Abbiamo da poco detto addio al decennio 2010-2019: ripercorriamo alcune tra le più importanti scoperte che hanno caratterizzato questi ultimi 10 anni.
“Anno nuovo, vita nuova” recita un vecchio detto: sebbene sotto alcuni aspetti (in particolare dietetici, visto il periodo di festa) questa espressione possa sembrare più un’iperbole che un serio impegno, essa palesa il fatto che il cambio di data (prima causa di errori di scrittura tra gennaio e febbraio) spinga ad un momento di retrospezione sul percorso svolto. L’obiettivo è, quindi, guardare al passato per immaginare (e migliorare) il futuro: con lo stesso spirito, ripercorriamo le più importanti scoperte in campo medico che hanno caratterizzato questo decennio, con la speranza che il prossimo porti altrettante novità e miglioramenti.
Il microbiota
Anno 2010: per la prima volta viene sequenziato il genoma dei commensali che colonizzano il nostro tratto digerente. Sebbene la presenza del microbiota non fosse notizia fresca, per la prima volta ne viene misurata l’entità e la variabilità genetica.
Sulle pagine di Nature, viene pubblicato uno studio che quantifica il numero di geni delle specie che compongono il microbiota: viene fuori un numero mostruoso (circa cento volte superiore al numero di geni che compongono il nostro genoma) che cambia le carte in tavola e dà il via ad una vera e propria corsa all’oro “scientifica”.
Sicuramente, i nostri commensali hanno avuto un vero e proprio ruolo da protagonista in questo decennio. Nell’ultimo quinquennio, in particolare, era possibile ritrovare un paper quasi settimanalmente.
Noi ne abbiamo parlato in vari articoli: basta cercare “microbiota” nella barra di ricerca in alto.
Il microbiota: l’ultimo “organo” scoperto (2014)
Microbiota Intestinale: un nuovo studio ne svela il ruolo nel Parkinson (2016)
Microbiota e sclerosi multipla: scoperta possibile correlazione (2017)
Microbiota e diabete mellito tipo1: i primi risultati dal TEDDY study (2018)
Autismo: novità dal microbiota intestinale (2019)
L’editing genetico non è più materia da fantascienza
Un ipotetico viaggiatore del tempo proveniente dal passato, leggendo i risultati di alcuni studi pubblicati in questo decennio, farebbe fatica a credere che non si tratti di uno scherzo ben orchestrato.
Eppure, l’editing genetico è realtà, e porta con sé innumerevoli implicazioni non solo in campo medico ma anche nel campo filosofico-etico.
Abbiamo assistito, infatti, alla nascita del primo essere umano con tre genitori: una madre e un padre che hanno fornito il codice genetico “nucleare” e un’altra madre che ha fornito il codice genetico “mitocondriale”.
Ne abbiamo parlato in questo articolo in cui, tra l’altro, si parla di una scoperta che potrebbe riscrivere i libri di biologia: “Ereditarietà paterna per il DNA mitocondriale?”
E se tutto questo non fosse abbastanza, in questo decennio abbiamo trovato quello che sembrerebbe essere il “santo graal” dell’editing genetico: la capacità di modificare il codice genetico da parte di “CRISPR-Cas9”, complesso proteico utilizzato da alcuni batteri per difendersi (paragonabile ad un meccanismo di immunità acquisita) talmente preciso da poter modificare singole lettere del codice genetico.
Di CRISPR-Cas9 ne abbiamo parlato ampiamente:
Umani geneticamente modificati: è possibile? (2015)
La Rivoluzione di CRISPR (2016)
Editing genetico: la correzione genetica prenatale (2018)
La rivoluzione portata da CRISPR-Cas9 ha avuto una portata talmente ampia che nel 2018 uno scienziato cinese ha affermato di aver utilizzato questo meccanismo per disattivare il gene codificante per l’antigene “CCR5” con lo scopo di rendere l’individuo immune al virus HIV.
Manipolazione genetica sugli embrioni: nati OGM?
La mutazione di CCR5 HIV-protettiva potrebbe accorciare l’aspettativa di vita
La nuova frontiera dei trapianti e dei dispositivi medici
Se l’inizio di questo decennio è stato caratterizzato dall’affermarsi di nuove tecnologie dotate di incredibili capacità di calcolo e capaci di occupare pochissimo spazio (basti pensare allo smartphone che abbiamo in tasca), la seconda metà del decennio ha visto il loro impiego in ambito medico-sanitario.
Nell’ultimo quinquennio infatti, dalla fusione tra miniaturizzazione dei dispositivi e aumento della capacità di calcolo dei processori di ultima generazione è venuto alla luce il primo pancreas artificiale, un game changer per gli individui affetti da diabete di tipo 1.
