Quante volte avete sentito dire: “L’attività fisica migliora la salute!”? Questo sarà un altro articolo in cui leggerete questa cosa ma lo inseriremo in un contesto ben specifico: quello degli anziani.
La Cochrane ha da poco pubblicato una revisione sistematica che ci sottolinea in modo chiaro un concetto già abbastanza noto: l’attività fisica nell’anziano riduce le cadute dello stesso in maniera significativa.
Sono stati presi in considerazione 108 studi con ben 23.407 partecipanti, aventi un’età media di 76 anni e di cui il 77% donne. Potremmo quindi dire che non è proprio un campione ridotto ma anzi, è una revisione fatta su una popolazione molto vasta e diversificata.
Andando ad analizzare i dati è emerso che se si effettuano esercizi funzionali, di controllo e di equilibrio ci si trova a ridurre il 24% delle cadute nella popolazione anziana, ed il 13% di episodi di seconde cadute oltre la prima. Se poi a questi esercizi aggiungiamo esercizi di resistenza, la percentuale di riduzione di cadute sale al 34% per la singola caduta e al 22% per chi potrebbe avere episodi di più cadute.
E’ questo un punto di partenza molto interessante per un approccio dinamico alla pratica clinica. Ed è su questa scia che la regione Sardegna ha introdotto, anticipando questa pubblicazione, un nuovo “farmaco” prescrivibile nelle ricette dei medici: l’esercizio fisico.
Molte saranno le figure che prenderanno parte a questo percorso assistenziale: medici di Medicina Generale, laureati in Scienze motorie, laureati in Scienze Motorie con specializzazione in Attività Preventiva e Adattata, cardiologi, diabetologi, neurologi, oncologi, geriatri, psichiatri, operanti sia nel contesto territoriale che ospedaliero.
Tramite loro, con la creazione di una equipe polispecialistica ed insieme ad enti e associazioni si potrà creare un piano sportivo personalizzato per il paziente preso in cura.
Non più semplici raccomandazioni quindi, ma vere e proprie prescrizioni in Ricetta che spingeranno quindi pazienti con patologie croniche di diversa natura (cardiologico, diabetologico, neurologico, oncologico e psichiatrico) a prendersi cura di se stessi migliorando quella che è la loro condizione di vita.
Le raccomandazioni sono chiare, secondo l’OMS infatti, bisognerebbe fare almeno 30 minuti di attività fisica moderata al giorno – per 5 giorni alla settimana, e di più di 20 minuti di attività fisica intensa – per almeno 3 giorni alla settimana..
Sappiamo tutti che non è facile far cambiare abitudini alla nonnina che si presenta in studio, perciò sarà di vitale importanza il lavoro con più specialisti, psicologi compresi, che potranno supportare ed accompagnare il percorso di cura. Questo approccio all’ esercizio fisico darà così la possibilità di allontanarsi dal paradigma malattia-farmaco e vedrà invece quelle che sono le necessità dell’organismo in toto.
Perchè in fondo, prendersi cura di se stessi è il primo passo per curarsi.
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