Realizzare cellule endometriali in vitro è ora possibile, grazie al lavoro dei ricercatori dell’università Northwestern University Feinberg School di Chicago che sono riusciti a scoprire il giusto pathway per far differenziare cellule staminali pluripotenti in cellule endometriali perfettamente funzionanti e responsive agli stimoli ormonali. Andiamo dunque a considerarne i possibili campi di applicazione, esaminandone gli aspetti salienti.
Le cellule staminali
Sono cellule non ancora differenziate, capaci cioè di trasformarsi in una delle svariate cellule mature che caratterizzano i diversi tessuti del nostro corpo. Nelle cellule staminali, infatti, l’informazione genetica contenuta nel DNA cellulare, è ancora aperta a tutte le strade di sviluppo possibili.
Presenti in quasi tutti i diversi tessuti del nostro organismo come cellule multipotenti, le cellule staminali rappresentano la riserva da cui crescono le cellule che rimpiazzano quelle morte. Conoscendo il percorso maturativo e gli stimoli necessari per far trasformare tali cellule in cellule pluripotenti, capaci cioè di svilupparsi in qualsiasi tessuto, è dunque possibile generare cellule mature in laboratorio. In questo caso, grazie ad un minuzioso lavoro che ha consentito di riprodurre il percorso di sviluppo necessario, sono state utilizzate le cellule staminali della cute e del midollo osseo facili da prelevare, per produrre cellule endometriali.
L’endometrio: uno strato prezioso
Caratterizzato da una mucosa pluristratificata, rappresenta la porzione dell’utero che in preparazione all’impianto di un possibile embrione, sotto controllo degli ormoni ovarici, prolifera, si differenzia e poi degenera ciclicamente con il flusso mestruale qualora non sia avvenuto l’impianto.
Una funzione alterata delle cellule fibroblastiche contenute nell’endometrio (EMSF), ed in particolare una alterata risposta al progesterone, gioca un ruolo importante nello sviluppo di disordini endometriali quali l’endometriosi, l’infertilità uterina ed il cancro endometriale.
L’endometriosi
Caratterizzata dalla crescita extra-uterina di tessuto endometriale, è una patologia ginecologica cronica che interessa circa il dieci per cento delle donne in età riproduttiva: quasi 200 milioni di donne nel mondo. La sua sintomatologia è invalidante con un dolore pelvico severo, e le conseguenze che ne derivano sono sviluppo di aderenze ed infertilità. Ad oggi non vi è ancora un trattamento efficace a lungo termine, ed in alcuni casi la patologia può rappresentare un precursore del cancro ovarico.
Infertilità uterina
Alcuni tipi di infertilità uterina sono causati da cellule endometriali difettose non recettive all’impianto embrionale. Inolte vi è una patologia in cui le cellule endometriali non possono rigenerarsi: nota come sindrome di Asherman, è una patologia intrauterina acquisita, dovuta ad un eccessiva rimozione di tessuto endometriale in caso di raschiamento per aborto/interruzione di gravidanza o rimozione di fibromi/polipi/tessuto placentare o ancora causata da infezioni quali la tubercolosi e la schistosomia. In tale patologia le pareti anteriore e posteriore dell’utero si accollano spesso l’una all’altra, venendo meno la possibilità rigenerativa delle cellule staminali uterine.
Adenocarcinoma endometriale
L’alterata risposta delle cellule endometriali al progesterone è anche responsabile dello sviluppo del cancro endometriale di tipo ormono-dipendente, la patologia maligna ginecologica maggiormente prevalente nel mondo occidentale.
Prospettive future
“Si tratta di una scoperta di smisurata importanza abbiamo aperto le porte al trattamento dell’endometriosi”. – afferma l’autore Dr Serdar Bulun.
L’impianto di cellule responsive al progesterone, potrebbe rappresentare dunque un approccio terapeutico rivoluzionario per la cura di patologie endometriali piuttosto gravi e diffuse. La sostituzione progressiva delle cellule difettose che causano infiammazione, dolore ed infertilità nell’endometriosi, sviluppo anomalo nel cancro endometriale in stadio iniziale ed incapacità di accogliere l’embrione nell’infertilità uterina, rappresenterebbe infatti una terapia definitiva.
FONTI | Articolo originale, Endometriosi, Sindrome di Asherman