Il 23 Novembre è previsto lo sciopero nazionale di 24h dei medici anestesisti-rianimatori. AAROI-EMAC è l’organizzazione sindacale che ha promosso la mobilitazione. Ho intervistato il Dott. Alessandro Vergallo, Anestesista-Rianimatore e Presidente Nazionale dell’ AAROI-EMAC, il quale ci ha spiegato le ragioni.

1. Quali sono le ragioni che hanno condotto a questa mobilitazione?

Ragioni generali riguardanti tutti i medici ospedalieri

  • insufficienza del finanziamento previsto per il FSN 2019;
  • insufficienza delle risorse per assunzioni del personale;
  • esiguità delle risorse assegnate al finanziamento dei contratti di lavoro rimasti fermi da otto anni;
  • ritardi nei processi di stabilizzazione del precariato;
  • insufficiente numero dei contratti di formazione specialistica;

Ragioni riguardanti in particolare i medici rappresentati dall’AAROI-EMAC (Anestesisti Rianimatori e Medici di Emergenza – Area Critica)

  • mancato rispetto della normativa contrattuale vigente (p. es. Pronte Disponibilità sostitutive delle Guardie, che per i Medici rappresentati dall’AAROI-EMAC costituiscono un grave rischio sia per loro sia per i Pazienti la cui salute tali Medici sono chiamati a garantire nelle condizioni cliniche più critiche e delicate, dal parto alle situazioni in cui sussiste pericolo di vita);
  • ricorso ad utilizzo di medici specialisti tramite cooperative e contratti atipici, inclusi quelli cosiddetti libero-professionali che in realtà mascherano veri e propri rapporti di dipendenza senza però le tutele lavorative di questi ultimi (in questi casi il ricorso a medici non contrattualizzati regolarmente causa altrettanti rischi dovuti p. es. al mancato rispetto delle norme vigenti in tema di riposi, oltre che a rotazioni di questi Colleghi tra Ospedali diversi, con tutto ciò che implica il dover lavorare in ambienti professionali che conoscono poco e in equipe con Colleghi di altre specialità con cui non c’è stata possibilità del necessario affiatamento;
  • sfruttamento dei Medici in Formazione (MIF) in Anestesia e Rianimazione come forza lavoro in sostituzione dei Medici Specialisti: questo è un problema forse più critico tra tutti, dato che in mancanza di una regolamentazione chiara a livello nazionale i MIF vengono sfruttati del tutto arbitrariamente ed in modo occulto in molti Ospedali per coprire carenze di personale specialista sempre più drammatiche.

2. Da quali enti è promosso lo sciopero e che adesione si stimi possa avere?

Lo sciopero del 23 Novembre è stato proclamato dall’AAROI-EMAC, che ne è l’unica Organizzazione Sindacale Titolare. All’AAROI-EMAC si sono poi aggregati tutti gli altri Sindacati della Dirigenza Medica, Veterinaria e Sanitaria del SSN, dato che norme barocche della Commissione di Garanzia hanno loro impedito di dar corso ad un loro sciopero il giorno 9 novembre, in una giornata separata ma in coordinamento con la nostra, così come previsto precedentemente. Per questo sciopero si prevede un’adesione altissima, dovuta allo sfinimento a cui la politica di governo del SSN degli ultimi 10 anni ha condotto la pazienza dei medici ospedalieri.

3. La mobilitazione creerà certamente un disagio generale, obiettivo stesso dello sciopero. Che precauzione verranno prese e come saranno gestite le condizioni mediche di emergenza-urgenza che necessitano un immediato intervento?

I disagi per i pazienti saranno molto pesanti, con una stima approssimativa di interventi chirurgici rinviati dell’ordine di circa 40.000 in tutta Italia, per fare solo un esempio delle attività ospedaliere specificatamente attinenti a quelle che più caratterizzano il lavoro quotidiano degli Anestesisti Rianimatori. Naturalmente saranno garantiti tutti i servizi essenziali, come prevedono le norme di garanzia per la salute dei cittadini, ricomprese, in primis per quanto ci riguarda specificatamente, quelli di emergenza, p. es. nei PS, di cure intensive come p.es. nelle nostre Rianimazioni, e per nostra iniziativa spontanea di sensibilizzazione dei nostri Colleghi che aderiranno alla protesta, dato che abbiamo a cuore la salute dei nostri pazienti anche più di quanto la legge non preveda, saranno salvaguardate le cure per i pazienti cosiddetti “fragili”. Perciò, nonostante i fortissimi disagi, nessun rischio ricadrà assolutamente sui cittadini che necessitano di cure immediate, dato che siamo sempre in prima fila quando si tratta di pazienti nelle situazioni cliniche più critiche, come sa molto bene chiunque abbia avuto bisogno della nostra professionalità sia per sé sia magari per un familiare ricoverato in qualsiasi ospedale d’Italia, in quanto non può esistere un ospedale per acuti senza l’Anestesista Rianimatore, figura centrale al servizio della salute quando la salute è più in pericolo.

