Ettore Turra, Direttore del Dipartimento Tecnologie di APSS Trento
A cura di Adriano Fontanari
Come viene introdotta un’innovazione tecnologica all’interno di una struttura ospedaliera pubblica?
Il cambiamento indotto dalle tecnologie deve saper cogliere una direzione top-down (dall’alto verso il basso) che riguarda le strategie che la direzione definisce e una direzione bottom-up (dal basso verso l’alto) che interessa il cambiamento emergente dalla linea: vi sono infatti unità operative che sono più ricettive, disponibili e stimolate di fatto dal cambiamento indotto dalla tecnologia rispetto ad altre. I programmi e gli obiettivi di cambiamento ed innovazione vengono definiti da uno sforzo congiunto tra la direzione strategica, la linea operativa ed i sistemi IT.
Le innovazioni che interessano le strutture ospedaliere sono generalmente di tipo incrementale (es. ottimizzazione di procedure), più rari invece sono i casi di innovazioni radicali in cui vi è una digital transformation vera e propria.
I progetti di innovazione, una volta definiti, vengono inseriti in una roadmap triennale. Ogni anno viene effettuato un assessment formale della composizione del portafoglio progetti e delle priorità. È possibile, in base alle indicazioni del management e delle necessità aumentare o diminuire la priorità di un progetto su base trimestrale.
L’introduzione di innovazioni in ambito ospedaliero è un processo complesso per fasi che richiede anzitutto l’individuazione delle progettualità più impattanti. Queste vengono sperimentate in contesti pilota ossia nelle unità operative più motivate al cambiamento. Successivamente è necessario dimostrare che queste esperienze di innovazione siano effettivamente di valore, solide e che diano qualche ritorno in termini di sicurezza del paziente piuttosto che di efficacia – efficienza. Solo a questo punto è possibile estendere il cambiamento al resto dell’organizzazione. L’innovazione in ambito ospedaliero non coinvolge infatti tutta la struttura ospedaliera in uno stesso momento ma è un processo per step in cui prima è necessario sperimentare e verificare i benefici.
Un caso pratico che stiamo sperimentando è un software di medication management utilizzato per la gestione di terapie e somministrazione di farmaci all’interno delle unità ospedaliere. Il software ha un forte impatto sulla clinica in quanto entra nella pratica quotidiana dei medici (prescrittori) e degli infermieri che somministrano. Ci sono inoltre molti altri aspetti di dettaglio che sono importanti e di cui bisogna tenere in considerazione.
Se l’implementazione del software viene effettuata in modo corretto è possibile migliorare la sicurezza dei pazienti, qualora invece fosse implementato male il rischio è che la tecnologia peggiori la situazione rispetto alla carta. In questo esempio specifico abbiamo di fatto impostato un programma che ha previsto una fase pilota su più di 50 posti letto rappresentativi dell’ambito chirurgico e dell’ambito medico che hanno dei requisiti specifici. Solo a seguito di una valutazione positiva rispetto a quanto ottenuto nel progetto pilota è stato attuato un programma di estensione del software coinvolgendo dapprima alcuni medici primari interessati.
Nell’introduzione e nella progettazione di innovazioni tecnologiche in ambito ospedaliero è fondamentale il coinvolgimento degli utenti, destinatari, clienti o pazienti a seconda dei casi. Questa avviene sin dalle prime fasi del progetto in cui il numero di tecnici IT e specialisti di prodotto è minoritaria in relazione al numero di persone coinvolte.
Come viene educato il personale sanitario all’uso di nuove strumenti tecnologici (es. software)?
L’educazione di medici, infermieri e di altre figure professionali operanti in ambito ospedaliero è un aspetto essenziale per la riuscita di un progetto di innovazione. I cambiamenti all’interno di una organizzazione hanno un impatto diretto sull’attività svolta personale dell’organizzazione stessa. Se le risorse umane non sono sufficientemente formate difficilmente l’introduzione di una nuova tecnologica o procedura avrà dei risultati positivi, anzi potrebbero nascere delle resistenze al cambiamento stesso.
