente nota come crisi di Grande Male).
Il paziente perde coscienza, può cadere al suolo irrigidito con contrazioni muscolari generalizzate e simmetriche (fase tonica), che in seguito sono interrotte da brevi rilassamenti della muscolatura (fase clonica). Durante le crisi il paziente può mordersi la lingua o perdere il controllo degli sfinteri.
In caso di una crisi generalizzata occorre:
- Mantenere la calma;
- Prevenire la caduta è quindi l’intervento fondamentale, anche se la crisi essendo imprevedibile può avere un inizio folgorante;
- Proteggere il capo e gli arti durante la caduta;
- Porre qualcosa di morbido sotto il capo, in modo tale da prevenire l’urto violento su una superficie dura durante la fase di convulsioni;
- In genere il paziente serra la bocca, non cercare di aprirgli la bocca forzandola;
- Se è possibile posizionare il soggetto in posizione laterale di sicurezza al fine di prevenire l’ingestione di vomito e sangue;
- Togliere gli occhiali;
- Controllare ora e durata della crisi.
La crisi generalmente è di breve durata (un minuto o poco più) ma una volta terminata il soggetto riprende coscienza gradualmente passando attraverso una fase di confusione che può durare diversi minuti.
Pertanto dopo la crisi è necessario:
- Assicurare la posizione laterale di sicurezza per permettere fuoriuscita di eventuali secrezioni dalla bocca;
- Restare accanto alla persona finché è confusa;
- Evitare di creare confusione intorno al paziente.
I comportamenti da evitare durante le manifestazioni convulsive:
- NON tentare di aprire forzatamente la bocca o di inserirvi le dita od oggetti vari;
- NON bloccare braccia e gambe agitate dalle convulsioni;
- NON tentare di somministrare acqua, farmaci o cibo.
In tali situazioni sarà opportuno chiedere l’intervento sanitario qualora:
- La crisi duri oltre 5 minuti (escluso il rallentamento post-critico);
- La persona non riprenda conoscenza entro alcuni minuti;
- Il soggetto si sia lesionato gravemente durante la crisi;
- Dopo la crisi il soggetto non respira più bene;
- La crisi avvenga in acqua, soprattutto se poi emergono problemi respiratori;
- Si tratta della prima crisi;
- Il paziente è una donna incinta, un ferito o un diabetico;
- Il paziente non riprende conoscenza dopo alcuni minuti dal termine delle convulsioni
- Seguano altre crisi.
Quest’ultima condizione, è definita Stato di male epilettico, caratterizzata da un‘unica crisi o più crisi epilettiche che si susseguono per oltre 30 minuti senza recupero della coscienza e va affrontata in ambiente idoneo, con somministrazione di farmaci per via endovenosa ed eventuali interventi di rianimazione.
E’ preferibile in generale non somministrare farmaci né durante la crisi né quando essa è terminata. Esistono tuttavia alcune condizioni particolari nelle quali, su indicazione dello specialista curante, è possibile somministrare farmaci per interrompere crisi troppo prolungate o che presentino la tendenza a recidivare.
FONTI |guida all’epilessia; LICE; AICE . Immagine in evidenza.