I benefici della meditazione mindfulness

4194

La meditazione è una pratica antichissima che ha origine nell’estremo Oriente. Inizialmente aveva una valenza religiosa, era infatti praticata durante le preghiere Buddiste, successivamente venne inglobata anche dalla pratica Zen.

Oggi la meditazione è una tecnica praticata in tutto il mondo anche al di fuori di contesti religiosi, grazie ai grandi benefici che apporta al fisico ed alla mente umana.

Esistono varie tipologie di meditazione, ma senz’altro quella più praticata e più studiata anche dalla scienza è la Mindfulness. La definizione è questa: tecnica che consiste nel portare l’attenzione del soggetto in maniera non giudicante verso il momento presente. In pratica bisogna far cessare l’usuale chiacchierio di sottofondo che si trova nella mente, cosi da focalizzarsi su cosa sta succedendo alla mente ed al corpo.

La meditazione ha bisogno di 4 elementi essenziali:

-Un ambiente silenzioso con meno distrazioni possibili

-Una postura confortevole (seduto, sdraiato, durante la camminata)

-Porre il focus in qualcosa di specifico (può essere una parola, un oggetto, il respiro)

-Una attitudine aperta (lasciare venire ed andare le distrazioni in modo naturale, senza giudicarle)

Medicina e meditazione

La curiosità della medicina occidentale verso questa pratica è iniziata agli inizi degli anni ’70, quando furono condotti i primi approfondimenti scientifici riguardo ai possibili benefici che questa tecnica poteva apportare.

Da allora sono stati effettuati molti studi e sono stati esaminati molti encefali di persone che svolgono la pratica meditativa.

Uno studio pubblicato su PLOS, ha mostrato gli effetti sull’encefalo della pratica meditativa dopo 8 settimane. Effettuando una risonanza magnetica cerebrale si è evidenziata una riduzione volumetrica della sostanza grigia nell’amigdala. Questa ghiandola è implicata nella gestione delle emozioni (in particolare la paura) ed è anche fortemente connessa allo stato di stress. In aggiunta a questo, è stata evidenziato un aumento volumetrico della sostanza grigia nella corteccia pre-frontale. Questa zona del cervello partecipa alle funzioni più elevate come la concentrazione, decision-making e la consapevolezza. Ovviamente, il grado di modificazioni neuronali è rapportato al numero di ore passate a meditare, ma in tutti gli elementi osservati dallo studio sono state evidenziati cambiati di questo tipo.

Un altro studio ha dimostrato come la pratica meditativa abbia un ruolo sulla girificazione corticale. Con girificazione si intende il numero di giri, solchi e scissure del cervello. Questo aumento di pieghe cerebrali si verifica in varie zone del cervello. Sebbene una maggiore girificazione sia associata normalmente ad una maggior abilità di processare le informazioni, non esistono prove funzionali che attestino questa ipotesi in questi caso specifico.

Effetti benefici della meditazione

Uno degli effetti sicuramente più positivi riscontrati sono quelli associati allo stress ed allo stato di ansia, non a caso questa pratica viene utilizzata ampiamente anche in pazienti con difficoltà psichiche e psichiatriche.

In uno studio pubblicato su JAMA, il cui scopo era quello di determinare l’efficacia dei programmi di meditazione in relazione a problematiche psicologiche come la depressione, ansietà, stress, è stato dimostrato che la meditazione ha un piccolo/moderato effetto positivo sul paziente.

Grazie all’effetto positivo su ansia e stress, è stato dimostrato attraverso uno studio presentato all’American Physiological Society il suo effetto contro il rischio cardiovascolare, in particolare nel ridurre il rischio di ipertensione. Sono stati analizzati vari fattori collegati alla funzione cardiovascolare (frequenza cardiaca, pressione arteriosa e rigidità arteriolare), prima e dopo una sessione di meditazione: tutti e tre i fattori erano diminuiti. Lo studio affermerebbe che la riduzione del rischio cardiovascolare, sia associato alla capacità già comprovata da altri studi di ridurre l’ansia e lo stress.

Potrebbe avere un ruolo rilevante anche nel caso di persone che hanno dipendenze e sono in una fase di recupero. Questo vale per la dipendenza dal fumo, droghe, alcool ma anche per alcuni casi di rapporto malsano con l’alimentazione, specialmente in persone che fanno diete molto drastiche.

La meditazione è utilizzata in pazienti che sono afflitti da dolore cronico connesso a varie condizioni mediche come la fibromialgia, artrite reumatoide, dolore muscolo-scheletrico cronico. Una ricerca del 2016 pubblicata nel Journal of Neuroscience, ha provato a capire come la meditazione possa influenzare il dolore. Essa ha dimostrato che non c’è stata nessuna modifica al sistema oppioide e nessun rilascio di altri neurotrasmettitori che attivino vie analgesiche. Gli scienziati proporrebbero questa tesi: la meditazione avrebbe un ruolo sul dolore grazie alla mediazione di vari meccanismi neurali; in particolare andrebbe ad alterare la valutazione del dolore da parte dell’encefalo.

Uno studio pubblicato su Nature pubblicato l’anno passato pone l’accento su un altro potenziale beneficio. Tale ricerca affermerebbe che la meditazione sarebbe in grado di aumentare la capacità di memorizzazione ed apprendimento. Dall’osservazione dell’encefalo attraverso EEG di vari studenti che stavano eseguendo dei test cognitivi è  risultato che gli individui che meditavano per almeno 8 settimane avevano encefali più efficienti, cioè che utilizzavano minori risorse per portare a termine il compito assegnato. Questo beneficio si esplicherebbe grazie alla costante attivazione di particolari network cerebrali. La ripetuta attivazione li renderebbe più efficienti e veloci.

Conclusioni

Molti anni e molti studi hanno confermato come la meditazione mindfulness abbia molti effetti benefici per il corpo e per la mente. Questa tecnica millenaria richiede poco tempo per essere messa in pratica, a fronte di molti benefici. Farla diventare una nostra abitudine quotidiana potrebbe essere una buona idea.

Fonti| Raccolta studi scientifici da NIH

Matteo Ricci
Redazione | Frequento il 4° anno del corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli studi di Perugia. Amo la medicina ed è la mia passione, più specificatamente mi interessano molto la pediatria, le malattie infettive e l'immunologia. Nel tempo libero leggo sia libri scientifici che manga.