Crisi epilettica: riconoscimento e primo soccorso

12342

L’epilessia è una delle malattie neurologiche più diffuse, tanto da essere riconosciuta come malattia sociale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Nei Paesi industrializzati l’epilessia interessa 1 persona su 100 e in Italia interessa circa 500.000-600.000 persone. Può colpire tutte le età della vita, con picchi di maggiore incidenza nei bambini e negli anziani.

Una crisi epilettica è un evento improvviso indotto da una disfunzione cerebrale transitoria correlata a un’anomala scarica di neuroni della corteccia cerebrale. Le manifestazioni possono essere eterogenee, a seconda della causa, sede della lesione e dell’età del paziente.

Di certo una scarsa conoscenza del fenomeno può mettere in difficoltà chi assiste a una crisi epilettica impedendo manovre utili per lo stesso paziente. A tal motivo la Lega Italiana Contro L’epilessia (LICE) ha redatto una guida aggiornata utile a una corretta e immediata gestione delle crisi epilettiche.

Crisi Parziali

Si tratta di episodi meno agevolmente identificabili.

Le crisi parziali sono dovute a scariche neuronali che esordiscono in aree circoscritte della corteccia cerebrale e possono presentarsi con alterazione della coscienza (complesse) o senza (semplici).

Nelle crisi parziali semplici i sintomi possono essere vari:

  • Rotazione degli occhi e del capo da un lato;
  • Movimento semplice quale: sollevamento lento, involontario di un arto o scosse muscolari limitate ad una parte del corpo;
  • Alterazione del linguaggio;
  • Formicolio localizzato;
  • Comparsa d’immagini, relativamente semplici;
  • Percezione di suoni semplici o complessi;
  • Comparsa improvvisa di un odore, in genere sgradevole;
  • Nausea, salivazione, rossore al volto, sensazione di vuoto allo stomaco;
  • Sensazione d‘estraneità verso l’ambiente, ricordo intenso ed improvviso;
  • Forte di paura;
  • Illusioni sensoriali, allucinazioni, percezione d’immagini o parole confuse.

Diversamente durante una crisi parziale complessa la persona può apparire confusa e letargica, poco reattiva. Possono essere presenti movimenti automatici o comportamenti inopportuni.

In questi casi è inutile tentare di far tornare in sé il paziente con continue sollecitazioni ed è anche sconsigliabile limitare i suoi movimenti nell’ambiente in cui si trova, salvo che per preservarlo da pericoli.

È opportuno quindi limitarsi a vigilare attentamente, per evitare che durante la crisi la persona si faccia involontariamente del male.

Crisi generalizzata

Al contrario una crisi generalizzata, interessa fin dall’esordio entrambi gli emisferi cerebrali, e può essere convulsiva o non convulsiva.

Tra le crisi non convulsive abbiamo l’Assenza (tradizionalmente nota come Piccolo Male).

Queste sono crisi generalizzate e brevi, che solitamente durano meno di 10 secondi, si manifestano tipicamente in età infantile e scolastica. Possono essere caratterizzate per esempio, da un breve arresto psicomotorio: i soggetti rimangono fermi con una certa fissità di sguardo, per poi riprendere dopo 3-5 secondi l’attività normale. Il paziente perde coscienza solo per pochi secondi, ma non cade a terra e non manifesta fenomeni motori rilevanti.

In queste situazioni occorre

  • Ricordare che le assenze compaiono e scompaiono improvvisamente;
  • Lasciar evolvere liberamente la crisi;

Tra la crisi convulsive ricordiamo la crisi di tipo tonico-clonico (tradizionalmente nota come crisi di Grande Male).

Il paziente perde coscienza, può cadere al suolo irrigidito con contrazioni muscolari generalizzate e simmetriche (fase tonica), che in seguito sono interrotte da brevi rilassamenti della muscolatura (fase clonica). Durante le crisi il paziente può mordersi la lingua o perdere il controllo degli sfinteri.

In caso di una crisi generalizzata occorre:

  • Mantenere la calma;
  • Prevenire la caduta è quindi l’intervento fondamentale, anche se la crisi essendo imprevedibile può avere un inizio folgorante;
  • Proteggere il capo e gli arti durante la caduta;
  • Porre qualcosa di morbido sotto il capo, in modo tale da prevenire l’urto violento su una superficie dura durante la fase di convulsioni;
  • In genere il paziente serra la bocca, non cercare di aprirgli la bocca forzandola;
  • Se è possibile posizionare il soggetto in posizione laterale di sicurezza al fine di prevenire l’ingestione di vomito e sangue;
  • Togliere gli occhiali;
  • Controllare ora e durata della crisi.

La crisi generalmente è di breve durata (un minuto o poco più) ma una volta terminata il soggetto riprende coscienza gradualmente passando attraverso una fase di confusione che può durare diversi minuti.

Pertanto dopo la crisi è necessario:

  • Assicurare la posizione laterale di sicurezza per permettere fuoriuscita di eventuali secrezioni dalla bocca;
  • Restare accanto alla persona finché è confusa;
  • Evitare di creare confusione intorno al paziente.

I comportamenti da evitare durante le manifestazioni convulsive:

  • NON tentare di aprire forzatamente la bocca o di inserirvi le dita od oggetti vari;
  • NON bloccare braccia e gambe agitate dalle convulsioni;
  • NON tentare di somministrare acqua, farmaci o cibo.

In tali situazioni sarà opportuno chiedere l’intervento sanitario qualora:

  • La crisi duri oltre 5 minuti (escluso il rallentamento post-critico);
  • La persona non riprenda conoscenza entro alcuni minuti;
  • Il soggetto si sia lesionato gravemente durante la crisi;
  • Dopo la crisi il soggetto non respira più bene;
  • La crisi avvenga in acqua, soprattutto se poi emergono problemi respiratori;
  • Si tratta della prima crisi;
  • Il paziente è una donna incinta, un ferito o un diabetico;
  • Il paziente non riprende conoscenza dopo alcuni minuti dal termine delle convulsioni
  • Seguano altre crisi.

Quest’ultima condizione, è definita Stato di male epilettico, caratterizzata da un‘unica crisi o più crisi epilettiche che si susseguono per oltre 30 minuti senza recupero della coscienza e va affrontata in ambiente idoneo, con somministrazione di farmaci per via endovenosa ed eventuali interventi di rianimazione.

E’ preferibile in generale non somministrare farmaci né durante la crisi né quando essa è terminata. Esistono tuttavia alcune condizioni particolari nelle quali, su indicazione dello specialista curante, è possibile somministrare farmaci per interrompere crisi troppo prolungate o che presentino la tendenza a recidivare.

FONTI |guida all’epilessia; LICE; AICE . Immagine in evidenza.

 

Chiara Maria Palmisano
Sono laureata in Medicina e Chirurgia, ho conseguito la laurea presso l'università di Bari.