E soprattutto chi
E perché mi ha messo al mondo
Dove vivo la mia morte
Con un anticipo tremendo?

L’Italia degli anni ’70 è un’Italia che non è stata mai fin troppo raccontata, Demetrio Paolin lo spiega bene nel saggio “Una Tragedia Negata” in cui sostiene che lo sguardo della Letteratura sull’esperienza degli anni di Piombo in Italia è uno sguardo sempre sghembo, in cui si evita una visione frontale con cui invece «ci si potrebbe ferire». È forse questa la cifra che può spiegare il perché di tanto stupore e chiacchiericcio intorno a una Docuserie –SanPa- che racconta una realtà, quella di San Patrignano, con cui abbiamo convissuto per anni senza troppo rumore, al punto tale che la mia generazione a stento ne conosce il nome e fa difficoltà a immaginare che il Paese in cui vive sia quello che ha fatto da palcoscenico a un racconto così crudele.

È così però, sono gli anni della strage di Piazza Fontana, gli anni dell’operazione Bluemoon, gli anni in cui l’eroina ha cancellato una generazione di giovani, dalle piazze e dagli stadi. E sono gli anni in cui lo Stato, un po’ per voglia un po’ per inadeguatezza non sa che farne dei suoi “drogati”, è tra queste premesse che San Patrignano nasce e cresce e diventa tutto quello che nella Docuserie di Gianluca Neri viene raccontato e censurato.

Le sostanze d’abuso e le droghe in generale non sono scomparse con il nuovo millennio, sono cambiate, e con esse il modo di avvicinarsi a loro. In particolare la comunità scientifica ha cercato nuove strade e nuove strategie, mediche e sociali, per occuparsi di un problema che ci chiede di ragionare senza pregiudizi.

Vi racconto cos’è la Riduzione del Danno e del perché in Italia sembra una parolaccia.

I numeri della droga in Italia

Nel 2019 il conteggio finale delle vittime di sostanze stupefacenti è stato di 373, più di una al giorno. Ogni 23 ore qualcuno in Italia muore a causa della droga e ogni anno le ore tra una vittima e le successiva si accorciano. Rispetto all’anno precedente l’11% in più. L’eroina è ancora nel 45,3% dei casi la principale sostanze responsabile, ma accanto cresce il numero di decessi attribuibili alla cocaina. Tuttavia per oltre il 30% dei decessi la sostanza è “imprecisata”, dato coerente questo con la rapida diffusione di Nuove Sostanze Psicoattive, la cui composizione è spesso difficile da determinare.

Sempre nel 2019, le ospedalizzazioni dovute ad assunzione di droga sono state 7.480 e l’incremento maggiore riguarda la cocaina. Nello specifico i ricoveri dovuti ad essa si sono triplicati in soli 10 anni.

Da quanto emerge da uno studio transnazionale (ESPAD®Italia) condotto contemporaneamente in 35 Paesi europei che aveva come obiettivo il monitoraggio a livello europeo dell’uso di alcol, nicotina, sostanze psicoattive “tradizionali” e le cosiddette “nuove droghe” tra gli studenti 16enni, sono 860.000 i ragazzi (il 33,9% degli studenti italiani) ad aver utilizzato almeno una sostanza psicoattiva illegale nel corso della propria vita.

Oltre 12.000 (0,5%) sono gli studenti che hanno usato, almeno una volta nella propria vita, sostanze psicoattive per via iniettiva.

La cannabis rimane la sostanza illegale maggiormente utilizzata, a seguire le Nuove Sostanze Psicoattive (NPS), cannabinoidi sintetici, cocaina, stimolanti, allucinogeni ed eroina.

La riduzione del danno

È la fine degli anni ’70 quando in UK si inizia a parlare di “Harm Reduction”, “Riduzione del danno”, ci sono voluti vent’anni però prima che da una pratica dei consumatori divenisse una scelta politica di Salute Pubblica e Sociale che dagli anni ’90 in poi ha cominciato a prendere spazio in tutta Europa, fino a raggiungere l’Italia dove le resistenze culturali a quello che era un nuovo modo di occuparsi del problema “Droga” hanno continuato per anni ad ostacolare l’affermarsi di tale strategia.

La riduzione del danno è un insieme di politiche, programmi, servizi e azioni che mirano a ridurre i danni agli individui, alle comunità e alla società legati alla droga, compresa l’infezione da HIV. Di fatto si tratta di uno stile narrativo nuovo, trasversale alla Medicina, alla Psicologia, alla Politica e alla Società con cui si abbandona l’idea di una guerra alla droga purista e austera, e si investe sul “minore danno possibile”.

