Di certo avrete sentito parlare della Chlamydia, è la più trasmessa delle Malattie Sessualmente Trasmissibili. In un futuro non molto lontano potremo contrastarla con un vaccino, tuttora in studio, che promette una risposta immunitaria potente.
La Chlamydia Trachomatis
La Chlamydia Trachomatis è il batterio responsabile dell’infezione. Per la sua sintomatologia spesso sub-clinica e poco evidente capita che non venga diagnosticato con il conseguente e continuo diffondersi dell’infezione.
La trasmissione avviene per rapporti sessuali non protetti (sia genitali, che orali ed anali), come anche per infezione materno-fetale durante il parto. Dopo un periodo di incubazione che varia dall’una alle tre settimane, la manifestazione può essere del tutto asintomatica come invece portare a dei sintomi molto aspecifici e riconducibili a uretrite o cistite.
Nell’uomo può caratterizzarsi con infezione dell’epididimo, prurito e secrezioni uretrali. Nella donna invece con arrossamenti, prurito, minzioni frequenti, perdite vaginali bianco giallastre ed anche di sangue al di fuori del normale ciclo mestruale.
La diagnosi viene effettuata con una coltura del batterio a cui si aggiunge l’antibiogramma per selezionare un antibiotico efficace per il trattamento; il quale va esteso anche ai partners sessuali in modo da evitare reinfezioni.
La novità sta nella prevenzione
La novità però sta proprio nella prevenzione: il Lancet ha pubblicato a inizio Agosto un articolo in cui si afferma che la sperimentazione di Fase 1 per il vaccino della Clamydia è stata superata.
In questo studio son state reclutate 35 donne: 5 con trattamento Placebo di controllo, 15 con una formula di vaccino chiamanta CTH522:CAF01 ed altre 15 con la stessa base di vaccino ma con un adiuvante diverso dal nome CTH522:AH.
Gli effetti collaterali presenti son state delle reazioni tensorie al braccio nel punto dell’iniezione ma nessun altro effetto rilevabile.
Al contrario vi è stata notata un aumento delle IgG pari al 100% dei due campioni vaccinati, sebbene con una risposta maggiore nel gruppo CTH522:AH, e pari al 0% (ovviamente) del campione con il placebo.
Il vaccino quindi ora passa in fase 2 e chi lo sa, magari tra qualche anno avremo un’arma in più per la lotta contro un’infezione che conta ogni anno 131 milioni di nuovi casi.
FONTI | Articolo originale su The Lancet