In questi giorni ed in queste notti così difficili gli ospedali si stanno reggendo non solo sui medici sottoposti a turnazioni e orari fuori da ogni regola, ma anche sugli specializzandi. Questi ultimi, per la Sanità italiana, sono una forza lavoro enorme senza la quale il sistema non reggerebbe più.

Negli anni l’enorme carenza di medici specialisti ha reso il ruolo dello Specializzando sempre più importante, ne ha aumentano le responsabilità senza aumentarne le tutele e li ha resi indispensabili per il corretto funzionamento dei singoli reparti, ma invisibili per la garanzia dei diritti.

Sono mesi che la questione si riaccende per poi spegnersi, mesi che Associazioni di Medici, di Specializzandi, di Studenti chiedono risposte alle Istituzioni. Senza Medici specialisti il Sistema crollerebbe inevitabilmente in pochi anni.

Non è possibile richiamare i Medici in pensione mentre a migliaia di giovani Medici formati lì fuori è preclusa la possibilità di specializzarsi. L’imbuto formativo continua ad allargarsi a causa di misure che di anno in anno  peggiorano la situazione come i ricorsi, l’aumento dei posti per la facoltà di Medicina e non per ultimo le dichiarazioni del Ministro Manfredi secondo cui saranno ammessi anche i laureandi di luglio al prossimo concorso di specialità 2020.

È per questo motivo che con enorme piacere apprendiamo l’introduzione nella Bozza di decreto per l’emergenza Coronavirus, dell’articolo 7, con cui vengono stanziati 125 milioni di euro in più per sostenere i contratti di Specializzazione per gli anni 2020 e 2021 e 130 milioni per gli anni a seguire fino al 2024.

Al netto dei calcoli si tratta di circa 5mila borse in più, un numero enorme che negli anni permetterebbe un respiro di sollievo abbastanza profondo e con cui una buona parte dell’imbuto potrebbe smaltirsi. Speriamo nell’approvazione della bozza, che presumibilmente in pochi giorni dovrebbe avvenire.

Subito dopo speriamo in una buona politica che gestisca l’adeguamento delle strutture. Ricordiamoci infatti che l’attuale capienza formativa del Paese è ferma su circa 11.500 contratti di formazione. Se avvenisse un aumento di 5mila borse il primo problema da gestire sarebbe garantire che la formazione di tali specialisti abbia luogo in strutture adeguatamente accreditate. Il rischio primario è che si dia inizio a una serie di accreditamenti di strutture non realmente adeguate, che a sua volta comporterebbe una formazione scadente.

Confidiamo però in una politica che riesca a fare le cose con un progetto ampio e non tralasciando nessun aspetto, con serietà e continuità, trasgredendo le logiche italiane a cui negli anni ci siamo abituati.

Sarebbe poi bello smettere di farci motivare dalle emergenze, occuparci dei ponti prima che crollino, delle case prima che tremi e dei Medici prima che manchino, ma nel tempo, e con varie lezioni alle spalle magari impariamo anche questo.

 

Antonella Moschillo
Nata ad Ariano Irpino (AV) il 12 Marzo 1996, frequento la facoltà di Medicina e Chirurgia presso "La Sapienza" a Roma dopo essermi diplomata presso il Liceo Classico "P.P.Parzanese" di Ariano Irpino.