Il pancreas artificiale, infatti, permette di mantenere costanti i livelli di insulina nel corso della giornata e, grazie alle più recenti scoperte, permette di “aggiustare” l’infusione di insulina in base ai livelli di glicemia, proprio come il pancreas, migliorando notevolmente la qualità di vita del soggetto.
Diabete, le tecnologie sanitarie d’avanguardia che migliorano la vita
Il cuore artificiale più piccolo del mondo: tra bioingegneria e medicina
Ultima, ma non meno importante, è stata la stampa in 3D, una tecnica figlia di questo decennio che, tramite l’introduzione di materiali di ultima generazione, ha permesso lo sviluppo di protesi sempre più simili alle strutture da sostituire e alla nascita dei primi organi artificiali pronti per essere trapiantati.
La chirurgia del futuro e la stampa 3D
Stampato il primo (piccolo) cuore 3D: e adesso?
L’antibiotico resistenza e i social network
Nonostante tutte le scoperte che hanno caratterizzato questo decennio, gli anni tra il 2010 e il 2019 hanno dato i natali ad alcune tra le più grandi sfide con cui la comunità scientifica si trova tutt’ora a fare i conti.
Prima tra tutti è l’allarme dell’antibiotico resistenza derivata da un utilizzo sconsiderato degli antibiotici. Persino Alexander Fleming, “padre” della penicillina, mise in guardia sui rischi: mai monito fu più profetico, tant’è che una delle sfide più importanti del futuro è quella di trovare nuove molecole in grado di contrastare il fenomeno della resistenza batterica.
Secondo gli esperti, se continuassimo ad andare avanti con questa tendenza ed entro il 2050 non trovassimo nuove molecole, le infezioni batteriche potrebbero mietere più vittime di tutte le tipologie di cancro.
Resistenza antimicrobica: una mina da disinnescare
Entro il 2050 i superbatteri uccideranno più persone dei tumori
Antibiotico resistenza: Italia prima in Europa per numero di decessi
Questo decennio ha anche visto l’affermarsi dei social network: strumento utilissimo ma che ha permesso la diffusione di notizie carenti sotto il punto di vista del fact checking (o come si suole dire, le “fake news”). Questa è un’altra grande sfida che ancora oggi vede impegnati esperti e divulgatori, e che ha richiesto uno sforzo non indifferente da parte della comunità scientifica.
I social network, infatti, fornirono il terreno fertile per la diffusione di tesi prive di fondamento scientifico (basti pensare al caso Wakefield), tuttavia la comunità scientifica si è mossa in tal senso, onde evitare il dilagare di un allarmismo ingiustificato.
Gravi complicanze da cui ci proteggono i vaccini
I vaccini non compromettono l’efficienza del sistema immunitario
Antivaccinista: d-istruzioni d’uso
Ma non ci sono solo cattive notizie: sempre sotto l’aspetto “microbiologico” il decennio si sta concludendo con il primo vaccino per il virus ebola che nel 2014 flagellò il continente africano.
Un vaccino contro il virus Ebola è stato pre-approvato dalla EMA
Prospettive per il futuro
Grandi novità ma anche grandi sfide, ecco cosa ci aspetta in questo nuovo decennio.
Molte delle sfide che la medicina si troverà ad affrontare saranno anche eredità del decennio che sta per concludersi (2019: Le dieci minacce alla salute globale).
Sicuramente, il cambiamento climatico avrà un ruolo centrale: la modifica degli ecosistemi e della composizione dell’aria che respiriamo avrà un impatto fortissimo sulla nostra salute: compito della medicina del futuro sarà quello di offrire soluzioni ad un mondo in rapido cambiamento.
L’editing genetico porterà a nuove sorprese, ma non sarà il solo: l’immunoterapia sta già portando importantissimi traguardi nella lotta ai tumori.
Sarà importante anche lo sviluppo nel campo delle telecomunicazioni (la medicina “a distanza”, grazie al 5G) e nel campo delle intelligenze artificiali: strumenti in più nell’armamentario dei professionisti.
Per quanto riguarda il nostro paese, le sfide più importanti saranno sul piano assistenziale, vista l’annunciata carenza di medici specialisti: a tal proposito, negli articoli “Se l’Italia non ha più medici” e “Governo, la grande bugia sui contratti di specializzazione” viene fatta una chiara fotografia dell’attuale situazione e delle misure che si potrebbero intraprendere per risolverla.
Sicuramente, anche nel nuovo decennio la ricerca medica non smetterà di stupirci. L’augurio migliore che possiamo fare, forti della sicurezza data dall’instancabile lavoro di scienziati, ricercatori, esperti e divulgatori, è che saranno pieni di scoperte che porteranno ad un miglioramento a 360 gradi delle nostre vite.
Noi de “La Medicina in uno Scatto” ci saremo per raccontarvele.