A cura del Dott. Edoardo Bianchini e del Dott. Alessio Silva
Revisionato dal Dott. Simone Salemme

Sebbene la principale manifestazione clinica del nuovo SARS-CoV-2 sia una sindrome respiratoria di gravità variabile, evidenze sempre maggiori dimostrano anche un’alta incidenza di segni e sintomi neurologici nei pazienti con COVID-19.

In particolare, i sintomi neurologici più frequenti sembrerebbero essere:

  • vertigini e cefalea (16.8 e 13.1%) per il coinvolgimento centrale
  • anosmia e a/dis-geusia (5.6 e 5.1%) per il coinvolgimento periferico

Nella maggior parte dei pazienti i sintomi neurologici si presentano precocemente, entro 1-2 giorni dall’esordio dell’infezione.

Nei pazienti più gravi va segnalata inoltre un’incidenza non trascurabile di alterazioni dello stato di coscienza, di danni muscolari e di eventi cerebrovascolari – principalmente ictus ischemici, più raramente emorragie cerebrali e trombosi venose cerebrali.

Tali dati sarebbero in linea con le evidenze a supporto di uno stato di aumentata coagulabilità ematica in corso di COVID-19.

Altro elemento interessante è l’ipotesi che il decorso rapidamente progressivo dell’insufficienza respiratoria osservato in alcuni pazienti sia in parte dovuto al neurotropismo del virus, forse capace di invadere i centri cardiorespiratori a livello del tronco encefalico.

Ad oggi, infine, sono riportati due casi di sospetta encefalite da SARS-CoV-2 e uno di polineuropatia demielinizzante infiammatoria acuta, sebbene si tratti di casi aneddotici, non disponendo ancora di dati robusti che ne dimostrino un rapporto di causalità.

Fonti