L’approccio di formazione classico è train the trainer in cui sono gli stessi utenti chiave che vengono formati durante il progetto e che poi di fatto gestiscono le sedi di formazione per i propri colleghi.
In altri casi la necessità di dover effettuare formazione intense ed in poche tempo su personale che effettua turni la notte, rende difficile riunire tutti il personale in un’unica aula. In questo caso è indispensabile il ricorso a formatori esterni perché è di fatto difficile da supportare una formazione interna. L’approccio che comunque viene principalmente utilizzato e privilegiato è train the trainer.
Come vengono misurati i risultati di un’innovazione tecnologica in ambito sanitario?
La valutazione dei risultati di un’innovazione tecnologica avviene in due situazioni.
Per misurare il successo di una fase pilota o di sviluppo di un progetto di innovazione si definiscono in maniera ex ante gli indicatori di risultato atteso per cui una sperimentazione ha avuto successo: tali indicatori possono riguardare, per esempio, un determinato livello di utilizzo delle funzionalità, un determinato livello di adozione del sistema da parte degli utenti a cui è destinato o la soddisfazione degli utenti stessi.
Gli esiti di una innovazione nel suo complesso, invece sono più di lungo termine e difficili da misurare, almeno nelle nostre esperienze (APSS Trento) e richiedono una misurazione di quanto poi effettivamente un’innovazione abbia potuto contribuire in termini, di qualità delle cure o di miglioramento delle esperienze del paziente o di riduzione dei costi e questo si misura di più nel lungo termine.
Che ruolo ricopre la cyber security nello sviluppo di software e a livello di sistemi informativi sanitari?
La sicurezza informatica è un tema fondamentale quando si parla di sistemi informativi e gestione di dati sanitari. È necessario considerare questo aspetto sin dalla fase di progettazione di nuovi strumenti digitali.
Un problema riguarda i software “legacy” ossia introdotti molto tempo fa e che fanno sempre più fatica a rispondere a problemi di sicurezza e di protezione dei dati.
Questi sistemi hanno delle vulnerabilità che devono essere misurate e a cui si cerca di rimediare.
Tuttavia non è facilmente possibile sostituirli nel breve perché il nostro tasso di rinnovo tecnologico di una struttura ospedaliera pubblica è limitato sia dalle risorse monetarie di dispone sia da un aspetto organizzativo. In merito a quest’ultimo punto bisogna considerare l’impatto che comporta sulla pratica clinica una innovazione tecnologica.
Approfondimento: le strategie di e-health in Italia
La sanità digitale rappresenta una priorità in diversi programmi del Governo italiano tra cui la Strategia per la crescita digitale 2014-2020 e il Piano Nazionale della cronicità 2016.
Dal 2008, il Ministero della salute ha attuato una serie di iniziative per migliorare i sistemi informativi che supportano il Governo del Sistema Sanitari Nazionale e i processi di cura del paziente. L’obiettivo è l’armonizzazione dei sistemi di eHealth tra le diverse regioni, necessaria per la definizione dei Livelli Essenziali di Informazioni (LEI) e lo sviluppo del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS).
Le soluzioni della digital health rappresentano inoltre un elemento fondamentale per gestire la cronicità. In tale contesto si parla di eCCM, ossia il Chronic Care Model (approfondimento) viene rafforzato dall’uso di tecnologie digitali.
Il sistema di sanità digitale del SSN comprende:
- il fascicolo sanitario elettronico
- la cartella clinica elettronica
- la tessera sanitaria elettronica
- la ricetta elettronica
- i referti web
- i CUP automatici
- la telemedicina
- i registri di patologia
- m-Health (App per la salute).
Gli elementi di carattere strategico promosso dal Ministero della Salute sono il Fascicolo sanitario elettronico (FSE), il Patto per la sanità digitale (PSD) e la Telemedicina.
