“Ancora tu? Ma non dovevamo non rivederci più?!”
Qualche settimana fa, mentre sistemavo alcune mensole con i Queen che a tutto volume invadevano arrogantemente la camera, ho avuto un momento di black out. Un pensiero mi è passato per la mente: “Arriva un altro lockdown, ma io non sono decisamente pronto per affrontarlo. Non ho ancora smaltito lo scorso lockdown, non mi sono ‘ricaricato’, non mi sento pronto.” Sono l’unico? Penso proprio di no…
Vado di frasi fatte:
Stiamo vivendo in un periodo storico unico nel suo genere…Il livello di incertezza e insicurezza è altissimo…Non ci sono certezze lavorative, nessuna certezza economica…Stiamo scendendo a patti con le nostre paure: quella di ammalarci e morire, quella di fare ammalare in nostri cari, quella di perdere lo status in cui abbiamo vissuto. ..Questa pandemia ci sta chiedendo uno sforzo fisico, indossare dei dispositivi che spesso ci costringono, ci allontanano, rendono la comunicazione difficile…E infine, le relazioni umane sono state rimodulate e trasformate in virtuali.
Le frasi fatte le ho finite. Tuttavia, purtroppo, restano frasi veritiere.
In tutto ciò, come sta la nostra salute mentale?
In Italia l’Istituto Superiore della Sanità (ISS) ha attivato sin dalle prime fasi dell’emergenza un Centro di Riferimento per le Scienze Comportamentali e la Salute mentale, dove si sono occupati di creare questionari e analizzare dati per poter avere un quadro ben preciso della situazione Italiana.
Uno studio effettuato dal Centro sul Registro Nazionale Gemelli ha dimostrato come la pandemia abbia decisamente impattato sulla salute mentale del campione: una persona su 10 ha presentato sintomi depressivi o da stress, il 13% si è sentito ‘abbastanza spesso triste’, il 16% non ha avuto un sonno di buona qualità e addirittura il 50% circa delle persone ha riferito livelli di ansia oltre la normalità.
In un secondo studio in collaborazione con l’Università Vanvitelli di Napoli invece, su un campione di oltre 20.000 persone, al di là della conferma dell’aumento di stress, depressione e ansia, è emerso che la durata dell’esposizione al lockdown ha rappresentato un fattore predittivo importante nel rischio di manifestare peggiori sintomi ansioso-depressivi.
L’Italia inoltre sta collaborando con altri 22 Stati in uno studio chiamato HEROES (The Covid-19 HEalth caRe wOrkErS ) – il cui questionario potete trovare qui – dove viene analizzata la salute mentale del personale medico. Eroi sì, ma con la paura di contagiarsi o di contagiare, sottoposti a uno stress e una pressione impensabile, senza DPI e linee guida chiare, vicini o in pieno burnout. Insomma, neanche i professionisti della salute se la cavano bene.
Ma allora? Cosa fare?
Innanzitutto seguiamo i consigli redatti dall’ISS.
Ma impariamo anche a chiedere aiuto. Andare dallo psicologo ad esempio è un investimento che facciamo su noi stessi. Non ce lo possiamo permettere economicamente? Parlandone con il medico curante è possibile usufruire, previa prescrizione, del servizio psicologico territoriale del Dipartimento di Salute Mentale della zona*. In questo modo si possono effettuare più sedute pagando un solo ticket.
E ricorda: non sei da solo, un giorno alla volta supereremo anche questo.
PS: a questo link potrete trovare risorse di supporto psicologico, counseling, sia gratuiti che non. https://stazzitta.medium.com/sostegno-psicologico-e-dove-trovarlo-2fc5c3d6a4b2
*Purtroppo non in tutta Italia funziona allo stesso modo, quindi devi chiedere al tuo medico curante per averne certezza.
Articolo scritto da Nicola Mastrogiacomo
Fonti | Immagine in evidenza; Aspetti psicosociali pandemia; ISS; HEROES