Nelle 6 aree dell’Organizzazione Mondiale della Sanità i dati ad oggi disponibili sottolineano l’importanza della possibilità di accesso alle cure. Nella regione africana, infatti, il totale dei casi da inizio anno si attesta a 49.646, seguita dai 18.169 della regione europea.
In Italia il morbillo è ancora diffuso. Basti pensare che nel 2017 il belpaese è stato secondo solo alla Romania (5.560 casi) con 5004 casi di morbillo, rappresentando ben il 35% di tutti i casi riportati nella regione.
Nel 2000 gli USA avevano raggiunto l’eliminazione del morbillo grazie ad un’alta copertura vaccinale, una sorveglianza efficace, una pronta e coordinata risposta ai focolai epidemici e grazie all’incrementato controllo del morbillo a livello globale. Gruppi di individui che rifiutino la vaccinazione possono, però, ora rendere nullo questo progresso: i focolai epidemici di morbillo dell’era post-eliminazione sono infatti caratterizzati da un’alta proporzione di individui affetti sia non vaccinati che con uno stato vaccinale sconosciuto.
Nello stato di Washington è stato dichiarato lo stato di emergenza a causa di un focolaio epidemico che al 4 marzo 2019 contava 71 casi confermati, per la maggior parte tra individui non vaccinati o con uno stato vaccinale non verificato e negli ultimi 5 anni vi sono state una serie di epidemie similari in tutto il paese.
Il costo del morbillo
L’effetto dei focolai di morbillo è, infatti, generalmente stimato attraverso la sola conta dei casi e diffusione geografica. Considerata l’alta infettività e le potenziali complicazioni post-infettive associate con il vaccino però, la semplice conta dei casi non può rendere il costo reale delle epidemie di morbillo. Un’articolo edito sul Journal of American Medical Association analizza i costi reali del ritorno di questa patologia.
Nel valutare il reale costo delle epidemie di morbillo nell’era post eliminazione, infatti, si devono considerare le sequele immunologiche a lungo termine, il costo economico delle risposte ai focolai e il risultante peso sulle infrastrutture sanitarie.
Costo immunologico
L’infezione da virus del Morbillo non è un evento isolato e ristretto ad una clinica od ospedale risultante nella guarigione totale dalla malattia iniziale. Oltre all’infezione acuta, infatti, il virus del morbillo crea un’immunodepressione post infettiva, che ha implicazioni cliniche significative come secondarie infezioni batteriche o virali, quali otite media, diarrea e polmonite, a loro volta associate ad una morbidità e mortalità sostanziale.
L’infezione da morbillo è poi associata ad un’aumentata mortalità generale nei 2-3 anni successivi all’infezione. Evidenze recenti suggeriscono infatti che il virus del vaccino infetti preferenzialmente le cellule T della memoria e le cellule follicolari B durante la risposta immunitaria secondaria. L’eliminazione immunologicamente mediata di queste cellule infette dal virus, causa amnesia immunologica, resettando l’immunità non-morbillo-specifica precedentemente acquisita ed aumentando la suscettibilità dell’ospite ad infezioni opportunistiche.
Il costo economico
I costi associati al morbillo hanno un peso economico profondo per le comunità che devono arginarne i focolai epidemici. Il costo della risposta ad un singolo caso di vaccino può arrivare a 126.500 euro in base al numero dei sospetti che vanno analizzati, al numero e alla posizione dei contatti che vanno rintracciati, alla quantità di profilassi post esposizione (inclusa la vaccinazione e le immunoglobuline) che va somministrata, al numero delle persone messe in quarantena, e agli stipendi maggiorati per l’aumentato carico di lavoro e straordinari dei professionisti sanitari. Nel 2011 il costo totale, comunque sottostimato, è stato tra i 2.4 e i 4.7 milioni di euro.
Ripercussioni sui sistemi sanitari
I focolai di morbillo richiedono una risposta dei sistemi sanitari pubblici forte e robusta. Oltre alle convenzionali risposte come quarantena, sensibilizzazione della popolazione e profilassi post-esposizione, i sistemi di risposta in passato hanno dovuto creare anche un sistema di informazione gratuito, registri dei voli considerati a rischio e screening quotidiani per tutti gli staff ospedalieri circa rash e febbre. Quando avviene un’epidemia, le risorse umane devono dunque essere reindirizzate da altre funzioni per rispondere velocemente e appropriatamente, alterando la preesistente organizzazione dei sistemi sanitari stessi.
Conclusioni
“Nell’era del morbillo post-eliminazione, l’esitanza vaccinale ed il rifiuto al vaccino sono divenute una minaccia alla salute pubblica.” Questa la conclusione dell’articolo epidemiologico. La valutazione della reale implicazione clinica e dei costi economici e organizzativi sottolinea la necessità di un’inversione di marcia nella consapevolezza per ogni cittadino dell’importanza che ogni singolo vaccino rappresenta per la salute globale, nonché del privilegio che l’offerta vaccinale rappresenti rispetto a paesi in cui il vaccino è ancora ad oggi assente causando l’avanzamento spropositato della malattia.
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