La tubercolosi (Tb) è una malattia infettiva e contagiosa, causata da un batterio, il Mycobacterium tuberculosis, chiamato comunemente Bacillo di Koch.
Attualmente tra le 10 cause di morte in tutto il mondo, la tubercolosi, seconodo una stima dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), causa ogni giorno circa 4000 decessi.
A livello globale, l’incidenza della tubercolosi è in calo del 2% circa all’anno. Le attività messe in campo per prevenire e curarla si sono rivelate efficaci. La prevenzione e la terapia hanno salvato dal 2000 ad oggi circa 58 milioni di vite, ma non è sufficiente: in mancanza di una svolta, ci vorranno 130 anni per eradicare la malattia.
La giornata mondiale
Il 24 marzo 1882 Robert Koch annunciò di aver scoperto il batterio che causa la tubercolosi, aprendo la strada alla diagnosi e alla cura di questa malattia.
Per questo il 24 marzo di ciascun anno in occasione della Giornata mondiale della tubercolosi l’Oms promuove la sensibilizzazione al tema, intensificando gli sforzi per porre fine all’epidemia globale.
La maggior parte dei contagi si verifica in Paesi ad alta incidenza, soprattutto nel Sud Est Asiatico, nel Pacifico Occidentale ed in Africa.
L’Italia è un Paese a bassa incidenza di Tubercolosi dove vengono registrati ogni anno circa 4000 nuovi casi.
La TBC
La tubercolosi si trasmette per via aerea, attraverso le secrezioni respiratorie emesse nell’aria da un individuo contagioso. Non tutti i soggetti che si infettano sviluppano la malattia, infatti il batterio può rimanere quiescente per anni. Questa condizione è definita infezione tubercolare latente e interessa un quarto della popolazione mondiale. Si stima che il 5-15% delle persone con infezione latente sviluppa la malattia nel corso della propria vita.
I sintomi della forma polmonare sono tosse, dolore toracico, febbre e sudorazioni notturne. Nel tempo, la tosse può essere accompagnata da presenza di sangue nell’espettorato. Altri sintomi includono stanchezza e debolezza, perdita di peso. I sintomi possono essere lievi per mesi e questo può determinare un ritardo nella diagnosi. Se la forma è extra polmonare, i sintomi variano a seconda dall’organo coinvolto.
La rapidità della diagnosi è molto importante per poter iniziare prima possibile la terapia antibiotica e interrompere la catena di trasmissione dell’infezione.
Il vaccino
Attualmente l’unico vaccino a disposizione contro la tubercolosi è il vaccino vivo attenuato BCG (bacillo di Calmette Guérin) che efficace nella prevenzione di forme gravi infantili della malattia (meningite e altre forme di tubercolosi disseminata nei neonati e nei bambini). Il vaccino è utilizzato spesso nella fascia pediatrica in Paesi con un’elevata incidenza di Tubercolosi. Nel nostro paese il vaccino è utilizzato solo in alcune categorie a rischio.
La terapia
I farmaci antitubercolari oggi utilizzati sono: l’isoniazide, la rifampicina, la pirazinamide, la streptomicina e l’etambutolo in diverse combinazioni tra loro per la terapia di “attacco” e la successiva terapia di mantenimento. La terapia può durare da 6 mesi a 18-24 mesi.
Per evitare che si instauri una resistenza ai farmaci antitubercolari, negli anni ’90 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e le Associazioni scientifiche hanno studiato una strategia chiamata DOT (Directly Observed Therapy). La DOT è quel regime di terapia in cui il medico si assicura che il paziente assuma la sua dose di farmaci ogni giorno. Con questo tipo di trattamento terapeutico, il periodo di cura della TBC dura circa 6 mesi.
Eliminare la tubercolosi
Per riuscire a ridurre l’incidenza di questa malattia, nel 2001 è nata l’alleanza globale Stop Tb, un gruppo d oltre 1700 organizzazioni internazionali, Paesi e associazioni pubbliche e private coordinate dall’Oms, che ha fissato come obiettivo quello di eliminare l’epidemia di Tb nel mondo entro il 2030.
Nel 2016 la World Health Organization ha posto come obiettivo per i prossimi decenni quello di eradicare la malattia (END TB Strategy), indicando di ridurre a livello globale il numero di decessi del 95% e l’incidenza del 90% entro il 2035. Più ambiziosi sono gli obiettivi indicati per i Paesi a bassa endemia ovvero: Preeliminazione (<10 casi per milione) entro il 2035 ed Eliminazione (meno di un caso per milione) entro il 2050.
Circa l’83% dei casi incidenti stimati si sono verificati in 18 Paesi ad alta priorità (High priority countries – Hpc) che includono Armenia, Azerbaijan, Bielorussia, Bulgaria, Estonia, Georgia, Kazakhistan, Kirghizistan, Lettonia, Lituania, Moldova, Romania, Russia, Tajikistan, Turchia, Turkmenistan, Ucraina e Uzbekistan.
In questa patologia, come per altre malattie infettive ed epidemiche, è evidente l’importanza di una corretta informazione, accanto a politiche di prevenzione e a un giusto trattamento. Solo la fiducia negli strumenti attualmente presenti, può continuare a fornire i risultati di eradicazione sperati.