La medicina si ancorava a una posizione precisa: l’induzione dell’astinenza.

Il contesto era quello dell’epidemia di eroina che pervadeva ormai tanto la realtà personale quanto quella collettiva d Liverpool, del Regno Unito e in realtà dell’Europa tutta. L’esigenza però di un confronto serio sulla ricerca di una strategia efficace si fece necessaria solo quando ci si rese conto che l’uso di eroina viaggiava in modo parallelo all’aumento della disoccupazione giovanile.

Nasce così il modello Mersey di Riduzione del danno.

Come funziona

La riduzione del danno rivoluziona la definizione di dipendenza che diventa una malattia, non più un fallimento personale.

Questa si realizza mediante pratiche quali fornitura di aghi e siringhe, di esami del sangue e infettivologici, analisi della sostanza, educazione all’overdose di oppioidi, distribuzione di Naloxone.

Secondo la letteratura internazionale può essere definito un approccio, una politica e un sistema di interventi che mirano a ridurre le conseguenze negative del consumo di droghe, legali e illegali, sul piano della salute, sociale ed economico, per i singoli, le comunità e la società.

In Italia come anticipato sopra il sistema di Riduzione del Danno (RdD) ha incontrato fin dagli anni ’90 grandi resistenze. Una grande novità però avviene con l’introduzione l’introduzione nel 2017 nei LEA, Livelli Essenziali di Assistenza, degli interventi di RdD. Tuttavia non basta avere gli interventi all’interno dei LEA se a ciò non segue una programmazione di essi all’interno di un Piano Nazionale con cui rendere attuative e concrete le proposte.

Di seguito alcuni dei punti principali attuati all’interno dei programmi di Riduzione del Danno:

  • Valorizzazione delle competenze delle persone che fanno uso di sostanze stupefacenti
  • Costruzione di contesti di minimizzazione di rischi e danni
  • Prevenzione e trattamento
  • Assenza di obiettivi prestabiliti
  • Strategie basate su evidenze di efficacia e rispetto dei diritti
  • Distribuzione di siringhe sterili
  • Drop In: servizi con accesso diretto e immediato (e anonimo) aperti alle persone che fanno uso di sostanze in ogni fase del loro consumo con possibilità di presa in carico sanitaria e accompagnamento sociale laddove ve ne fosse fatta richiesta
  • Servizi di Consulenza Psicologica
  • Drugchecking: analisi di sostanze al momento del consumo atto a rendere consapevoli circa l’acquisto o meno della sostanza e a evitare danni alla salute dovuti a sostanze pericolose spesso venduti, insieme alle droghe, sul mercato nero. Il servizio si accompagna alla fornitura di informazioni specifiche sulle sostanze rintracciate.
  • Distribuzione di Naloxone: sostanza salvavita in caso di overdose da oppiacei, non  accessibile ai consumatori. La distribuzione si accompagna sempre ad un counseling mirato a chiarire le modalità di utilizzo. L’Italia è il primo paese in cui è stata attivata la consegna del Naloxone ai consumatori.
  • Test HIV, HBV e HCV: offerti in forma consensuale, anonima e gratuita
  • La Stanza del Consumo Protetto: stanze dov’è possibile consumare la sostanza in un ambiente igienico, protetto e sicuro, con l’eventuale assistenza di un operatore. L’EMCDDA è concorde nell’attribuire a queste stanze una riduzione delle morti per overdose, i danni correlati all’uso iniettivo e la diffusione di malattie trasmissibili. Riducono inoltre l’impatto di “episodi a scena aperta”.

Quest’ultima è la componente più carente in Italia e anche la più discussa sebbene sia essa una parte integrante del modello di Riduzione del Rischio, è tuttavia forte l’ostacolo ideologico.

All’ideologia viene chiesto infatti di scendere a compromesso con il dover rinunciare alla gratificazione moralista di un atteggiamento autoritario, punitivo e vendicativo a favore di una strategia, suffragata da dati concreti negli anni e da letteratura scientifica solida, che rinuncia agli slogan, e si mette in discussione, con un realismo onesto, anche se eticamente disturbante.

FONTI | Pearson, G. (1987). Social deprivation, unemployment and patterns of heroin use; EMCDDA (2010) HarmReduction. Evidence, impact and challenge; EMCDDA, Annual Reports; Il libro bianco sulle droghe; EMCDDA Database; Articolo 1; Articolo 2

Antonella Moschillo
Nata ad Ariano Irpino (AV) il 12 Marzo 1996, frequento la facoltà di Medicina e Chirurgia presso "La Sapienza" a Roma dopo essermi diplomata presso il Liceo Classico "P.P.Parzanese" di Ariano Irpino.