L’obesità rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica a livello mondiale. La sua prevalenza è in costante aumento sia nei Paesi occidentali, ma anche in quelli a basso-medio reddito e rappresenta un importante fattore di rischio per varie malattie croniche, tra cui il diabete mellito di tipo II, malattie cardiovascolari e tumori.
Si stima che il 44% dei casi di diabete tipo II, il 23% dei casi di cardiopatia ischemica e fino al 41% di alcuni tipi di tumori sono causati dall’obesità. In totale i decessi attribuibili all’obesità sono dunque almeno 2,8 milioni all’anno nel mondo.
Lo studio
I risultati dello studio di fase III STEP1, pubblicati sul New England Journal for Medicine, sembrano fornire dati importanti per il miglioramento della salute delle persone che soffrono di obesità. Secondo un valido studio globale che ha coinvolto i ricercatori dell’University College London, il 30% delle persone che ha assunto un particolare farmaco per il trattamento dell’obesità ha ridotto di un quinto il proprio peso corporeo totale.
Il farmaco oggetto di studio è la Semaglutide, un ipoglicemizzante che agisce apportando una riduzione della fame e dell’apporto calorico. Tale principio attivo possiede un composto strutturalmente simile all’ormone umano glucagon-like peptide-1 (GLP-1), che dopo i pasti viene rilasciato dall’intestino nel circolo sanguigno. L’ormone GLP-1 a sua volta induce la perdita di peso, aumentando la sensazione di sazietà e aiutando così i soggetti a ridurre il proprio apporto calorico.
Semaglutide è già clinicamente approvato per l’utilizzo terapeutico nel diabete di tipo II.
Lo studio controllato randomizzato di fase III, ha coinvolto 1.961 adulti in sovrappeso o obesi, con un peso medio di 105 kg e un indice di massa corporea (BMI) 38 kg/m2. La ricerca ha interessato 129 siti in 16 paesi in Asia, Europa, Nord America e Sud America.
Non sono stati arruolati soggetti diabetici e i pazienti sono stati divisi casualmente in due gruppi, ciascuno dei quali ha effettuato 68 settimane di trattamento con 2,4 mg Semaglutide sottocutanea una volta alla settimana o con placebo. Un importante cambiamento dello stile di vita inoltre è stato inevitabilmente associato al piano terapeutico.
Una nuova opportunità di trattamento
Tra gli obiettivi da raggiungere vi era la riduzione percentuale del peso corporeo di almeno il 5%. Nel complesso, il 94,3% dei partecipanti ha completato lo studio di 68 settimane: al termine i pazienti trattati con Semaglutide hanno perso il 14,9% del proprio peso corporeo, con un calo del BMI di 5,54 punti. Di contro, il gruppo in terapia con un placebo ha registrato un 2,4% di perdita peso ed una riduzione del BMI di 0,92 punti, per una differenza di trattamento stimata di 12,4 punti percentuali.
I partecipanti trattati con il farmaco hanno inoltre registrato una riduzione dei fattori di rischio per le malattie cardiache e il diabete, tra cui la circonferenza della vita, la glicemia e la pressione sanguigna. Gli stessi individui hanno sperimentato miglioramenti nella qualità della vita complessiva rispetto a coloro che hanno ricevuto il placebo.
Alcuni pazienti hanno riportato effetti collaterali del farmaco tra cui nausea e diarrea da lieve a moderata, che tuttavia si sono rivelati transitori e generalmente si sono risolti senza interruzione permanente del trattamento.
“I risultati di questo studio rappresentano un importante passo avanti per il miglioramento della salute delle persone con obesità. Nessun altro farmaco si è avvicinato a produrre questo livello di perdita di peso. Per la prima volta, le persone possono ottenere attraverso i farmaci ciò che era possibile solo attraverso la perdita di peso chirurgica”,
ha dichiarato Rachel Batterham, professoressa di obesità, diabete ed endocrinologia che guida il Centro per la ricerca sull’obesità presso l’University College London e il Centro per la gestione del peso dell’University College London Hospitals (UCLH), nonchè uno dei principali autori del progetto.
Sulla base delle prove di questo studio, la Semaglutide è stata sottoposta all’approvazione normativa come trattamento per l’obesità all’Istituto Nazionale di Eccellenza Clinica (NICE), all’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) e alla Food and Drug Administration (FDA) statunitense, sperando che in un futuro vicino possa essere adoperata come terapia di scelta.
FONTI |abstract