L’età paterna incide sulla salute dei figli?

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Comunemente tendiamo a considerare l’età materna nella valutazione dei rischi associati al nascituro, ma lo studio pubblicato sul British Medical Journal pone le basi per nuove argomentazioni circa l’età paterna.

Lo Studio

Il team ha raccolto dati dal 2007 al 2016, equivalenti a oltre 40 milioni di nascite attraverso un programma di condivisione dei dati gestito dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie e il Centro nazionale per le statistiche sulla salute degli Stati Uniti.

I ricercatori della Standford University School of Medicine hanno suddiviso dei gruppi in base all’età dei padri : inferiore ai 25 anni; da 25 a 34; da 35 a 44; da 45 a 55; e con più di 55 anni – associando l’età a una varietà di parametri come razza, livello di istruzione, stato civile, tabagismo, accesso alle cure sanitarie e l’età della madre.

I valori perinatali analizzati erano età gestazionale, peso alla nascita, punteggio di Apgar a cinque minuti, ammissione a un’unità di terapia intensiva neonatale, necessità di antibiotici post-parto e convulsioni. I valori materni erano il diabete gestazionale e la pre-eclampsia.

E’ emerso che i bambini nati da padri di “età paterna avanzata”, cioè con più di 35 anni, erano a maggior rischio di una varietà di eventi dopo il parto, quali basso peso, convulsioni e necessità di ventilazione subito dopo la nascita.

Rispetto ai padri di età compresa tra 25 e 34 anni, i bambini nati da uomini di età pari o superiore a 45 anni avevano:

  • Un punteggio inferiore nel test di salute del neonato Apgar (<8),
  • Il 14% in più di probabilità di nascere prematuramente (< 37 settimane),
  • Il 18% in più di probabilità di avere convulsioni e
  • Il 14 % in più di probabilità di avere un basso peso alla nascita ( <2500 g).

Per un padre di 50 anni, la probabilità che il nascituro necessitasse di ventilazione alla nascita aumenta del 10%.

“Ciò che è stato davvero sorprendente è che sembrava esserci un’associazione tra l’età paterna avanzata e la possibilità che la madre sviluppi il diabete gestazionale” – Prof. Michael  Eisenberg, team leader dello studio e professore associato di urologia, di ostetricia e ginecologia presso il centro medico dell’università di Stanford.

Il prof. Eisenberg sottolinea che i possibili meccanismi biologici in gioco sono ancora un pò torbidi.

Recenti studi hanno iniziato a scoprire un potenziale legame epigenetico tra l’invecchiamento del genoma paterno e la salute nella prole.

Sono state osservate 40 alterazioni dipendenti dall’età, come la metilazione del DNA, nelle cellule somatiche e germinali dei mammiferi. Tassi più elevati di metilazione sono stati trovati sul DNA ribosomale degli spermatozoi di ratto più vecchi rispetto ai ratti più giovani. Inoltre, imprinting genomico si pensa possa influenzare la crescita placentare, la morfologia, e il trasferimento dei nutrienti, il che spiega in parte l’influenza paterna sulla nascita risultati.

Si sa che ogni anno un uomo, accumula in media due nuove mutazioni nel DNA del suo sperma – ma i rischi di nascita per i bambini nati ai padri della fascia di età successiva hanno mostrato aumenti anche più elevati.

D’altra parte questa appare solo una possibile spiegazione in quanto gli studi hanno dimostrato l’importanza e il ruolo di altri fattori negativi come il fumo e il consumo frequente di alcol, obesità, malattie croniche.

Obiettivo futuro dei ricercartori guidati dal prof. Eisenberg sarà esaminare altre coorti di popolazione per confermare le associazioni tra i rischi di età e nascita e iniziare a decodificare alcuni dei possibili meccanismi biologici.

In ultima analisi il prof. Eisenberg mette in guardia contro eccessivi allarmismi in quanto i rischi assoluti possono sembrare elevati, ma i rischi complessivi di alcuni di questi eventi sono rari e l’aumento dei rischi è modesto. Negli Stati Uniti il numero di nascite da uomini con più di 40 anni è raddoppiato negli ultimi 40 anni quindi la ricerca in tal senso comprende quanto sia rilevante diventi più rilevante capire le conseguenze dell’età paterna avanzata sulla salute dei neonati e della madre.

FONTI | abstract, Stanford.

Chiara Maria Palmisano
Sono laureata in Medicina e Chirurgia, ho conseguito la laurea presso l'università di Bari.