Caso Clinico #124
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Soluzione: Sindrome iperglicemica iperosmolare
La sindrome iperglicemica iperosmolare è una complicanza metabolica acuta e potenzialmente letale del diabete mellito. Ne sono la principale causa una diagnosi mai avvenuta, una scarsa aderenza alla terapia o patologie quali vasculopatie, sindrome coronarica acuta ma anche infezioni polmonari o delle vie urinarie.
La fisiopatogenesi sottostante non è molto chiara, anche se riconducibile a un deficit relativo di insulina. E’ caratterizzata da iperglicemia, iperosmolarità e disidratazione con assenza di chetoacidosi.
E’ più frequentemente riscontrata nei pazienti anziani, ma può colpire anche soggetti giovani, generalmente a seguito di un evento precipitante.
L’esordio è spesso insidioso e può durare da giorni a settimane: compaiono glicosuria con imponente perdita di acqua (poliuria) e disidratazione marcata (ma a differenza della chetoacidosi diabetica non vi sono deficit insulinici tali da portare alla chetogenesi epatica). Si associano segni neurologici che vanno dall’astenia al coma.
Per stabilire la diagnosi è necessario dimostrare marcati aumenti di glicemia superiori a 600mg/dL, dell’osmolarità sierica superiore a 320mOsm/dL e pH maggiore di 7,30 con chetonemia modesta o assente. Utile sarà il dosaggio degli elettroliti per valorare il valore della kalemia che potrebbe risultare elevata a causa del deficit insulinico e quindi a causa della fuoriuscita del potassio dalle cellule.
Il trattamento prevede: la correzione della disidratazione (soluzione di NaCl in percentuale variabile in base ai valori degli elettroliti), della glicemia (l’insulina va sempre somministrata dopo terapia idratante e facendo attenzione al non instaurarsi di un edema cerebrale che deve essere prevenuto con destrosio quando la glicemia scende sotto i 300mg/dl ) e degli squilibri elettrolitici (potrà essere utile addizionare potassio alla soluzione di NaCl). Utile sarà anche il trattamento della patologia scatenante l’evento.