4. La carenza di organico negli ospedali italiani è un problema solo dei medici o interessa anche i pazienti?

La carenza di personale è pesante per quasi tutte le specializzazioni ospedaliere, ma è gravissima per gli Anestesisti Rianimatori e per i Medici di Pronto Soccorso, i professionisti che più di chiunque altro sono letteralmente in trincea, al fianco dei pazienti la cui salute ha più bisogno di essere tutelata al massimo; non per nulla il nostro lavoro consiste essenzialmente, in parole semplici, nel preservare le funzioni vitali durante gli interventi chirurgici, o nel riportarle nei limiti del possibile entro i limiti di sopravvivenza quando si tratta di rianimare pazienti ad un passo dalla morte.

5. Quali sono le prospettive se la situazione non mutasse? Quali invece le vostre controproposte?

Riteniamo che la politica di governo del nostro SSN non possa ignorare ancora a lungo il nostro gravissimo disagio, che oltretutto, proprio per le ragioni della nostra protesta, è in realtà un disagio in cui versano i cittadini, ai quali viene negato il diritto ad essere curati da medici riposati, sereni, messi in condizioni di mettere la loro professionalità al servizio della salute senza dover, per esempio, precipitarsi da casa, svegliati nel cuore della notte, con ogni condizione atmosferica e di traffico stradale, per correre ad eseguire un’anestesia per un parto cesareo d’emergenza che gli amministratori di questo nostro malandato SSN preferiscono mettere a rischio facendo sì che l’unico Anestesista Rianimatore destinato al Punto Nascita di un Ospedale  sia ‘reperibile’ da casa, dopo aver lavorato magari anche 12 ore di fila di giorno, obbligandolo a fungere da ‘medico squillo’ di notte invece che in servizio attivo di guardia, presente fisicamente in ospedale; tutto questo per risparmiare personale in spregio alle normative contrattuali vigenti, le quali prevedono unicamente le ‘reperibilità’ solo ‘integrative’, cioè aggiuntive ai servizi di guardia attiva.

6. Che consiglio dà alle nuove generazioni che vogliono intraprendere la professione di anestesista-rianimatore?

Il consiglio è di scegliere questo mestiere unicamente se ci si sente particolarmente portati, più di qualsiasi altro medico, a sacrificare gran parte della propria vita privata per fare quello che, per molti aspetti, è ancora, nonostante tutto, nel cuore della stragrande maggioranza dei nostri Colleghi, il lavoro specialistico ospedaliero più gratificante che esista, per tutta una serie di ragioni non solo professionali ma anche e soprattutto umane. L’appello ai giovani neolaureati è di avvicinarsi con entusiasmo alla nostra specialità, valutarne i pregi, che consistono non solo nel lavorare in equipe ma divenendo di fatto già autonomi o quasi, nel nostro ambito, sin dal primo giorno di impiego, ma anche e soprattutto nelle gratificazioni che emergono in tutta la loro grandezza quando si preserva o si salva una vita, che per noi è un impegno quotidiano. Il nostro lavoro prevede però attitudini che non si imparano se non c’è predisposizione, solo per fare un esempio, a prendere decisioni vitali nel giro di una manciata di secondi. Cari giovani neolaureati, avvicinatevi al nostro mondo e scegliete di farne parte, ma siate consapevoli sin dall’inizio che si tratta di una professione che non offre altro che questo, diversa da tutte le altre anche perché, differentemente di fatto da tutte le altre, così come non può esistere un ospedale senza un Anestesista Rianimatore, è impossibile far davvero l’Anestesista Rianimatore fuori da un ospedale. Cari giovani colleghi, gli ospedali italiani, per poter erogare le cure per garantire la salute ai cittadini quando ne hanno più urgente necessità, hanno estremo bisogno di Anestesisti Rianimatori. Diventate dei nostri. Nonostante tutto, difficilmente ve ne pentirete, se avete le nostre stesse aspirazioni di far ogni giorno un mestiere difficile ma unico.

Per saperne di più consulta il sito: https://www.aaroiemac.it

Domenico Posa
Amministratore e Facebook Manager | Frequento Scuola di Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Bari "Aldo Moro." Fondatore ed ideatore del progetto "La medicina in uno scatto" | email - domenico.posa@gmail.com