Il Fascicolo sanitario elettronico “è l’insieme dei dati e documenti digitali di tipo sanitario e socio-sanitario generati da eventi clinici presenti e trascorsi, riguardanti l’assistito” (Art.12, comma 2 D.lg. n. 179/2912).
L’FSE permette di seguire il cittadino nei percorsi assistenziali e facilita il miglior coordinamento tra i diversi medici che hanno in cura il paziente. Le finalità del Fascicolo previste a livello normativo riguardano la cura dei delle persone, la ricerca (es. in campo medico) e il governo dei servizi sanitari (es. tramite la programmazione sanitaria). In futuro possibili evoluzioni del FSE riguardano l’integrazione del Fascicolo sanitario elettronico con strumenti di sanità digitale (es. wearables) e la traduzione e disponibilità dei dati all’estero. L’FSE dovrebbe inoltre favorire l’empowerment del paziente nella gestione della propria salute rendendo maggiormente fruibili e comprensibili i dati sanitari e non limitandosi ad essere un archivio digitale.
Quest’ultimo aspetto è stato affrontato dal Ministero della Salute con la partecipazione al Progetto Deployment of generic cross border ehealth services in Italy (NCPeH) (approfondimento). Tale progetto ha l’obiettivo di sperimentare l’interoperabilità dei dati sanitari all’estero, in particolare il Profilo Sanitario sintetico e le ePrescription, in coerenza con la direttiva 2011/24/UE.
Il Patto per la sanità digitale, previsto dell’articolo 15 comma 1 del Patto della Salute, consiste in un piano strategico per l’utilizzo di strumento di sanità digitale al fine di raggiungere obiettivi di trasparenza, sostenibilità ed efficienza del Sistema Sanitario Nazionale.(Approfondimento) (approfondimento 2)
La Telemedicina consiste nell’erogazione di servizi legati all’assistenza sanitaria attraverso l’uso delle ICT. Essa permette di: raggiungere obiettivi di equità nell’accesso alle cure in territori remoti, supportare la gestione dei pazienti cronici, migliorare la continuità assistenziale attraverso sistemi di di Patient Relationship Management, favorire il confronto multidisciplinare e supportare i servizi di emergenza. La Tele-salute rappresenta una nuova modalità di presa in carico del malato cronico, che utilizza gli strumenti della sanità digitale per trasmettere a distanza i dati clinici del paziente al personale medico e sanitario. Altri esempi di telemedicina sono il tele-consulto, il tele-monitoraggio e la tele-riabilitazione.
L’Italia, tramite il Ministero della Salute partecipa a progetti di sanità digitale anche a livello internazionale, in ottica coerente e sinergica con le priorità della digital health identificata a livello europeo. Uno di questi progetti è eHAction (Join Action supporting the eHealth Network) che ha l’obiettivo di favorire la cooperazione tra i Paesi dell’UE per innovare, rendere efficienti e sostenibili i sistemi sanitari.
La diffusione di strumenti di sanità digitale rappresenta una priorità per il Ministero della Salute anche se si evidenza tutt’ora il divario tra nord e sud in merito all’utilizzo di questi strumenti (Approfondimento). A ciò si aggiunge uno scarso utilizzo dei mezzi tecnologici disponibili, una insufficiente formazione degli operatori sanitari ed enormi differenze sul territorio in relazione al grado di diffusione della digital health.
Per incrementare la diffusione e lo sviluppo della sanità digitale è necessario continuare il percorso intrapreso dal Ministero della Salute e il Sistema Sanitario Nazionale, in cui il Fascicolo sanitario elettronico, il Patto per la sanità digitale e la Telemedicina rappresentano gli elementi cardine. È inoltre fondamentale educare gli operatori sanitari in merito all’utilizzo di questi strumenti.
Le politiche di promozione della sanità digitale devono tenere in considerazione il ruolo chiave di Internet come strumento di eduzione ed informazione della popolazione.