Colchicina, un vecchio farmaco per un nuovo trattamento dell’infarto miocardico

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Uno studio ha dimostrato che colchicina a bassa dose somministrata a pazienti con un recente infarto miocardico è in grado di ridurre il tasso di eventi cardiovascolari ischemici successivi.

 

Rubor, Calor, Tumor, Dolor” – Celso, I secolo d.C.

 

Infiammazione = aterosclerosi = infarto

L’ateroma, meglio conosciuto come placca aterosclerotica, è definibile come una degenerazione delle pareti arteriose dovuta al deposito di placche formate essenzialmente da grasso e tessuto cicatriziale.

Un’arteria infarcita di materiale lipidico e tessuto fibrotico perde elasticità e resistenza, risulta più suscettibile alla rottura e riduce il proprio lume interno ostacolando il flusso sanguigno. Inoltre, in caso di rottura dell’ateroma, si instaurano dei processi riparativi e coagulativi che possono portare alla rapida occlusione del vaso (trombosi), o generare embolie in grado di ostruire un vaso arterioso, con conseguente infarto del territorio a valle.

La patogenesi delle placche aterosclerotiche è complessa e vi partecipano diverse componenti del sistema vascolare, metabolico e del sistema immunitario. Consta in particolare di tre processi:

  1. accumulo di lipidi, principalmente colesterolo libero ed esteri del colesterolo, nello spazio sub-endoteliale delle arterie;
  2. stato infiammatorio con infiltrazione di linfociti e di macrofagi che, fagocitando i lipidi accumulati, diventano cellule schiumose (foam cell);
  3. migrazione e proliferazione di cellule muscolari lisce

 

Colchicina

La colchicina è un alcaloide originariamente estratto dalle piante del genere Colchicum. Si tratta di un potente farmaco anti-infiammatorio, economico, somministrabile per via orale, che è stato utilizzato per secoli.

La molecala si lega alla subunità fondamentale dei microtubuli, la tubulina, causandone la depolimerizzazione. Tale azione consente di inibire la motilità cellulare impedendo ai leucociti di raggiungere l’area d’interesse e bloccandone l’attività fagocitaria.

La colchicina è attualmente indicata nel trattamento della gotta, della febbre mediterranea familiare e della pericardite.

Gli effetti avversi più comuni che si verificano con la colchicina sono la comparsa di nausea, diarrea, vomito e dolori addominali. In caso di somministrazione prolungata si possono determinare alterazioni midollari, neuriti, alopecia e miopatia. Nell’uomo la dose tossica di colchicina si aggira attorno ai 10 mg.

 

 

Lo studio

Metodi

Lo studio (randomizzato, in doppio cieco) è stato eseguito su pazienti reclutati entro 30 giorni dopo un infarto del miocardio.

I pazienti sono stati assegnati in modo casuale per ricevere colchicina a basso dosaggio (0,5 mg una volta al giorno) o placebo.

L’end point primario di efficacia era il confronto tra i due gruppi dell’incidenza di morte per cause cardiovascolari, arresto cardiaco, infarto del miocardio, ictus o ricovero urgente per angina con conseguente intervento di rivascolarizzazione coronarica.

 

Risultati

Sono stati arruolati 4745 pazienti; 2366 pazienti sono stati assegnati al gruppo colchicina e 2379 al gruppo placebo. I pazienti sono stati seguiti per quasi 2 anni.

L’end point primario (ossia il verificarsi di una complicanza) si è verificato nel 5,5% dei pazienti nel gruppo colchicina, rispetto al 7,1% di quelli nel gruppo placebo.

Per quanto riguarda gli effetti collaterali, diarrea è stata riportata nel 9,7% dei pazienti nel gruppo colchicina e nell’8,9% di quelli nel gruppo placebo. Un episodio di polmonite è stato segnalato come evento avverso grave nello 0,9% dei pazienti nel gruppo colchicina e nello 0,4% di quelli nel gruppo placebo.

 

Conclusioni

Tra i pazienti con un recente infarto miocardico, la colchicina alla dose di 0,5 mg al giorno ha comportato un rischio significativamente più basso di eventi cardiovascolari ischemici rispetto al placebo.

Questo studio apre la strada a nuovi trattamenti di prevenzione terziaria nei pazienti affetti da malattie cardiovascolari.

 

Fonti |  https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa1912388?query=featured_home; https://www.my-personaltrainer.it/cardiopatia-ischemica/ateroma-placca-aterosclerotica.html;

Foto |

Matteo Ferrari
Sono un Junior Doctor all'University Hospital of Southampton, laureato all'università di Bologna. Ho un particolare interesse in Anestesia e Rianimazione.