A cura di: Dott. Massimiliano Cani
Revisionato da Domenico Posa

La clorochina e l’idrossiclorochina sono tra i farmaci attualmente in studio proposti per il trattamento dell’infezione da SARS-CoV-2. È necessario, però, fornire alcune basilari informazioni onde evitare di incappare, come già accaduto, in “speranzose” fake news o di utilizzare tale trattamento in contesti errati.

La Clorochina è un farmaco nuovo?

La clorochina è un farmaco noto già da tempo ed impiegato nella terapia della malaria e per il trattamento di alcune patologie autoimmuni come l’artrite reumatoide e il lupus eritematoso sistemico.

La clorochina possiede una attività farmacologica a largo spettro fra cui si riconosce anche una discreta capacità antivirale. Infatti, i primi studi sperimentali hanno evidenziato in vitro una azione antivirale nei confronti dei Coronavirus, fra cui il noto Sars-Cov-2. Considerata la situazione emergenziale e l’esigenza di trovare dei validi trattamenti, già in Cina si era proposta la clorochina come strumento per trattare i pazienti COVID-19. I primi risultati clinici suggeriscono che i pazienti beneficiano del trattamento con clorochina ed alcuni studi preliminari europei sembrano andare nella medesima direzione.

Quali sono i suoi principali effetti collaterali?

Tra gli effetti collaterali più rilevanti è necessario ricordare la cardiotossicità. La clorochina interferisce con i meccanismi di trasmissione elettrica del cuore causando possibili turbe della conduzione che possono comportare effetti collaterali molto gravi. Un altro effetto noto ed importante è la retinopatia, soprattutto quando la somministrazione del farmaco è protratta nel tempo o viene impiegato dosi elevate. Particolare attenzione va posta, inoltre, ai pazienti con deficit di G6PD, porfiria o psoriasi.

Cosa dobbiamo aspettarci?

Per chiarirne la reale efficacia sarà necessario attendere che vengano condotti ulteriori studi, peraltro già in corso. Nel frattempo risultano fondamentali le comunicazioni dell’Agenzia Italia del Farmaco (AIFA) che definiscono i setting in cui impiegare correttamente il trattamento.

 

Fonte immagine: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0924857920300881?via%3Dihub

Fonti

Comunicazioni AIFA: